Presentare il «Progetto Museo» inteso non solo come luogo di conservazione, ma come polo di ricerca, valorizzazione, divulgazione e didattica del patrimonio, attraverso l'analisi dei beni culturali di interesse demo-etno-antropologico e artigianale, nonché di natura materiale ed immateriale che concorrono a formare l'identità individuale e collettiva. E’ questo uno degli obiettivi del laboratorio «Il patrimonio artigianale locale: tutela, valorizzazione e didattica» attivato presso il terzo anno del corso di laurea in Scienze dell’Educazione ai beni ambientali e culturali dell’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste, in collaborazione con l’Ivat VdA.
Condotto da Nurye Donatoni, conservatore - responsabile museale del Mav, il futuro Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione, in fase di allestimento a Fénis e di prossima apertura, il percorso alterna ore teoriche a esercitazioni pratiche e presterà particolare attenzione alla realtà artigianale regionale, che sarà confrontata con le zone alpine limitrofe (ad es. Francia e Svizzera). Il programma del corso prevede, inoltre, visite guidate a mostre e a sedi museali, con il coinvolgimento di diverse figure professionali che collaborano all'interno del Mav. Tra le finalità del corso, infatti, quella di formare i ragazzi in previsione di eventuali lavori di tirocinio e di stage presso il Museo.
«La collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta – precisa il Presidente dell’Ivat, Rudi Marguerettaz - si inserisce in un progetto culturale di largo respiro che l’Ivat ha intrapreso da diverso tempo e che vedrà la prossima apertura del Mav quale punto di riferimento dell’artigianato, in cui si ritrovino i tratti caratteristici del patrimonio culturale valdostano. Il percorso attivato con l’Università si inserisce in questo contesto. Il Mav, infatti, è stato concepito come luogo di ricerca e sperimentazione, oltre che di conservazione e salvaguardia dei manufatti artigianali locali: il coinvolgimento dei giovani studenti, che potranno trovare in futuro anche una posizione di collaborazione lavorativa con il Museo, va in questo senso».
Il corso, che si svolgerà nel primo semestre, è iniziato il 16 ottobre e terminerà alla fine del mese di gennaio 2009.
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
2 commenti:
ho l'impressione che questa Università (?), invece di aprirsi, si stia sempre più chiudendo, tra laboratori locali, collaborazioni con i sindaci (pardon, il Celva), ecc.
A quando un laboratorio sulla fontina?
p.s. i miei figli, che sono alle superiori, hanno già deciso, che, in ogni caso, se andranno all'Università, non sarà ad Aosta.
@Courthoud
Personalmente sono convinto che l'Università vada fatta lontano da casa. In questa maniera diventa formativa su più fronti. Io per diversi anni ho fatto il pendolare siccome avevo iniziato già a scrivere per alcuni giornali e mi sono fermato a Torino per pochi mesi. Un po' mi dispiace. Sono anche convinto che la nostra Università debba aprirsi sempre di più a collaborazioni con altri atenei(possibilmente internazionali). So che molti docenti stanno spingendo parecchio sugli Erasmus ma, purtroppo, con scarsi risultati. Evidentemente noi valdostani non abbiamo molta voglia di abbandonare la petite patrie...
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