23 marzo 2019

Dominidiato (#Confcommercio): Vogliamo la zona franca

Graziano Dominidiato
Questa settimana proponiamo una intervista al Presidente di Confcommercio Graziano Dominidiato.

Il ruolo di Confcommercio in un momento come l’attuale?
In un momento particolarmente difficile come l’attuale si tratta di dare un supporto agli associati nei
rapporti con le istituzioni e con la burocrazia che si fa sempre più complessa. Inoltre dobbiamo anche
essere come associazioni più propositivi nei confronti delle stesse Amministrazioni locali.

A livello nazionale Confcommercio dice che il quadro resta debole. La situazione valdostana qual è?
Posso confermarlo. Ho partecipato una due giorni a Roma della nostra confederazione dove abbiamo proprio approfondito le problematiche del settore e ci siamo interrogati sulla necessità di creare nuovi stimoli nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana che favorisca la riqualificazione delle strutture commerciali nei centri storici. In questa sede si è visto chiaramente che mentre prima poteva essere una difficoltà a macchia di leopardo oggi è tutto il territorio italiano ad essere coinvolto. In Valle d’Aosta abbiamo registrato un calo del 4% delle imprese commerciali mentre nel settore turistico e dei pubblici c’è stato un aumento del 7%. Questa crisi tocca le attività che offrono beni,
mentre chi offre servizi, ad esempio la ristorazione, attraversa un momento più favorevole. La gente in momenti come questi cerca di migliorare la qualità della propria vita.

La crisi del commercio in Valle d'Aosta ha delle peculiarità?
Credo che non ci siano grandi differenze fra la crisi nazionale e quella regionale. La situazione locale
forse è aggravata per quanto riguarda il commercio nei piccoli comuni montani. Come si sa questo è un problema di gran parte delle nostre piccole località di montagna. Le attività non reggono, le amministrazioni stanno cercando in tutti i modi di supportare queste attività affinché rimanga un servizio in ogni paese di montagna. Purtroppo i costi per l’approvvigionamento, a differenza delle zone di pianura, sono sempre più importanti e vanno organizzati. Poi sicuramente sono mutate anche alcune caratteristiche legate al turismo che si è fatto più del tipo mordi e fuggi. Chi ha una seconda casa e chi la raggiunge dal venerdì sera alla domenica spesso arriva con gli approvvigionamenti già fatti e questo non fa del bene alle nostre attività. Oltre a questi elementi la crisi è anche dettata da un clima di incertezza di tipo anche politico che non crea nelle famiglie quello stato d’animo che permetta di essere più sereni per il futuro e questo si riflette sui consumi.

Avete aperto un infopoint franchising. Di cosa si tratta?
Dall’autunno 2017 stiamo sviluppando molti servizi a favore degli associati. In questo caso abbiamo attivato uno sportello gratuito grazie ad un nostro associato, esperto nel settore, che ha diverse attività di franchising in diverse parti di Italia. Sicuramente potrà essere un valido aiuto per coloro che vogliono intraprendere questo tipo attività che si discosta dai metodi tradizionali di fare attività commerciale.

Quale è stato l'impatto della fatturazione elettronica sulla categoria?
Sicuramente è stato particolarmente traumatico, già i registratori di cassa avevano creato un problema
che ora ha assunto dimensioni ancora maggiori. Come Confcommercio abbiamo predisposto per i nostri associati una Piattaforma con un concetto primario: massima semplificazione. Chi si trova in difficoltà, chi ha problematiche di questo genere e vuole essere supportato trova in associazione un infopoint molto attento e disponibile. Inoltre l’utilizzo di questa piattaforma che abbiamo predisposto
con una azienda primaria valdostana dà un aiuto notevole assicurando una semplificazione di questo processo che prevede l’invio diretto di quanto fatturato all’Agenzia delle Entrate.

Un buon motivo per iscriversi a Confcommercio…
Direi di sì. In generale noi viviamo un momento soddisfacente in quanto grazie ai nostri nuovi servizi ci stanno avvicinando molti nuovi operatori.

Il reddito di cittadinanza potrebbe rilanciare i consumi?
Secondo me no. Poi è chiaro che si dovrà verificare quali saranno i possibili fruitori. Noi siamo una
piccola regione. Io credo che, nonostante le difficoltà ci siano anche nel nostro territorio, non saranno
particolarmente numerose le persone interessate dal provvedimento. Inoltre sono convinto che chi li
otterrà avrà sicuramente problemi molto più gravi da risolvere con queste disponibilità economiche
piuttosto che utilizzarli nelle attività commerciali.

Un provvedimento regionale o nazionale che potrebbe aiutare il settore...
Provocatoriamente vorrei poter tornare al tempo precedente al Decreto Bersani sulle liberalizzazioni
in quanto avremmo risolto molti problemi. A causa del decreto c’è stato un proliferare di attività che sono una attaccata all’altra e ogni tanto si crede che anche se si è vicini si può esprimere la propria
professionalità in modo diverso, però è chiaro che si crea della confusione anche nei fruitori di queste
attività, ma ormai non è più possibile a causa delle norme europee. Il principio della flat tax e di una
tassazione più corrispondente agli introiti potrebbe essere sicuramente di aiuto, soprattutto non applicando le tassazioni in base al valore del magazzino. Noi soffriamo di questo, cioè che ci viene conteggiato tutti gli anni il magazzino che sfortunatamente non siamo riusciti a diminuire. Inoltre si
tratta di prodotti divenuti obsoleti e che quando sono riproposti anche se avevano valore 10 devi
proporli a 5 altrimenti non riesci a venderli.

Novità per il 2019?
Il 1° di marzo, contestualmente all’inaugurazione della sede, abbiamo alla presenza del nostro
Presidente nazionale Sangalli il Progetto CREA IMPRESA, che vuole rendere consapevoli tutti coloro che vogliono aprire una nuova attività degli ostacoli burocratici, di organizzazione, di funzionamento, e accompagnarli nel creare la loro impresa tramite un servizio che è completamente gratuito, grazie al supporto economicamente rilevante ricevuto dalla confederazione e da alcuni partner che ci  hanno aiutato e hanno creduto con noi in questa iniziativa. Un progetto, quindi, ci tengo a sottolinearlo realizzato completamente con fondi privati. Invitiamo, quindi, tutti coloro
che vogliono intraprendere una attività commerciale nuova ad affidarsi ai nostri esperti. E’ importante
che non accada più come è avvenuto negli ultimi anni che aperte 130 imprese a fine anno se ne
trovano soltanto 85.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Trasformare la Valle d’Aosta in una Zona Franca in modo da dare di nuovo una linfa vitale all’ormai
martoriato settore del commercio che soffre non soltanto la crisi ma soprattutto l’e-commerce.

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