21 dicembre 2007

Il rapporto Inail 2003-2006 sugli incidenti sul lavoro e sulle malattie professionali - 2


Approfondimento sulla gravità degli infortuni
Il settore in cui la prognosi media iniziale più elevata è stato nel 2006 quello dell’Agricoltura, seguito dai Trasporti. In generale la prognosi media iniziale nel 2006 è stata di 15,1 giorni, confermando i valori dell’anno precedente (-0,3% rispetto al 2005). Il Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, a partire dal 2002, ha iniziato ad evidenziare gli infortuni sul lavoro legati sia agli incidenti stradali che coinvolgono lavoratori per i quali il viaggiare è attività professionale e la circolazione su strada è “luogo di lavoro”, sia agli infortuni definiti “in itinere”, che occorrono al lavoratore durante il percorso per o dal luogo di lavoro. In effetti, si tratta di eventi che non sono fra i più frequenti, ma con tendenza all’aumento e che hanno, in genere, periodi di prognosi non brevi. (…) particolarmente interessante è il fatto che queste particolari tipologie di infortuni abbiano un peso rilevante nella Pubblica Amministrazione e nella Sanità, rispetto al valore complessivo di tutte le altre cause di infortunio, ma soprattutto sono due le caratteristiche da evidenziare:
1. la prognosi media sempre più elevata rispetto alle altre cause di infortunio;
2. una distribuzione fra i settori molto diversificata fra infortuni in itinere e stradali, probabilmente condizionata
dal limitato numero di eventi a livello di settore.

Altro aspetto, che può essere messo in evidenza utilizzando i dati di fonte USL, è la ricerca di un possibile collegamento fra età dei lavoratori e infortuni: Le informazioni raccolte mettono in luce la situazione preoccupante dei lavoratori anziani maggiormente coinvolti in infortuni con prognosi superiore ai 40 giorni. La tendenza è simile fra uomini e donne. Il numero dei lavoratori anziani coinvolti in infortuni di maggiore gravità non ha un valore assoluto elevato, ma è preoccupante sia per l’andamento superiore alla media, sia per la rilevanza sociale del fenomeno, che coinvolge e danneggia lavoratori vicini al termine della loro carriera lavorativa. Come sempre molto significativo è l’approfondimento degli eventi infortunistici con prognosi definitiva superiore ai 40 giorni sia per la gravità dell’infortunio stesso, sia perché è stato analizzato il fenomeno nella sua manifestazione reale.
In linea con il dato 2005, il numero di infortuni gravi (in valore assoluto) ha subito un aumento del 1,1%. Rapportando il dato con il numero totale degli infortuni, però, possiamo mettere in evidenza come nel 2005 l’11,2% degli infortuni fosse grave; nel 2006 questo rapporto è del 11,6%, mettendo in evidenza una sostanziale stabilità nelle conseguenze degli infortuni.
Una nota di particolare interesse è il mantenimento di un numero di infortuni gravi nell’Edilizia in valore assoluto (da 63 del 2005 a 61 del 2006 rispetto al picco di 98 nel 2004). Un altro aspetto merita di essere sottolineato: l’andamento della prognosi degli infortuni gravi non è molto differenziato, infatti sia gli infortuni stradali, sia gli infortuni in itinere, sia quelli dovuti ad altre cause hanno durate vicine alla durata media. Sono state raccolte informazioni anche sulle possibili cause dell’evento ed inoltre, essendo il dato riferito ad azienda e lavoratore, è stato possibile effettuare la ripartizione per settore produttivo.
Si tratta di una rilevazione particolarmente utile perché si riferisce all’evento nella sua evoluzione reale, l’idea che il peso degli infortuni gravi sia sottostimato spinge ad aumentare gli sforzi per migliorare la conoscenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro.
Analizzando in dettaglio gli eventi infortunistici più gravi, vale a dire con prognosi definitiva di almeno 40 giorni si è cercato di individuare i principali elementi di criticità.
Tra le cause di infortunio più frequenti nel periodo considerato, 2003-2006, sono state:
- Caduta in piano;
- Caduta dall’alto;
- Incidente stradale;
- Schiacciamento a causa di martelli, mazzette o parti meccaniche. Il confronto con l’andamento nel quadriennio mostra come la caduta in piano sia la causa costantemente più frequente di infortunio grave, in pratica è una conferma di una tendenza già evidente nel passato. Si tratta di un elemento da valutare per eventuali interventi di prevenzione.
Per l’anno 2006 si segnalano tendenze contrastanti, in particolare il calo degli infortuni gravi in valore assoluto è rilevante -27%, mentre per contrasto è aumentata la durata delle prognosi passate dalle 64,7 giornate del 2005 alle 71,3 giornate del 2006 con un aumento percentuale pari al +10,2%.

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