Vi propongo un'anticipazione di quanto troverete sul Corriere della Valle di questa settimana, in edicola a partire da venerdì. Un Corriere ampiamente dedicato alla tornata elettorale con servizi, interviste, fotografie e, ovviamente, tutti i risultati comune per comune.
Roberto Nicco (Alleanza Autonomista Progressista) e Antonio Fosson (Vallée d’Aoste) sono i due nuovi parlamentari della Valle d’Aosta. Il primo, candidato alla Camera, ha vinto di misura con 29.311 voti (39,12%) contro i 28.439 (37,84%) di Ego Perron in un testa a testa davvero appassionante fino agli ultimi venti seggi quando Nicco ha dimostrato di avere ancora fiato per correre la sua corsa fino in fondo e ampliare il suo vantaggio. Il secondo si è aggiudicato la sfida più agevolmente con 29.186 voti (41,39%) contro i 26.375 (37,4%) del senatore uscente Carlo Perrin. Poco meno di tremila voti che hanno permesso al neoeletto senatore di fare una corsa in scioltezza, perdendo la sfida soltanto di una manciata di voti (7.103 contro 7.512) perfino nel capoluogo regionale, da sempre più ostico alle forze regionaliste. Nel 2006 il senatore uscente Augusto Rollandin aveva raccolto soltanto 5.402 suffragi (26,6%) contro i 9.121 (44,9%) di Perrin. Un gap ad Aosta quasi annullato che unito alla riconquista di numerosi comuni, nel 2006 appannaggio del Galletto, ha reso la strada di Fosson meno accidentata. Operazione non riuscita invece a Perron che nel capoluogo ha accusato un distacco di quasi duemila voti (8.396 contro 6.470), determinanti per il risultato finale.
Gli altri schieramenti
Rispetto al 2006 lo scenario degli altri sfidanti si è semplificato. Da otto liste in gara si è passati a cinque. Il Popolo delle Libertà alla Camera e al Senato ha fatto registrare score percentuali e assoluti leggermente migliori rispetto al 2006: Giuseppe Gambardella ha raccolto 13.877 suffragi (18,52%) contro i 13.374 di Massimo Lattanzi (17,0%) e Cleto Benin ha toccato quota 12.166 (17,25%) contro gli 11.505 (15,6%) di Luigi Magnani. La Lega Nord al Senato con Sergio Ferrero ha sfiorato il 3% (2.081 voti contro i 1.573 del 2006) e alla Camera con Patrizio Giovannacci ha fatto ancora meglio arrivando al 3,1% (2322 suffragi contro i 1566 dell’ultima tornata elettorale). Un risultato generato esclusivamente dalla presenza del simbolo visto che i due candidati hanno fatto pochissima campagna elettorale sul territorio regionale. Nessuna sorpresa per il risultato di Azione Sociale con Alessandra Mussolini: Marinella Monza al Senato ha raccolto soltanto 712 voti (1,01%) e Giancarlo Borluzzi alla Camera 1066 (1,42%). Nel 2006 la lista era arrivata al 2% con una candidatura di eccezione come quella di Alessandra Mussolini.
