Costantino
Charrère (merito anche delle figlie Eleonora ed Elena alle cui
solide mani è ora affidata l'azienda, senza dimenticare il sostegno
appassionato della moglie Imelda) ha uno sguardo fisso sul futuro e
piedi ben piantati su un passato consolidato.
Fare viticoltura in
Valle d'Aosta (con l'etichetta Les Crêtes produce, su
un territorio di venti ettari,
180mila
bottiglie per un fatturato di 1,4
milioni) vuol dire confrontarsi con i difficili terreni montani che
più che sfidati devono essere compresi.
Green e innovazione sono le
leve sapientemente mosse dal maggior produttore privato di vino
valdostano che, ancora nel marzo 2014, grazie al suo Chardonnay Cuvèe
Bois 2011, è stato selezionato dalla rivista Wine
Spectator,
fra le 100 migliori cantine Italiane.
L’intera
gestione agronomica di Les Crêtes è basata sul rispetto e sulla
valorizzazione del “terroir”,
con la ferma convinzione che essere in armonia con l’ambiente,
rispettare e preservare il terreno e il suo equilibrio è
fondamentale per continuare ad avere buon vino. Da alcuni anni Les
Crêtes applica i
principi dell’agricoltura
biodinamica e biologica
su selezionati appezzamenti, al fine di porre le basi di una
viticultura sempre più sostenibile. Ma
in generale sono tante le scelte “verdi” dell'azienda.
«Si va
dal non utilizzo di insetticidi – spiega Costantino - sostituiti
con il controllo per confusione sessuale degli insetti alla gestione
del vigneto con pratiche agronomiche e a basso impatto chimico,
all'impianto fotovoltaico di 15Kw, all'utilizzo di energia
idroelettrica prodotta da acqua per caduta, all'installazione
nell'impiantistica di due pompe di calore per il ricupero energetico.
E prossimamente, in azienda, vogliamo realizzare una piletta per il
ricarico di auto elettriche».
Sul fronte dell'innovazione non va
dimenticato la sperimentazione di tappi prodotti con materiali
bioplastici di origine vegetale con zero impronta di carbonio e l'uso
di tappi a vite Stelvin
che consentono una marcata riduzione di additivi
all'imbottigliamento. Ma su tutto attualmente – l'inaugurazione è
prevista per il mese di giugno – si eleva
con forza
la nuova cantina (un
investimento da due milioni di euro),
progettata
dall'architetto di Courmayeur Domenico Mazza, perfetta
sintesi tra tradizione e modernità. Dotata
di
una sala degustazione motivazionale vuole essere una
sorta di «Rifugio»
per gli appassionati
del vino.
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
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