Da sinistra Alessio Nicoletta con il fratello Mattia |
Si è appena svolta l’Assemblea di Coldiretti. Quali sono stati i temi affrontati?
I
temi affrontati sono stati numerosi. Il primo è stato il cercare di
fare un punto della situazione degli aiuti che spettano al settore:
dal Piano di Sviluppo Rurale al PSR alla PAC. Ed è emerso che
purtroppo ancora troppe aziende stanno aspettando i contributi
spettanti anche relativi al 2015/2016 e addirittura alcune realtà
sono ferme alla passata programmazione. Fondi che dovevano arrivare
nel 2013, ma che in realtà ad oggi non sono ancora stati assegnati.
Abbiamo anche affrontato il tema della fauna selvatica e in
particolare la predazione del lupo. Va benissimo la procedura degli
indennizzi, ma non si deve perdere di vista il settore e soprattutto
bisogna garantire la difesa dei pascoli valdostani. Inoltre abbiamo
accennato ai vari strumenti che Coldiretti sta mettendo in piedi per
la valorizzazione e la difesa dei prodotti agricoli valdostani ed
infine abbiamo individuato i principali servizi utili ad andare verso
una logica di sburocratizzazione del sistema.
Si
è appena votato per il Parlamento europeo: sono molto i dossier
aperti a livello comunitario...
La
Riforma della Politica Agricola Comune (Pac) dovrebbe garantire ad
una agricoltura di montagna come la nostra le risorse necessarie per
continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per
l’Italia e l’Europa. Indebolire l’agricoltura, l’unico
settore realmente integrato all’interno dell’Unione Europea,
significa sicuramente minare le fondamenta della stessa Ue. La PAC va
rafforzata evitando quelle misure che forniscono una rendita. O
comunque cercare di premiare chi è veramente agricoltore, chi vive
di agricoltura puntando su un’assegnazione di risorse che consideri
anche il contributo alla sostenibilità ambientale sociale e
all’occupazione da parte delle imprese agricole Ma c’è anche il
tema del commercio internazionale dove bisogna procedere nella difesa
delle produzioni europee dalla concorrenza sleale e dalle
importazioni extracomunitarie che non rispettano gli stessi standard
su ambiente, diritti dei lavoratori, infezioni da parassiti, residui
fitosanitari e sicurezza alimentare come evidenziato dalla Corte dei
Conti Ue. Va in questa direzione la campagna promossa dalla
Coldiretti, insieme ad altre nove organizzazioni di diversi Paesi,
“EatORIGINal” per estendere l’obbligo di indicare in etichetta
l’origine di tutti gli alimenti ed assicurare così le stesse
garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta
l’Unione Europea dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile
2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori.
Le
priorità del mondo agricolo a livello italiano...
Sicuramente
una politica strutturale sulle Filiere, sulla distintività, sulla
Pac, sui servizi, soprattutto sulla difesa dei marchi italiani,
l’etichettatura certa e garantita, la sostenibilità ambientale, e,
perché no, anche l’educazione alimentare, fauna la selvatica, e le
semplificazioni. Sono tutti aspetti proposti dal nostro Presidente
Ettore Prandini nell’ultimo Consiglio nazionale e che verranno
portati sui vari tavoli da qui ai prossimi cinque anni.
...e
quelle a livello valdostano...
Devo
ribadire che le principali criticità consistono nel superare
l’attuale problematica del sistema degli aiuti al settore, evitando
il ripetersi dei ritardi cronici nei pagamenti e delle problematiche
irrisolte; inoltre la scarsa valorizzazione del prodotto
agricolo, con remunerazioni spesso al di sotto dei costi di
produzione e l’esasperante burocratizzazione stanno togliendo tempo
e risorse economiche alle aziende agricole valdostane.
