Gli amici di Turismok hanno preso in esame la presenza valdostana alla Bit di Milano. Ne è nata anche un'interessante analisi dell'evento che ti propongo.
Anche quest’anno la Bit ha attirato operatori turistici da tutta Italia, ansiosi di comparire in quella che è ancora la vetrina più importante per il turismo nel nostro Paese. Il dubbio comunque resta quello che la Bit sia ormai più importante per gli operatori stessi che per il pubblico, una vetrina a cui le destinazioni e le organizzazioni non vogliono rinunciare, indipendentemente dal riscontro che otterranno nei confronti dei visitatori.
Senza intenti provocatori è doveroso notare questa tendenza, tanto più che nelle stesse conferenze, workshop ed occasioni formative che si svolgono a margine della Bit si critica apertamente ormai da qualche anno la logica ancora poco interattiva e troppo tradizionale che regola questa ed altre fiere. Al di là degli aspetti positivi o negativi, è possibile trarre alcune indicazioni di massima da quest’ultima edizione.
1. Logica geografica vs. logica di prodotto: per quanto riguarda le destinazioni presenti in fiera, ci sono fondamentalmente due tipi di stand: quelli organizzati per aree geografiche/amministrative, e quelli organizzati per prodotti. Nei primi, generalmente i più grandi e dispersivi, si vaga tra banconi tutti uguali facendosi strada tra montagne di depliant, rischiando di non riuscire a farsi un’idea precisa di cosa proponga quella destinazione, anche perché a volte le distinzioni tra territori, province o comuni sono solo nella testa degli amministratori e non in quella dei turisti. Ci sono poi le destinazioni che si organizzano principalmente per prodotti, proponendo, all’interno della destinazione, non solo le diverse aree turistiche, ma anche e soprattutto i prodotti e le esperienze che si possono fruire: è il caso del Trentino ma anche della Valle d’Aosta, che presentano anche materiali promo-commerciali dedicati ai principali prodotti (famiglia, neve, natura, benessere, bicicletta, etc.). In particolare è da sottolineare lo sforzo della Valle d’Aosta verso un’organizzazione del prodotto sempre più tematica: da notare tra gli altri il prodotto fotografia, unica tra le destinazioni a proporre una brochure specifica su questo tema.
2. Logica di vetrina vs. logica di lavoro: vi sono stand palesemente diretti solo al pubblico, organizzati secondo una logica frontale che prevede l’addetto da una parte del bancone ed il turista dall’altra. La Valle d’Aosta fa parte di questa prima categoria. Altre destinazioni, prima tra tutte l’Alto Adige, adotta un approccio molto più improntato sul b2b (business to business), ovvero sulla trattativa commerciale. Lo stand assomiglia quindi più ad un ufficio, curato ma essenziale, dove lo spazio espositivo è ridotto in favore dell’area “workshop”, con tavoli e sedie dove si svolgono gli incontri e le trattative.
3. Logica “illustrativa” vs. logica promo-commerciale: questa distinzione è forse quella fondamentale. In fiere come la Bit si trovano ancora moltissime destinazioni che si presentano con brochure illustrative, alcune ricche di fotografie fine a sé stesse, altre fittissime di testo come manuali di istruzioni. Questo andava bene forse nell’800 per incuriosire i primi pionieri della vacanza, ma ora non interessa più a nessuno. Come detto in precedenza, ormai occorre adottare una logica di prodotto e soprattutto proporsi in un’ottica di promo-comercializzazione. Le destinazioni che adottano questo approccio propongono attività e temi di vacanza, promuovono prodotti e proposte commerciali. In stand come quello della Valle d’Aosta, del Trentino, del Tirolo si trovano brochure tematiche (come quelle elencate in precedenza) che contengono anche proposte commerciali, pacchetti, itinerari e attività, oltre che gli elenchi delle strutture ricettive associate ad ogni prodotto.
In conclusione, il bilancio dell’ultima Bit in riferimento alla Valle d’Aosta è tutto sommato positivo per quanto riguarda le modalità di presentazione dei prodotti e per l’impostazione promo-commerciale dell’offerta. Sicuramente negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti ed anche lo stand si presenta in modo più efficace e concreto, seppure ancora frontale e “classico” nel modo di porsi verso i turisti e gli interlocutori commerciali.
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
1 commenti:
Ottimo post. Va altresì fatto notare che la Valle d'Aosta non solo è stata presente alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano ma pure lo scorso anno nel Lazio alla ribalta ad un appuntamento internazionale del Festival del Cinema esaltando, cosa non da poco, quel valore del "marketing mix" carente in molte altre regioni. Plauso quindi al marketing. Qui il link dell'evento romano. http://www.youtube.com/watch?v=5p-_SOJjMJg
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