13 giugno 2013

Banca d'Italia: Nel 2012 il Pil della Valle d'#Aosta è diminuito dell'1,8 per cento

Da sinistra Antonio Ferraro, il Direttore Gennaro Maria Argirò e Marta Auticchio
Questa mattina con la consueta conferenza stampa è stato presentato il rapporto di Banca d'Italia dal titolo «L'economia della Valle d'Aosta». Inutile dire che il 2012 descritto dal direttore Gennaro Maria Argirò e dal suo staff (Marta Auricchio, Antonio Ferraro, coadiuvati dal torinese Roberto Cullino) è stato un Annus  Horribilis. In tragica perfetta sintonia con l'economia nazionale. Anzi, il consueto ritardo con cui si manifestano i fenomeni economici in Valle sembra disegnare uno scenario con qualche tinta più fosca se non del quadro nazionale di sicuro dell'area del Nord Ovest.

Come è mia abitudine in questo blog propongo ai visitatori di ImpresaVda il sommario di un testo complessivamente costituito da 81 pagine disponibile integralmente sul sito della Banca d'Italia. 
Nei prossimi giorni proporrò alcuni passaggi in versione antologica per proseguire insieme la riflessione. Vorrei augurarti buona lettura, ma di certo il tema non è ameno.

Nel 2012 l'attività economica della Valle d'Aosta si è contratta. Secondo le stime di Prometeia, il prodotto regionale in termini reali è diminuito dell'1,8 per cento, in misura inferiore alla media nazionale.
Nel settore manifatturiero la flessione della domanda interna ed estera ha determinato un calo della produzione e del fatturato delle imprese. La spesa per investimenti è risultata contenuta.
L'attività economica nell'edilizia ha continuato a ridursi; vi ha influito il deterioramento della domanda sia privata sia pubblica. È proseguita la diminuzione delle compravendite immobiliari; i prezzi delle abitazioni in termini nominali hanno iniziato a diminuire nel secondo semestre dell'anno. Il valore e il numero dei bandi per appalti pubblici sono calati fortemente.
Nei servizi il valore aggiunto si è ridotto dello 0,6 per cento, sulla base delle stime di Prometeia, principalmente per il calo nel comparto del commercio, che ha continuato a risentire della debolezza dei consumi delle famiglie, e in quello dei trasporti. Il movimento turistico è invece cresciuto per il contributo positivo sia della componente italiana sia di quella straniera.
Nel 2012 il numero di occupati è nuovamente calato; vi ha influito l'ulteriore flessione nel settore delle costruzioni e la riduzione in quello dei servizi. Il numero di occupati è diminuito nelle classi di età fino a 44 anni. Il tasso di disoccupazione è salito di quasi due punti percentuali, al 7,1 per cento. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono aumentate, soprattutto per l'apporto della componente straordinaria e in deroga.
Nel 2012 i prestiti bancari alla clientela residente in regione sono diminuiti. La riduzione ha riguardato sia i finanziamenti alle imprese sia quelli alle famiglie consumatrici. Sul calo hanno continuato a pesare le difficoltà di accesso al credito, che si sono accompagnate a una diminuzione della domanda. Nel primo trimestre dell'anno in corso la dinamica del credito è tornata ad essere positiva per le imprese, mentre hanno continuato a ridursi i prestiti alle famiglie consumatrici.
L'andamento negativo dei finanziamenti alle famiglie ha riflesso la contrazione sia dei mutui immobiliari sia del credito al consumo. Le nuove erogazioni per l'acquisto di abitazioni si sono ridotte e si sono ulteriormente concentrate presso le fasce più anziane della popolazione; si è arrestata la tendenza all'aumento di quelle di importo elevato. Negli anni tra il 2007 e il 2011 è cresciuta la quota di famiglie valdostane indebitate e l'incidenza della rata del mutuo sul reddito di queste famiglie è lievemente aumentata, restando comunque inferiore alla media del Nord Ovest e a quella nazionale.
La riduzione dei prestiti alle imprese ha riguardato principalmente i finanziamenti collegati alla gestione del portafoglio commerciale, in connessione alla flessione delle vendite; sono diminuite anche le forme a scadenza, a causa della scarsa attività di investimento. Si sono ulteriormente contratti i finanziamenti alle attività manifatturiere ed è diventato negativo il tasso di crescita dei prestiti al settore delle costruzioni.
Il perdurante stato di debolezza dell'attività economica si è riflesso sul peggioramento della qualità del credito. La dinamica è riconducibile principalmente all'aumento di nuove sofferenze tra le imprese, in particolare tra quelle delle costruzioni. Gli indicatori prospettici prefigurano un ulteriore abbassamento della qualità dei portafogli delle banche. Si è lievemente deteriorata anche la qualità del credito alle famiglie consumatrici.
La raccolta bancaria presso le famiglie e le imprese è tornata a crescere sospinta dall'incremento delle componenti a scadenza protratta, più remunerative, a fronte del calo dei conti correnti e dei pronti contro termine. L'ammontare dei titoli depositati dalle famiglie presso le banche, misurato al fair value, è diminuito; sono calati gli investimenti in obbligazioni e in titoli di Stato italiani a fronte di un aumento di quelli in azioni e in quote di OICR.

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