Il clima in sala stampa
I primi risultati del senato fanno pensare ad un film a parti invertite rispetto al 2006. Fosson vince un po’ dappertutto con convinzione. Recupera alcuni comuni che nel 2006 avevano improvvisamente cambiato casacca e dove Perrin mantiene il punto riduce il distacco. L’impressione è che Aosta potrebbe diventare decisiva. In realtà già all’ottantunesima sezione scrutinata il risultato appare delineato. Fosson ha sino ad allora il 43,5% dei voti contro il 36%, la forbice appare ormai incolmabile. Inoltre le prime sezioni di Aosta che compaiono sui teleschermi confermano che il trend di Perrin nel capoluogo regionale non è assolutamente quello del 2006. Nel frattempo arrivano i primi risultati della Camera. Fino alla sezione 50 il trend appare simile a quello di Fosson, addirittura alcuni risultati farebbero pensare ad un successo più rotondo. Interpellato per un primo commento Rudi Marguerettaz, coordinatore regionale di Stella Alpina, preferisce attendere che il risultato di Perron si comprenda meglio. E non è soltanto per scaramanzia. Le prime sezioni di Aosta fanno presagire un cambio di marcia. Di lì a poco inizia un testa a testa impressionante. Poco dopo le 19 Nicco è ancora in testa per una manciata di voti. 17.835 contro 17.799. Da quel momento in poi il distacco lentamente si allarga. Intanto in sala stampa è arrivato anche Fosson per le interviste di rito. Il suo arrivo in solitaria fa pensare più d’uno che il risultato di Perron possa essere compromesso. Si sa il siège solitamente batte quasi sempre la sala stampa sul tempo. Fosson non conferma e invita a tenere gli occhi sui teleschermi dove il gap tra i due sfidanti appare ancora colmabile. A distanza di mezz’ora arriva anche Guido Cesal, il presidente dell’Union. Conferma. Perron dovrebbe perdere di circa 600-700 voti. Si sbaglierà di poco. L’incrocio è fatto. Una soluzione che non piace affatto al presidente dell’Uv. «E’ la soluzione peggiore. Si ritorna ai tempi di Pierre Fosson e Ruggero Millet, per noi una delle legislature peggiori – commenta a caldo –. Dovremmo riflettere a lungo sul significato di questo voto. Di positivo c’è che è stata chiaramente battuta la dissidenza autonomista che oggi ha portato acqua al mulino della sinistra, l’altra vincitrice di questa tornata elettorale insieme all’Union». Analisi ovviamente non condivisa da Elio Riccarand, coordinatore regionale dell’Arcobaleno per il quale il progetto dell’alleanza autonomista progressista ha comunque raggiunto un risultato importante. «Va valorizzato il lavoro fatto e si deve proseguire con l’alleanza in vista delle regionali lavorando su un programma comune» conclude Riccarand. In sala stampa anche il Presidente della Giunta Luciano Caveri che sceglie un profilo di «compostezza istituzionale». Concede l’onore delle armi a Carlo Perrin, si dice vicino a Perron, fa gli auguri a Nicco e abbraccia idealmente Fosson «sicuro che sarà un grande Senatore della Valle d’Aosta».
I candidati
In sala stampa dalle prime ore ci sono Sergio Ferrero e Patrizio Giovannacci della Lega Nord. Non si vedranno invece né Borluzzi e Monza di Azione Sociale (assenze già note per motivi personali) né Gambardella e Benin del Pdl. Poi, quando è ormai certa la sconfitta, si presenterà Carlo Perrin. Seguito da Antonio Fosson che si presta alle interviste di rito. Più tardi anche Ego Perron si presenterà ai giornalisti. «Sono convinto di aver fatto il mio dovere fino in fondo – spiegherà – ho comunque recuperato diecimila voti. Guardando ai risultati credo che qualcuno a metà campagna si sia convinto di aver già vinto e si è messo a pensare alle regionali. Comunque non ho nulla da rimproverarmi. Sono a disposizione dell’Union Valdôtaine e della coalizione». Infine Roberto Nicco. Il riconfermato deputato con una battuta accenna «alle larghe intese fatte dai valdostani» riferendosi al voto incrociato. Un commento che però si rivela anche una possibile lettura politica visto che lo stesso Nicco non manca di sottolineare come «nei due programmi elettorali dell'Alleanza autonomista progressista e del centro autonomista ci sono punti comuni che ci consentiranno di lavorare insieme, come il principio dell'intesa, la richiesta di un parlamentare europeo per la Valle d'Aosta e la legge sulla montagna». La stretta di mano tra senatore e deputato sarà il preludio di un lavoro comune? Di certo per entrambi la legislatura non sarà semplice visto che il loro voto non è più determinante né alla Camera né al Senato.
Il crinale fra protesta e democrazia
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