6 luglio 2019

Alessio Nicoletta (#Coldiretti): «Serve una politica strutturale sulle filiere, sulla distintività, sulla Pac, sui servizi, soprattutto sulla difesa dei marchi italiani»

Da sinistra Alessio Nicoletta con il fratello Mattia
Proponiamo l’intervista al Presidente di Coldiretti Alessio Nicoletta.

Si è appena svolta l’Assemblea di Coldiretti. Quali sono stati i temi affrontati?
I temi affrontati sono stati numerosi. Il primo è stato il cercare di fare un punto della situazione degli aiuti che spettano al settore: dal Piano di Sviluppo Rurale al PSR alla PAC. Ed è emerso che purtroppo ancora troppe aziende stanno aspettando i contributi spettanti anche relativi al 2015/2016 e addirittura alcune realtà sono ferme alla passata programmazione. Fondi che dovevano arrivare nel 2013, ma che in realtà ad oggi non sono ancora stati assegnati. Abbiamo anche affrontato il tema della fauna selvatica e in particolare la predazione del lupo. Va benissimo la procedura degli indennizzi, ma non si deve perdere di vista il settore e soprattutto bisogna garantire la difesa dei pascoli valdostani. Inoltre abbiamo accennato ai vari strumenti che Coldiretti sta mettendo in piedi per la valorizzazione e la difesa dei prodotti agricoli valdostani ed infine abbiamo individuato i principali servizi utili ad andare verso una logica di sburocratizzazione del sistema.

Si è appena votato per il Parlamento europeo: sono molto i dossier aperti a livello comunitario...
La Riforma della Politica Agricola Comune (Pac) dovrebbe garantire ad una agricoltura di montagna come la nostra le risorse necessarie per continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per l’Italia  e l’Europa. Indebolire l’agricoltura, l’unico settore realmente integrato all’interno dell’Unione Europea, significa sicuramente minare le fondamenta della stessa Ue. La PAC va rafforzata evitando quelle misure che forniscono una rendita. O comunque cercare di premiare chi è veramente agricoltore, chi vive di agricoltura puntando su un’assegnazione di risorse che consideri anche il contributo alla sostenibilità ambientale sociale e all’occupazione da parte delle imprese agricole Ma c’è anche il tema del commercio internazionale dove bisogna procedere nella difesa delle produzioni europee dalla concorrenza sleale e dalle importazioni extracomunitarie che non rispettano gli stessi standard su ambiente, diritti dei lavoratori, infezioni da parassiti, residui fitosanitari e sicurezza alimentare come evidenziato dalla Corte dei Conti Ue. Va in questa direzione la campagna promossa dalla Coldiretti, insieme ad altre nove organizzazioni di diversi Paesi, “EatORIGINal” per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti ed assicurare così le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori.

Le priorità del mondo agricolo a livello italiano...
Sicuramente una politica strutturale sulle Filiere, sulla distintività, sulla Pac, sui servizi, soprattutto sulla difesa dei marchi italiani, l’etichettatura certa e garantita, la sostenibilità ambientale, e, perché no, anche l’educazione alimentare, fauna la selvatica, e le semplificazioni. Sono tutti aspetti proposti dal nostro Presidente Ettore Prandini nell’ultimo Consiglio nazionale e che verranno portati sui vari tavoli da qui ai prossimi cinque anni.


...e quelle a livello valdostano...
Devo ribadire che le principali criticità consistono nel superare l’attuale problematica del sistema degli aiuti al settore, evitando il ripetersi dei ritardi cronici nei pagamenti e delle problematiche irrisolte;  inoltre la scarsa valorizzazione del prodotto agricolo, con remunerazioni spesso al di sotto dei costi di produzione e l’esasperante burocratizzazione stanno togliendo tempo e risorse economiche alle aziende agricole valdostane.

Le turbolenze politiche, ormai quotidiane, non aiutano
La grave situazione di instabilità politica, che sta caratterizzando il Consiglio Regionale sin dalla passata legislatura, ha sicuramente influito negativamente sulla gestione dei problemi del mondo agricolo con evidenti e ripetute contrapposizioni interne all’amministrazione che, purtroppo, hanno alimentato anche delle divisioni tra le organizzazioni agricole che fino ad allora erano state capaci, a mio avvisom di condividere sempre in modo unitario le azioni a favore degli agricoltori. C’è da dire che fino ad oggi l’agricoltura è sempre stata al centro delle attenzioni della politica valdostana, - questo non va negato - ma le minori risorse economiche e le problematiche irrisolte st6anno facendo crescere il malcontento e perdere la fiducia nella politica da parte dei nostri agricoltori.

Sono molti i giovani che scelgono di dedicarsi all’agricoltura...
Da una recente analisi della Coldiretti è emerso che l’Italia è al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under 35 che sono alla guida di 57.621 imprese nel 2018, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente. L’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale con le campagne che possono nuovamente offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative sia che per chi vuole trovare un’occupazione anche temporanea per fare una esperienza a contatto con la natura. Ecco perché occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione, che mai come adesso vuole investire in questo settore il suo futuro.

Superati da poco i primi sei mesi di Presidenza. E’ presto per fare bilanci, ma un punto sul cammino fatto ci può stare...
Tra le tante iniziative mirate a valorizzare e proteggere le nostre produzioni agricole, riscontriamo un costante successo nell’opinione pubblica che riconosce sempre più nei nostri simboli, nelle nostre aziende, nella nostra bandiera gialla, un valore aggiunto in termini di qualità, ovviamente di trasparenza, e anche di sostenibilità ambientale, prendendo, allo stesso tempo, sempre più coscienza della necessità di garantire alle produzioni agricole il giusto prezzo. Siamo in un contesto montano di conseguenza nostri prezzi non potranno mai competere anche soltanto con con quelli del vicino Piemonte, però sicuramenet abbiamo un livello di qualità superiore.

I prossimi passi per l’associazione?
Siamo in linea con l’agenda programmatica di Coldiretti nazionali e in questi sei mesi abbiamo messo in piedi una collaborazione con ADAVA e gli albergatori valdostani, quindi contatto diretto tra il prodotto agricolo valdostano e l’albergo, inoltre stiamo ideando anche in Valle d’Aosta delle filiere verticali puntando, sempre più, ad un miglioramento dei servizi, e voglio dire ai vari attori che andranno a redigere il Piano di Sviluppo Rurale che Coldiretti, vista la sua presenza radicata sul territorio con tre uffici zona e più di 5300 tesserati, è sicuramente una delle associazioni che potrà dare il suo contributo e vorremmo essere interpellati e partecipare ai tavoli in modo più che attivo. Abbiamo il polso delle criticità, ma pure delle virtù future che l’agricoltura valdostana potrà mettere in campo.

Un sogno imprenditoriale-associativo da realizzare?
L’unione fa la forza. Ed il sogno che posso immaginare per gran parte degli agricoltori potrebbe essere un mix unico e irripetibile tra cibo, cucina, cultura, turismo e paesaggio che possiamo offrire in Valle d’Aosta in grado di rappresentare quella leva competitiva con cui la nostra agricoltura di montagna potràaffrontare le sfide di oggi e di un futuro prossimo. Logicamente in questo contesto dobbiamo concentrare tutti gli sforzi al fine di mantenere centrale il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio e della biodiversità, una sfida che possiamo vincere grazie anche al supporto fondamentale della nostra base, dando un contributo determinante per il bene delle aziende e per il futuro dell’agricoltura valdostana. 

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