12 giugno 2018

Alessandra Mondino (#Pastorale del Lavoro): «alla caccia di buone pratiche imprenditoriali»


Intervista a Alessandra Mondino, responsabile della pastorale Sociale e del Lavoro della nostra Diocesi.

Presentando la veglia del Lavoro sul Corriere lei ha messo in evidenza un tema: “realizzare nella vita delle imprese i principi della Dottrina sociale della Chiesa”. Quali motivi l’hanno spinta a a scegliere questo tema?
Un po' l'esperienza della Settimana sociale di Cagliari al termine della quale abbiamo tutti un po' avuto il mandato di continuare a tenere accesa e viva l'attenzione sul tema del lavoro. I Vescovi italiani nel loro messaggio hanno ribadito questo concetto e anche la Commissione regionale piemontese nel suo messaggio per il 1° maggio ha di nuovo insistito sul fatto che bisogna pregare innanzitutto perché gl imprenditori pensino, creino, inventino lavoro buono. Il Papa ci ha invitato a questa attenzione e senza gli imprenditori, senza questo riferimento alto alla Dottrina sociale diventa difficile orientarsi in questo mondo nel quale siamo effettivamente tirati da tutte le parti, un po' perché dobbiamo fare profitto, invece c'è anche qualcosa altro e forse il profitto è solo un indicatore non il fine del nostro fare impresa.

Concretamente cosa significa? Il versante è doppio lavoratore e imprenditore...
I poli sono due partendo però dal presupposto che la Dottrina sociale della Chiesa dice che le imprese devono valorizzare e mettere a tema la dignità della persona e il bene comune. Tutti poi all'interno dell'impresa sono chiamati con un senso di corresponsabilità a raggiungere queste due finalità e quindi la nostra veglia ha voluto anche riprendere un documento che è stato scritto negli anni scorsi dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace che metteva proprio in evidenza la vocazione dell'imprenditore. E in questo documento si è anche fatta molta attenzione a dire quali sono le corresponsabilità dei lavoratori. E' vero da un lato l'imprenditore deve fare in modo di creare le condizioni affinché il lavoro sia buono, fatto in sicurezza, ma dall'altro c'è anche una corresponsabilità dei lavoratori affinché le regole siano seguite e questo obiettivo raggiunto.

La veglia come è stata strutturata viste le premesse?
La Veglia riprende parti del documento che ho citato prima estrapolando alcuni temi riletti alla luce della Parola di Dio e quindi c'è stata un'alternanza di questi testi centrati su alcuni temi che sono poi gli snodi intorno cui si sviluppa un'impresa cristianamente orientata.

Questo è l’inizio di un cammino: come proseguirà a livello diocesano?
Il cammino inizia con questa proposta di preghiera e poi nella testa di chi come me ha partecipato alla Settimana sociale di Cagliari c'è l'intenzione di coinvolgere e sensibilizzare di più la nostra comunità locale ai temi del lavoro e dell'Ufficio pastorale, cioè giustizia, pace e salvaguardia del Creato.

Mi pare inevitabile il riferimento all’economia civile di cui spesso abbiamo scritto anche sul Corriere...
Potrebbe essere considerato comeil fil rouge che tiene insieme tanti aspetti dell'attenzione che si vuole dare a quello che è anche un modo di affrontare la quotidianità e il nostro tempo. L'Economia Civile è un paradigma che spiega i modo alternativo i fenomeni economici, ma anche quelli sociali e dunque è un modello cui poter fare riferimento per poter capire anche in modo alternativo quella che è la situazione nella quale viviamo e che ci circonda. Noi siamo stati abituati, anche un po' per studi, che l'economia sia quella cosa che ci hanno imposto e che pure la finanza ci sta imponendo, cioè un allontanamento dalla realtà del mondo economico ed imprenditoriale. Si parla di finanziarizzazione dell'economia. L'economia civile vuole farci riflettere sulla concretezza di produrre e produrre benessere rispettando le persone, l'ambiente e quello che è un sistema sociale che non è votato al profitto puro, ma allo sviluppo inteso nelle sue tre dimensioni: la crescita, ovviamente, ma anche la dimensione sociale-relazionale e pure spirituale.

Rimane forte il legame con la Settimama sociale di Cagliari…
Senz'altro. Come ufficio vorremmo anche iniziare un'attività di ricerca di buone pratiche anche nella nostra Diocesi. In Italia questo lavoro è stato fatto in alcune Diocesi e a Cagliari sono state presentate circa 400 buone pratiche. Adesso vorremmo provare a fare anche noi a fare questo lavoro con l'aiuto dell'Ufficio nazionale che ha impostato i requisiti per essere considerati una buona pratica in ambito non soltanto in ambito imprenditoriale ma anche di pubbliche amministrazioni e associazioni. Questo sarà il nostro impegno dopo la veglia.

Ci tengo a ricordare che come ImpresaVda abbiamo dedicato molto spazio alle imprese sociali. Quindi in merito a questo cammino siamo sicuramente disponibili a dare un contributo...
Grazie

Un sogno in questo caso come Ufficio da realizzare?
Aiutare la comunità valdostana a riscoprire il loro spirito imprenditoriale. E' un sogno culturale e anche di vocazione perché ovviamente senza una vocazione che va scoperta e coltivata gli imprenditori non si esprimono e non rispondono alla chiamata che Dio ha fatto loro, quindi aiutarli nel comprendere la fioritura del loro talento e della loro vita.

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