IDENTIKIT DEll'ORDINE DEGLI INGEGNERI
Iscritti totali anno 2018: 451 di cui Albo A (ingegneri con laurea maguistrale 5 anni): n. 439 Albo B (ingegneri con laurea triennale - iunior): n. 12
Iscritti totali anno 2018: 451 di cui Albo A (ingegneri con laurea maguistrale 5 anni): n. 439 Albo B (ingegneri con laurea triennale - iunior): n. 12
Composizione
del Consiglio Direttivo
Presidente:ing. Corrado CAVALLERO
Presidente:ing. Corrado CAVALLERO
Vice
Presidente: ing. Alberto BETHAZ
Segretario:
ing. Erik CAMOS
Tesoriere:
ing. Sofia ZANCHETTA
Consiglieri:
ing. Alexia BENATO; ing. Corrado COMETTO; ing. Camillo DUJANY;
ing. Lorenzo NELVA STELLIO; ing. iunior Walter MUSSO;
Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede che sia stazionario, le nuove iscrizioni compensano le cancellazioni
E-Mail:
segreteria@ordineingegneriaosta.it; info@ordineingegneriaosta.it;
PEC: ordine.aosta@ingpec.eu
Sito internet: www.ordineingegneriaosta.it
Sito internet: www.ordineingegneriaosta.it
INTERVISTA AL PRESIDENTE CORRADO CAVALLERO
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
La
Regione Valle d’Aosta ha sempre avuto una grossa importanza per
quanto riguardava l’edificazione, i lavori pubblici e le
costruzioni in generale. Ovviamente in questi anni questo mondo è
venuto un po’ meno. Anzi ci sono state parecchie riduzioni in
termini di denaro pubblico per ciò che riguarda il settore delle
costruzioni. Di conseguenza questo è stato determinante sulla
categoria creando una situazione di difficoltà. D’altronde in
Valle d’Aosta la professione dell’ingegnere era cresciuta molto
sulla scia dei lavori pubblici e, a maggior ragione, c’è uno stato
di disagio che comunque permane ed è un po’ sotto gli occhi di
tutti. Il mondo delle costruzioni è fermo non soltanto per quanto
riguarda gli ingegneri, ma per tutto il settore. Si tratta perciò di
numerose migliaia di lavoratori.
Esistono
possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è
saturo?
Io
ritengo che comunque la professione dell’ingegnere possa andare
oltre l’edilizia e il lavoro pubblico. Io ritengo che l’ingegnere
abbia una forte formazione culturale e con questa può trovare
sbocchi anche al di fuori del mondo delle costruzioni, anche se tutti
auspichiamo che riprendano gli investimento in questo settore. Tutto
il mondo legato all’industria, alle telecomunicazioni,
all’informazione gravita intorno alla figura dell’ingegnere,
quindi sarà un ingegnere non più esclusivamente del tipo civile,
edile, ma meccanico, informatico, delle telecomunicazioni, volto al
mondo industriale.
Esistono
nuovi sbocchi professionali?
Sicuramente.
Dove c’è tecnologia c’è
l’ingegnere. Questo è un
mondo dove la tecnologia sta diventando sempre di più preponderante.
Quindi io vedo la figura dell’ingegnere come protagonista di quelle
che saranno le scelte, le attività e tutto l’indotto che un mondo
del genere non può che avere. L’ingegnere ha questa formazione, a
mio giudizio molto completa,
polivalente e proprio basandosi sulla polivalenza si può compensare
in questo momento un settore che non risulta appetibile né trainante
con altri che invece lo stanno diventando.
Iniziative
di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
Al
di là della riforma che l’ha resa obbligatoria per gli ingegneri
non è mai venuta meno. Di conseguenza gli ingegneri si sono sempre
prodigati, anche prima dei 30 crediti minimi per operare, in corsi di
aggiornamento. Del resto noi lavoriamo nel campo della tecnologia di
conseguenza non possiamo sicuramente stare al palo. Tutta la
formazione che abbiamo in termini di studi universitari costituisce
una base che deve essere continuamente aggiornata e implementata. Di
conseguenza noi ben volentieri l’abbiamo sempre fatto, lo facciamo
tutt’ora e continueremo a farlo. Un contatto anche con l’industria
per noi è importante. Sapere quelle che sono le nuove tendenze nelle
produzioni aiutano l’ingegnere-progettista a poter entrare con
nuove dinamiche, nuove modalità nel mondo del lavoro.
Consigli
per chi si vuole avvicinare alla professione?
Io
sono ottimista. La professione da ingegnere sicuramente garantisce
degli sbocchi. Bisogna guardare però ad un orizzonte più ampio. Non
esiste soltanto l’ingegnere come spesso abbiamo inteso, cioè
soltanto edile o civile. Come dicevo prima esiste anche l’ingegnere
delle telecomunicazioni, della tecnologia, non parliamo poi dei
problemi ambientali e di quelli energetici. Quindi i giovani possono
sicuramente avere grosse soddisfazioni da questo settore di
studi, anche perché, come ripeto, c’è una formazione di base
importante. Culturalmente valida che consente sicuramente delle
possibilità di lavoro ampie. Anche la formazione all’estero è
sempre auspicabile perché ci si confronta con realtà diverse dalle
nostre. Sono tanti i programmi che permettono di completare gli studi
all’estero. Sono soluzioni che devono essere perseguite.
Ci
sono problemi sul fronte pensionistico?
Direi
proprio di no. La nostra cassa è sostenibile, ben strutturata,
gestita con oculatezza. Non vedo nessun problema di questo genere.
Il
mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Il
mondo digitale da noi è sempre esistito. La mia generazione è
passata dal tecnigrafo al lavoro computer di conseguenza il mondo
digitale è sempre stato presente nella vita professionale di un
ingegnere. Sono stati proprio gli ingegneri a diffondere questo mondo
in tutti i settori del mondo produttivo. Sono strettamente legati. E’
una realtà in cui non possiamo non essere che protagonisti.
Tantissimi ingegneri sviluppano software a livello industriale.
Un
valore professionale da recuperare in questa nostra società?
La
professione è assolutamente un valore che ha una rilevanza notevole.
Il professionista si occupa di tanti aspetti. Quante realtà non si
possono probabilmente permettere un ingegnere come dipendente e di
conseguenza optano per un consulente che opera su più aziende. Un
professionista attivo nel privato, nel pubblico. Che si deve
orientare a 360°. Io continuo a vedere nel mondo professionale una
possibilità di sviluppo e una notevole correlazione con quella che è
la società civile. Ricordiamo che gli Ordini servono a tutelare non
soltanto i professionisti iscritti, ma anche il cittadino perché
garantiscono al cittadino le professionalità necessarie per poter
adempiere a quelli che sono i loro bisogni. La nostra attività è
rivolta anche all’esterno, alla tutela del cittadino. Noi dobbiamo
aprirci. Facciamo anche dei convegni aperti alla cittadinanza su temi
più specifici come l’architettura, il mondo delle costruzioni, i
grandi impianti. Sicuramente l’Ordine ha questa valenza.
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