Questa
settimana proponiamo
l’intervista a Nora
Martinet,
direttore
della
Fondazione per la formazione professionale alberghiera.
Prima di tutto complimenti. Una delle
vostre classi ha vinto la tappa regionale di Imprese in Azione...Di
che progetto si trattava?
Di un progetto di impresa formativa simulata.
Infatti la classe quarta B formata da 23 giuvani studenti del nostro
Istituto professionale ha simulato di essere una società di servizi
la 4BBetter, società che si occupa di organizzazione di eventi
enogastronomici sul territorio valdostano e la sua missione si
concretizza nella valorizzazione del territorio valdostano e dei suoi
prodotti tipici però con la creazione di preparazioni culinarie
tradizionali rivisitate in chiave giovane e dinamica. Il progetto è
un modo per fare alternanza scuola-lavoro, infatti questo progetto si
giova del finanziamento del Fondo sociale europeo e la Fondazione ha
potuto realizzarlo perché ha aderito ai bandi emessi dalla Pubblica
Istruzione che promuovono l’imprenditorialità giovanile.
Si tratta di un progetto più ampio.
Quante classi e quanti ragazzi sono stati coinvolti come Istituto?
Il nostro progetto ha coinvolto tutte le classi
del quinquennio, ogni anno con un progetto particolare. Ad esempio le
classi prime con 49 allievi sperimentano un’area esperienziale che
è un laboratorio di conoscenza del territorio turistico per 50 ore
durante l’anno. Le seconde con 52 allievi avranno e svolgeranno a
luglio uno stage di 100 ore presso le strutture ricettive della Valle
d’Aosta. Le terze anche loro uno stage di 160 ore, mentre le
quarte con 43 allievi si dedicano alla simulazione dell’attività
di impresa. In ultimo le classi quinte con 60 allievi che sono stati
inseriti in 48 aziende diverse, tutte valdostane, per due turni ogni
studente per circa 50 ore. Per la prima volta abbiamo pensato di
inserire gli allievi nelle aziende per ampliare la conoscenza di
tutta la filiera dell’agroalimentare e del vitivinicolo, mentre
fino all’anno scorso i nostri allievi venivano inseriti soltanto
nelle strutture ricettive. Abbiamo voluto aggiungere questo pezzo per
dare delle competenze in più ai nostri allievi e per questo il
progetto si è chiamato “Ambizione d eccellennza”. E’ stata una
bella ambizione provare ad entrare nelle aziende con le quali non
avevamo nessun tipo di relazione a parte i fabbisogni.
Per mettere in piedi un programma così intenso vi siete avvalsi di molti esperti del settore...
La
Fondazione a settembre, dopo che i vari docenti hanno progettato e
approvato il progetto di alternanza scuola-lavoro per tutte le 13
classi dell’itituto che coinvolgono 265 allievi, ha fatto una
scelta cosciente nel senso che dopo un periodo di ricerca ha
individuato una risorsa che avesse delle conoscenze delle politiche
del lavoro e dell territorio e delle aziende dovendo costruire da
zero relazioni che la Fondazione non aveva. Si è trattato di un
investimento. Molti professionisti, ma anche diverse associazioni ci
hanno permesso di realizzare questi progetti, ma anche la Chambre,
gli assessorati che ci finanziano e riconoscono, dal turismo alla
pubblica istruzione alle politiche del lavoro. E’ stato un lavoro
di gruppo molto complesso, però sicuramente la scelta di individuare
una risorsa che si spendesse per la scuola andando a bussare porta a
porta e creando una relazione è stato fondamentale.
Come
era strutturato il vostro progetto nel complesso. Sono
tante le imprese coinvolte?
Si
tratta di un volume orario di quasi 30mila. Abbiamo generato una
quantità di ore impressionante. Le new entries sono state 48 e sul
fronte delle strutture ricettive si tratta di altre 130-140
strutture.
Cosa pensa dell’alternanza
scuola-lavoro? La legge è perfezionabile o tutto sommato va bene
così
In Italia vi sono stati segnali di un crescente
interesse per il sistema duale tedesco considerato un modo per curare
i mali del mercato del lavoro. La legge della Buona Scuola fa
riferimento al modello tedesco e auspica una via italiana al sistema
duale. Però io penso che non è possibile esportare un sistema che
non appartiene all’Italia in Italia, ma si possano sicuramente
tracciare dei modelli percorribili, prendere alcune componenti per
tutti i paesi che desiderano implementare il sistema duale tedesco
altrove. In quanto esso deve essere visto come un punto di partenza e
non di arrivo. E’ un errore metodologico. Detto questo io penso che
la legge 107 sia coraggiosa e che ha accolto sicuramente alcune
componenti del modello tedesco, ma siamo soltanto all’inizio. E’
normale che ci siano delle criticità. Ma occorre avere il coraggio
di farle partire e va fatto tutti insieme: la scuola,
l'amministrazione regionale, gli operatori, i docenti, gli allievi,
le famiglie, le aziende in modo da trovare delle possibili soluzioni.
La qualità dell’offerta valdostana è cresciuta molto in questi ultimi anni. Possiamo dire che è anche merito della Fondazione?
Indirettamente
sì in quanto la Fondazione per far crescere i propri livelli di
qualità dell’offerta formativa nell’ambito della formazione
iniziale propone delle azioni di stage all’estero in strutture di
elevata qualità, realizza laboratori speciali, organizza eventi
tematici, soprattutto realizza tutto questo con l’Adava ed è un
aspetto importantissimo. E’ cresciuta la qualità perché si fa un
lavoro di sinergia.
Cosa
può fare ancora la Fondazione per il turismo valdostano?
Migliorare
quanto fatto fino ad ora e poi mettendosi a disposizione del sistema
turistico valdostano, facendo una analisi dei fabbisogni del settore
e condividendo e mettendo a punto nuove tecniche che possono
interessare tutti i reparti. La sala, il bar, la cucina,
l’housekeeoping.
Torniamo
ai ragazzi. Cosa pensate di fare per il nuovo anno scolastico?
Sicuramente
dovremo analizzare i dati del monitoraggio di quanto fatto
quest’anno. Poi a giugno verrà sviluppato un nuovo progetto. I
docenti saranno impegnati nella
progettazione di dettaglio, quello che posso dire e che partiremo
sicuramente dalle relazioni che abbiamo instaurato con le aziende, e
che tra l’altro si sono tutte rese disponibili a ripetere il
progetto il prossimo anno. Noi possiamo soltanto migliorarci ma non
da soli. E’ importante poter contare sulle aziende del territorio.
Non posso ancora quali novità ci saranno, ma sicuramente ne avremo.
Guarderete alla normativa nazionale se ci saranno novità…
Va
detto che per la natura della Fondazione noi abbiamo sempre fatto
qualcosa in più rispetto a quanto proposto a livello nazionale in
quanto siamo sostenuti a livello di amministrazione regionale
attraverso l’Assessorato al Turismo.
Un sogno da
direttore della Fondazione
da
realizzare?
Creare
un campus dell’era del food dove i giovani attraverso insegnamenti
particolari imparino ad allenarsi alla vita sviluppando le proprie
potenzialità individuali e i propri talenti.
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