Le
turbolenze politiche, ormai quotidiane, non aiutano
La
grave situazione di instabilità politica, che sta caratterizzando il
Consiglio Regionale sin dalla passata legislatura, ha sicuramente
influito negativamente sulla gestione dei problemi del mondo agricolo
con evidenti e ripetute contrapposizioni interne all’amministrazione
che, purtroppo,
hanno alimentato anche delle divisioni tra le organizzazioni agricole
che fino ad allora erano state capaci, a
mio avvisom
di condividere sempre in modo unitario le azioni a favore degli
agricoltori. C’è
da dire che fino ad oggi l’agricoltura
è sempre stata al centro delle attenzioni della politica valdostana,
-
questo non va negato - ma
le minori risorse economiche e le problematiche irrisolte st6anno
facendo crescere il malcontento
e perdere
la
fiducia nella politica da
parte dei nostri agricoltori.
Sono
molti i giovani che scelgono di dedicarsi all’agricoltura...
Da
una recente analisi della Coldiretti è emerso che l’Italia è al
vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under
35 che sono alla guida di 57.621 imprese nel 2018, in aumento del
4,1% rispetto all’anno precedente. L’agricoltura è tornata ad
essere un settore strategico per la ripresa economica ed
occupazionale con le campagne che possono nuovamente offrire
prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee
innovative sia che per chi vuole trovare un’occupazione anche
temporanea per fare una esperienza a contatto con la natura. Ecco
perché occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte
importante della nostra generazione, che mai come adesso vuole
investire in questo settore il suo futuro.
Superati
da poco i primi sei mesi di Presidenza. E’ presto per fare bilanci,
ma un punto sul cammino fatto ci può stare...
Tra
le tante iniziative mirate a valorizzare e proteggere le nostre
produzioni agricole, riscontriamo un costante successo nell’opinione
pubblica che riconosce sempre più nei nostri simboli, nelle nostre
aziende, nella
nostra bandiera gialla,
un valore aggiunto in termini di qualità, ovviamente
di
trasparenza, e
anche di
sostenibilità ambientale, prendendo, allo stesso tempo, sempre più
coscienza della necessità di garantire alle produzioni agricole il
giusto prezzo.
Siamo in un contesto montano di conseguenza nostri prezzi non
potranno mai competere anche soltanto con con quelli del vicino
Piemonte, però sicuramenet abbiamo un livello di qualità superiore.
I
prossimi passi per l’associazione?
Siamo
in linea con l’agenda programmatica di Coldiretti nazionali e in
questi sei mesi abbiamo messo in piedi una collaborazione con ADAVA e
gli albergatori valdostani, quindi contatto diretto tra il prodotto
agricolo valdostano e l’albergo, inoltre stiamo ideando anche in
Valle d’Aosta delle filiere verticali puntando, sempre più, ad un
miglioramento dei servizi, e voglio dire ai vari attori che andranno
a redigere il Piano di Sviluppo Rurale che Coldiretti, vista la sua
presenza radicata sul territorio con tre uffici zona e più di 5300
tesserati, è sicuramente una delle associazioni che potrà dare il
suo contributo e vorremmo essere interpellati e partecipare ai tavoli
in modo più che attivo. Abbiamo il polso delle criticità, ma pure
delle virtù future che l’agricoltura valdostana potrà mettere in
campo.
Un
sogno imprenditoriale-associativo da realizzare?
L’unione
fa la forza. Ed il sogno che posso immaginare per gran parte degli
agricoltori potrebbe essere un mix unico e irripetibile tra cibo,
cucina, cultura, turismo e paesaggio che possiamo offrire in Valle
d’Aosta in grado di rappresentare quella leva competitiva con cui
la nostra agricoltura di montagna potràaffrontare le sfide di oggi e
di un futuro prossimo. Logicamente in questo contesto dobbiamo
concentrare tutti gli sforzi al fine di mantenere centrale il ruolo
dell’agricoltore come custode del territorio e della biodiversità,
una sfida che possiamo vincere grazie anche al supporto fondamentale
della nostra base, dando un contributo determinante per il bene delle
aziende e per il futuro dell’agricoltura valdostana.
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