19 ottobre 2017

Germano Gorrex (#FédérationdesCoopératives): il mondo della cooperazione coinvolge oltre 58mila valdostani

Germano Gorrex
Questa settimana proponiamo l’intervista a Germano Gorrex, Direttore della Fédération des Coopératives Valdôtaines.

Prima di tutto diamo un po’ di numeri del mondo cui fate riferimento?
La  nostra realtà associativa è  composta  da 269 aderenti, di cui 124 cooperative, 129 Consorzi di miglioramento fondiario e 16  Enti diversi, quali associazioni ed enti non commerciali. Gli  Enti aderenti alla Fédération aggregano complessivamente oltre 58.000 soci,  a dimostrazione  di quanto sia presente e sentita, nella comunità valdostana, la volontà di partecipare a percorsi di mutualità e d’intendere l’appartenenza al territorio in una dimensione partecipativa (un valdostano su due partecipa ad un percorso mutualistico).  Con riferimento alla presenza della cooperazione nel territorio regionale, i dati statistici nazionali ci collocano tra le prime dieci regioni d’Italia  per numero di cooperative rispetto al numero degli abitanti. Ci collochiamo, infatti, nella fascia alta (15-19 cooperative ogni 10 mila abitanti). Se spostiamo l’attenzione al profilo occupazionale, le nostre cooperative  danno lavoro a più di 1.000 persone, con l’85% dei contratti a tempo indeterminato e circa il 70% di occupazione femminile.  Le nostre cooperative si misurano, quotidianamente, con i bisogni dei propri soci e con le sfide del mercato, mantenendo sempre la massima attenzione ai principi e all’identità cooperativa. Nel 2016 gli enti associati alla Fédération hanno sviluppato un fatturato aggregato  che si assesta intorno ai 95 milioni di euro, di cui il 46% proviene dal comparto agroalimentare, il 24% dal comparto sociale, il 17% dalle cooperative di lavoro e il restante 10% dal comparto elettrico. Il comparto agroalimentare è composto principalmente da caseifici e cantine sociali, con la presenza di una cooperativa nel comparto dell’ortofrutta, rappresentata dalla cooperativa Cofruits.

Un vostro giudizio sulla legge delega sul terzo settore in materia di impresa sociale?
Nel complesso il giudizio è positivo: si tratta di una riforma attesa da tempo, che mette ordine in un comparto fino ad ora contrassegnato dalla frammentazione e dalla sovrapposizione delle norme  tra i diversi enti che operano nel terzo settore. Inoltre, la riforma  apre, per la cooperazione sociale, a nuovi spazi di attività in mercati  interessanti e di forte espansione futura: sanità leggera e di territorio, formazione e cultura. Certamente, come tutte le riforme, è perfettibile e i decreti attuativi saranno il banco di prova del perfezionamento della riforma; già ora, però, essa rappresenta un’opportunità per la Fédération perché amplia il mercato della rappresentanza e della vigilanza, allargandolo alle imprese sociali non cooperative che potranno nascere nella nostra Regione.
In più, la riforma sollecita la cooperazione sociale, in quanto Ente di Terzo Settore, a costruire nuove interlocuzioni e a nuove contaminazioni con gli altri Enti del Terzo Settore e con la Pubblica amministrazione.  In particolare, nell’ambito della co-programmazione e della co-progettazione.  Per la cooperazione sociale, questo significa  aprire nuovi spazi per costruire partnership finalizzate a creare programmi e progetti in grado di garantire una presenza territoriale diffusa, evitando così alle cooperative sociali di essere mere esecutrici delle scelte pubbliche e tornando ad essere attori di politica sociale.

In Valle d’Aosta come è il dialogo con le istituzioni?  
Direi che il dialogo è improntato al rispetto reciproco. Vi sono  momenti -  anche per problemi contingenti che necessitano di percorsi di concertazione - dove questo dialogo è più intenso, altri momenti dove invece i rapporti sono più dilatati. In generale, comunque,  stante anche la  dimensione regionale e la facilità dei rapporti personali, il dialogo con le istituzioni è aperto, trasparente e regolare.

  Che cosa può dare l’impresa sociale a quella tradizionale e viceversa…
L’impresa sociale può dare la dimensione partecipativa, l’attenzione per la persona che viene posta al centro dell’impresa, l’etica sociale, mentre direi che l’impresa tradizionale può offrire all’impresa sociale la sensibilità verso l’assunzione del rischio d’impresa, l’approccio al mercato, la finanza e l’innovazione.

La Fédération  è molto impegnata sul versante dei servizi che cosa offrite ai vostri associati?   
Accanto all’attività più prettamente sindacale di rappresentanza e tutela dei nostri associati, la nostra gestione è articolata in diverse aree operative che riguardano principalmente i servizi di supporto agli associati in ambito contabile, fiscale, giuslavoristico e legale. Ci occupiamo, inoltre, della vigilanza delle cooperative associate su delega dell’amministrazione regionale. Particolare attenzione è poi riservata all’attività di divulgazione e formazione, incentrata a sensibilizzare la diffusione della cultura e dell’imprenditorialità cooperativa.  Questo compito è svolto con il supporto del nostro istituto di formazione IRECOOP, che svolge un’intensa attività soprattutto nelle scuole, con lo scopo principale di educare i ragazzi e promuovere la divulgazione dei principi cooperativi. Noi crediamo fortemente nella  formazione scolastica e l’azione condotta dal nostro istituto di formazione ha interessato diverse istituzioni scolastiche in tutto il territorio regionale e si è  caratterizzata  attraverso la costituzione di numerose cooperative scolastiche (Associazione cooperative scolastiche).

Di cosa vi state occupando in questo momento?
Principalmente dei servizi di supporto agli enti soci  attraverso l’espletamento  dei vari  adempimenti di natura fiscale, contabile e di gestione del personale. Stiamo poi seguendo con attenzione il percorso di Alternanza scuola e lavoro che si sta avviando nel corrente anno scolastico,  così come stiamo partecipando attivamente al  processo di revisione e aggiornamento del Piano di Tutela delle acque che interessa i Consorzi di miglioramento fondiario e che andrà a riorganizzare l’intera disciplina normativa in materia di derivazione delle acque e di gestione e tutela delle stesse, secondo i principi delle direttive europee.

Futuri appuntamenti da segnalare?
Il 26 ottobre, alle ore 9,00, presso la sala conferenze della Fédération,  si terrà un seminario in materia  di lavoro che avrà come tema l’analisi del quadro normativo e contrattuale per la regolamentazione dei rapporti lavoro. Tra gli altri argomenti  che verranno trattati, si affronterà la nuova disciplina del contratto di prestazione occasionale a seguito dell’abolizione dei voucher. A novembre - la data è ancora da definire -  sarà organizzato un incontro con i  Consorzi di miglioramento fondiario per l’esame delle proposte che stanno scaturendo dalla revisione del Piano di tutela delle acque, da parte della Regione, che va a regolamentare l’utilizzo della risorsa idrica anche ai fini irrigui.

Un sogno da terzo settore da realizzare?
Riuscire a rilanciare il pensiero della mutualità e dell’identità cooperativa nella Comunità Valdostana e trasferire il patrimonio valoriale della cooperazione alle nuove generazioni.  Il sogno è quello di ridare fiducia nel futuro ai nostri giovani offrendo agli stessi l’opportunità di intraprendere un’esperienza imprenditoriale nel privato sociale orientato alla solidarietà, all’innovazione, al radicamento sul territorio e guidato da princìpi etici. 

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