Questa settimana proponiamo una intervista doppia: Stefano Collé, socio della società Les bières du Grand Saint Bernard e il responsabile commerciale Marco Xausa.
Con Collé ho trovato una intervista fatta
nel 2013 e una intervista televisiva del 2016. Si strada ne è stata
fatta parecchia…
Collé: Speriamo di farne ancora tanta. Dal
giugno dell’anno scorso abbiamo aperto il nuovo stabilimento di
Gignod. Ci siamo trasferiti da Etroubles per motivi produttivi e per
il bisogno di spazi maggiori. Siamo passati da 300 a oltre 4000 metri
quadri. Abbiamo cambiato azienda praticamente. Una nuova realtà, una
nuova sfida e il primo anno si sta concludendo con dei buoni
risultati
In termini di produzione cosa sono oggi Les
Bières du Grand Saint-Bernard
Collé: Siamo sempre un piccolo birrificio ma
con l’obiettivo di chiudere il 2018 con quasi 4000 ettolitri
venduti nei nostri mercati attuali. Considerate che nel 2010 quando
abbiamo avviato la produzione ne abbiamo fatti 70-80 e l’anno
scorso abbiamo chiuso a quota 2200.
Questa sarà la prima annata vera con il
nuovo stabilimento…
Collé: Sì. L’anno scorso non siamo riusciti
a produrre al massimo in quanto il trasferimento è avvenuto a metà
dell’anno e ci ha fatto perdere un po’ di vendite. I
trasferimenti sono sempre un po’ traumatici per le aziende.
Quest’anno la macchina è operativa al 100% c’è soltanto da
spingere sulle vendite e cercare di piazzare la nostra birra il più
possibile.
Xausa,
come è la situazione dal punto di vista commerciale…
Xausa:
Noi
attualmente abbiamo in essere una serie di mercati, ovviamente il
nostro mercato di riferimento è quello italiano e ancora più quello
valdostano, dove ci siamo resi conto prima di tutto che la clientela
risponde ottimamente al nostro prodotto e c’è ancora uno spazio da
poter coprire. In Italia cominciamo ad avere delle collaborazione
grazie alla nostra crescita capacità produttive, anche nelle
religione più vicine. Il secondo mercato importante per noi è la
Svizzera che conta per 20-25% del nostro fatturato. Abbiamo anche
delle esportazioni altrove, quindi si sono aperti altri mercati.
Esportiamo perfino in Australia grazie ad una collaborazione con un
partner storico della nostra azienda. Ci siamo aperti al mercato
belga con delle piccole esportazioni e l’obiettivo 2018 è di
arrivare in Francia, l’anello che ci mancava per chiudere questo
triangolo di prossimità e avere Italia, Francia e Svizzera.
Sono
cambiate anche le strategie commerciali, il modo di proporre il
prodotto…
Xausa:
E’
chiaro che si tratta di un’azienda nuova pur essendo la stessa
azienda. Sono cambiate le esigenze produttive, ma pure gli obiettivi.
Adesso pur essendo un piccolo birrificio abbiamo una capacità di
produrre in quantità maggiori rispetto al passato, ma ovviamente ci
dobbiamo confrontare con clienti sempre più grandi. Noi ad esempio
produciamo il 50% delle nostra
birra
in fusto, cioè la
classica birra alla spina che in un locale dà maggiori consumi, ma
che
comporta anche
dinamiche
di prezzo e
di contratti diversi.
Di conseguenza sia i formati, sia i prodotti li stiamo sviluppando
insieme alla nostra crescita.
Un bilancio su come è andato il 2017 e su
cosa avete fatto e prevedete di fare nel 2018?
Collé: Il
bilancio 2017 è positivo. Nonostante il trasloco siamo ancora
cresciuti di un 35% rispetto all’anno prima. Nel 2018 c’è di
nuovo alle porte un importante aumento della produzione e siamo alle
porte della nostra prima estate con una struttura produttiva
importante e stimiamo rispetto al 2017 di raddoppiare la produzione.
Con la stagione cercheremo nuovi partner visto che per quanto
riguarda i comprensori di sci siamo un po’ carenti.
Avete proposto nei giorni scorsi un evento di un certo rilievo. Di cosa si è trattato?
Xausa:
Da tempo cerchiamo di essere presenti sul territorio attraverso
l’organizzazione di eventi sportivi e non. E’ già un’attività
che ci impegna e ci vede consapevolmente interessati. L’8
e il 9 giugno in collaborazione con la Pro Loco Comité di Poudzo di
Gignod abbiamo organizzato la prima edizione di “Les Bières en
Fête”. E’ stata un’occasione per festeggiare tutti insieme il
nuovo birrificio di Gignod.
Quali
sono i prossimi passi? Biennio
2019-2020?
Collé:
Sicuramente
sarà un momento di consolidamento di questa nuova avventura sia dal
lato produttivo che da quello commerciale. Dal punto di vista
produttivo porteremo avanti nuovi prodotti con nuove tecnologie e
anche qualcosa che non c’entri con la birra. Ci stiamo pensando.
Ricordiamo
le referenze dei vostri prodotti?
Collé:
Si
tratta di sei referenze presenti tutto l’anno: due lager, la Napea
chiara e la Balance
più ambrata, la Blou,
tipo weiss, fatta con la segale,
la Amy (oatmeal stout), la Gnp, una tripel al Génépi) e la Via
Francigena, una ordinary bitter. Da ottobre abbiamo lanciato la Napea
in lattina per il comparto montano per facilità di stoccaggio e
riciclo del prodotto oltre ad essere un prodotto molto adatto per la
birra, forse meglio del vetro. Da una decina di giorni abbiamo anche
presentato una gluten free.
Xausa:
Sicuramente punteremo sul mercato francese.
Un
sogno imprenditoriale
da
realizzare?
Collé:
Siamo
quasi a dieci anni di vita, ma noi vorremmo esserci anche tra venti,
questo significherebbe aver realizzato un prodotto che è rimasto sul
territorio e vorremmo diventare davvero
la
birra del territorio.
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