13 giugno 2012

Rapporto Banca d'Italia: Aumenta il Tasso di Disoccupazione tra i Giovani Valdostani


Uno degli aspetti su cui più riflettere dell'ultimo rapporto di Banca d'Italia  è indubbiamente il paragrafo dedicato al lavoro che evidenzia come preoccupante anche in Valle il fenomeno della disoccupazione giovanile. Ti propongo i passaggi del rapporto che riguardano questo tema.


L’occupazione
In base ai dati della Rilevazione sulle forze lavoro dell’Istat, l’occupazione in regione, dopo essere aumentata nel 2010, è tornata a diminuire nello scorso anno (-0,5 per cento); nella media delle regioni sia del Nord Ovest sia dell’Italia è cresciuta dello 0,4 per cento. Il tasso di occupazione in Valle d’Aosta è sceso al 67,0 per cento; esso si mantiene ancora superiore alla media del Nord Ovest e a quella nazionale (64,5 e 56,9 per cento, rispettivamente).

Sul calo occupazionale dello scorso anno hanno influito principalmente l’ulteriore flessione nell’industria in senso stretto, che segue quella dei due anni precedenti (-6,3 per cento nel 2011), e nell’edilizia (-5,0 per cento; -3,6 nel 2010). L’occupazione nei servizi ha rallentato allo 0,3 per cento, dal 3,7 nel 2010, a causa della contrazione nel comparto del commercio, degli alberghi e della ristorazione (-0,7 per cento); gli addetti ai servizi diversi dal commercio sono invece aumentati dello 0,8 per cento.

Il numero di lavoratori dipendenti si è ulteriormente contratto (-0,9 per cento; -1,1 nel 2010); il calo si è concentrato principalmente nelle costruzioni e nell’industria. Nei servizi e nell’agricoltura ad aumentare è stata solo l’occupazione autonoma. Gli occupati a tempo indeterminato hanno continuato a ridursi (-1,8 per cento; -2,0 nel 2010), mentre è ulteriormente aumentato il numero di quelli a tempo determinato (5,4 per cento; 6,0 nel 2010); la loro incidenza sul totale ha raggiunto il 12,8 per cento nella media del 2011.

I dati di fonte INAIL elaborati da Ebitemp mostrano nel 2011 una flessione del numero di lavoratori che hanno svolto almeno una missione di lavoro interinale (-9,7 per cento; 14,7 nel 2010).

L’occupazione femminile è aumentata dello 0,8 per cento, a fronte di una riduzione dell’1,5 per quella maschile. Il tasso di occupazione femminile è moderatamente aumentato, al 60,8 per cento, 0,5 punti percentuali in più del 2010, mentre quello maschile ha continuato a ridursi (73,1 per cento nel 2011; era il 75,6 nel 2008). Il divario tra i due tassi di occupazione è sceso da 15,8 punti nel 2008 a 12,4 nel 2011.

L’incremento delle donne occupate, che ha interessato solo le persone con almeno 45 anni, è stato particolarmente forte per la classe dai 45 ai 54 anni, il cui tasso di occupazione è aumentato tra il 2010 e il 2011 di 5,8 punti percentuali, al 77,7 per cento.

Tra il 2008, anno in cui è iniziata la crisi globale, e il 2011 l’occupazione tra i giovani è diminuita
significativamente: la riduzione è stata del 20,8 per cento per quelli tra i 15 e i 24 anni e dell’11,4 per quelli tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di occupazione relativo alla prima classe d’età è sceso al 23,9 per cento, 7,0 punti percentuali in meno rispetto al 2008; quello dei giovani tra i 25 e i 34 anni è risultato pari all’80,7 per cento, 1,3 punti più basso rispetto a tre anni prima.



Gli ammortizzatori sociali

In base ai dati dell’INPS, le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (CIG) si sono ulteriormente ridotte nel 2011 (-18,8 per cento; -43,6 nel 2010). La contrazione ha riguardato sia la componente straordinaria e in deroga sia quella ordinaria (rispettivamente, -28,4 e -13,9 per cento). Nei primi 4 mesi del 2012 la tendenza al calo delle ore totali di CIG è proseguita (-7,9 per cento), pur in presenza di una
ripresa della componente straordinaria e in deroga (51,7 per cento).

Nell’industria in senso stretto, nonostante l’aumento delle ore autorizzate nel settore dell’installazione degli impianti per l’edilizia, nel 2011 si è ancora ridotto il ricorso agli ammortizzatori sociali, principalmente per il calo nel settore meccanico.

Nel commercio e nei servizi le ore di CIG, più che raddoppiate nell’anno precedente, sono ancora lievemente aumentate. Nell’edilizia la diminuzione delle ore autorizzate ha interessato tutte le componenti.

Il numero di occupati equivalenti a tempo pieno in CIG, calcolato sulla base di dati depurati dei fattori stagionali, nella media del 2011 è stato pari a circa 600 unità, valore inferiore al dato medio del 2010 (pari a circa 870 unità).



L’offerta di lavoro e la disoccupazione

In base ai dati Istat, lo scorso anno l’offerta di lavoro in regione è cresciuta ulteriormente (0,4 per cento; 1,2 nel 2010). Il tasso di attività è salito al 70,8 per cento, valore superiore al dato del Nord Ovest e alla media italiana (68,9 e 62,2 per cento, rispettivamente).

Le dinamiche opposte dell’offerta e della domanda di lavoro si sono riflesse in un aumento del numero di persone in cerca di occupazione (19,4 per cento). Il tasso di disoccupazione ha continuato a salire, raggiungendo nella media del 2011 il 5,3 per cento (era il 3,3 nel 2008), valore comunque inferiore sia al dato medio del Nord Ovest sia a quello italiano (pari, rispettivamente, al 6,3 e all’8,4 per cento). L’aumento ha interessato sia la componente maschile sia quella femminile. Il tasso di disoccupazione con durata superiore ai 12 mesi è salito di 0,6 punti percentuali, al 2,1 per cento, raddoppiando rispetto ai valori precedenti alla crisi.

Tra il 2008 e il 2011 il tasso di disoccupazione tra i giovani è aumentato significativamente. Quello relativo ai giovani tra i 15 e i 24 anni è salito nel periodo di 10,4 punti percentuali, al 22,4 per cento, valore lievemente superiore al dato medio del Nord Ovest (22,2); quello riferito alla classe tra i 25 e i 34 anni è aumentato di 4,2 punti, al 7,2 per cento (7,5 nella media dell’area di confronto). Nello stesso periodo il numero di lavoratori inattivi è aumentato del 29,7 per cento. L’incremento ha riguardato esclusivamente la componente maschile, mentre il numero di donne inattive è diminuito.

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