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Roberto Nale, presidente Fiaip |
Prima di tutto spieghiamo bene che cosa è il Fiaip, quali sono le sue funzioni e chi ne fa
parte a livello italiano e valdostano…
La Fiaip è il primo sindacato
di categoria degli agenti immobiliari in Italia. L’acronimo recita proprio "Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali" perché al suo
interno accoglie essenzialmente operatori autonomi e individuali. I
grandi franchising normalmente non ne fanno parte. E’ nata circa 30 anni fa
dall’iniziativa di un gruppo di mediatori che, come tutti i sindacati,
intendeva cercare di dare dei contenuti, dei suggerimenti al legislatore per
migliorare l’apparato normativo, il rapporto con i consumatori e, soprattutto, per
dare dei servizi e cercare di qualificare i suoi aderenti. Fiaip ha una
struttura nazionale con sede a Roma. C’è un’organizzazione che prevede un
congresso quadriennale nel quale vengono nominati il Presidente nazionale e i
vari presidenti di settore: dalla mediazione creditizia al turismo. In sintesi
c’è un governo che attua le decisioni di un Consiglio nazionale al quale
partecipano tutti i presidenti delle varie regioni e province. A cascata gli associati
portano le loro idee a livello centrale, queste vengono elaborate, discusse, decise e poi attuate. Al centro di tutto c’è l’associato. A livello regionale siamo
aderenti a Confindustria. Presso di loro abbiamo la nostra sede dove svolgiamo
le nostre riunioni, le nostra attività. Anche qui c’è un Consiglio direttivo,
in carica sempre quattro anni, che io presiedo e che organizza le attività. Prevalentemente
di carattere formativo, ad esempio dei corsi di aggiornamento, poi proponiamo
anche tutta una serie di servizi agli associati.
Qualche settimana fa avete presentato la nuova edizione dell’Osservatorio FIAIP del mercato immobiliare
valdostano. Qual è la situazione della nostra regione?
L’Osservatorio è uno strumento
statistico che serve a dare maggiore trasparenza al mercato e a capire quali
sono i maggiori orientamenti del momento. E’ realizzato su scala nazionale ed è
recepito anche a livello parlamentare.
Poi tutte le regioni so organizzano per proporre un’analisi di tipo locale. Per
quanto riguarda la Valle attualmente si può fare un discorso generale. Tutta l’Italia
attraverso un momento globalmente difficile e credo che tutto sommato la Valle
d’Aosta sia simile dal punto di vista del mercato immobiliare. Anche perché noi
abbiamo un mercato di seconde case che è importante ed indirizzato ad italiani
generalmente non valdostani. Poi un mercato della prima casa che si appoggia al
credito, il quale si sta comportando in Valle come altrove.
A livello di prezzi possiamo fare una carrellata fra
le località valdostane? Dalla meno appetita alla più appetita….?
Va fatta una premessa sui
prezzi. E cioè che il calo della domanda che si è riscontrato dal 2008 e che
costantemente è andato crescendo confrontandosi con una offerta rimasta tutto
sommato simile fa sì che ci sia stata una pur lenta, pur graduale riduzione dei
prezzi. I prezzi di oggi rispetto ai massimi del 2007 sono ridotti di circa un
20%, volendo fare una media generale. Se allora per un’immobile usato una
valutazione media poteva essere intorno ai 2500 euro oggi siamo tornati a 2000.
Poi ci sono i casi particolari, cioè gli oggetti introvabili come l’appartamento
molto bello in centro a Courmayeur con la vista, con le comodità, con il garage.
In questi casi rivolti ad una fascia di utenza che non ha vissuto in modo
stravolgente la crisi non si sono verificate riduzioni di prezzo. Un simile
ragionamento possiamo dire che vale un po’ per tutte le località più rinomate
della Valle d’Aosta. Nel nostro Osservatorio noi abbiamo censito tutti i comuni
principali della Valle diamo delle indicazioni che variano da un minimo ad un
massimo per tre tipologie di immobili: nuovi o ristrutturati a nuovo, in buono
stato abitabile e da ristrutturare. E distinguiamo anche i quartieri più
importanti, ad esempio i centri storici che in alcuni casi sono un place in
altri risultano meno appetibili. Ci sono zone economicamente meno agevolate
come la Bassa Valle, cioè Verrès , Donnas, con valori più contenuti e le zone
turistiche con valori decisamente più importanti. Se vogliamo dare un’indicazione
media per la città di Aosta si può dire che oggi un valore medio per un
immobile usato in discrete condizioni è tornato intorno ai 2000-2200 euro al
metro quadro.
In occasione di questa terza edizione, avete
dato spazio, oltre all’andamento del mercato immobiliare residenziale
negli ultimi 12 mesi, anche alla Certificazione
Energetica degli edifici, come mai?
Io sono stato alcuni
anni fa a Bruxelles ad un convegno di agenti immobiliari in cui si parlava di energia
ed ero rimasto stupito dall’apprendere che l’emissione di Co2 nell’atmosfera è
dovuto principalmente alla casa, ben il 40% delle emissioni deriva dal consumo
di energia degli edifici. Da quel momento, presa coscienza di quel problema, il
legislatore, in primis quello europeo e a cascata gli Stati e le Regioni, hanno dovuto, chi con più tempismo chi meno, e
in Italia non siamo fra i più rapidi, recepire delle normative che impongono una
più attenta strutturazione degli edifici con molta più attenzione ai consumi
energetici, quindi edifici che consumino meno ed inquinino meno di conseguenza.
Siamo arrivati adesso a questa norma che impone che ci sia una classificazione
degli edifici a seconda dei consumi e questo è l’inizio di una rivoluzione che
io credo che in futuro diventerà sempre più importante anche nella valutazione
degli immobili. Sino ad oggi l’aspetto dei consumi non era mai stato preso in
considerazione. Da oggi noi abbiamo l’obbligo di indicare già nelle pubblicità
degli immobili quanto consumano e pertanto sempre più rapidamente nella
mentalità delle persone che intendono acquistare un immobile subentrerà anche
questo fattore. In alcuni Paesi del Nord Europea questo è già un dato
acquisito. Noi iniziamo adesso ma è senz’altro un tema di grande attualità al
quale bisogna prestare molta attenzione.
Come si diventa agenti immobiliari?
Da un punto di vista teorico
si tratta di frequentare un corso organizzato dall’Amministrazione regionale
della durata di 140 ore con l’obbligo di frequenza. Finito il corso è previsto un
esame. Se lo si supera si accede alla qualifica. I corsi però in realtà non
insegnano a fare l’agente immobiliare. Sono teorici e se non c’è l’esperienza è
molto difficile riuscire a farlo seriamente. E’ consigliabile lavorare in un’agenzia
un po’ di anni, prendere coscienza del tipo di attività e poi dopo, magari, si
può dire di essere degli agenti immobiliari.
Dovendo mandare un telegramma urgente a chi lo
invierebbe e che cosa ci scriverebbe?
Io lo invierei alla
categoria innanzitutto, ma più in generale a tutti quanti. Io credo che il momento difficile che stiamo vivendo sia
superabile se ciascuno di noi nel suo piccolo si prende maggiori responsabilità
sull’attività che fa e magari lo fa con maggiore coscienza sociale. Nel nostro
lavoro è estremamente importante. Ma io credo in qualsiasi tipo di attività.
Probabilmente se ci troviamo in questa particolare situazione è perché abbiamo dimenticato questo tipo di operare.
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