Uno degli aspetti su cui più riflettere dell'ultimo rapporto di Banca d'Italia è indubbiamente il paragrafo dedicato al lavoro che evidenzia come preoccupante anche in Valle il fenomeno della disoccupazione giovanile. Ti propongo i passaggi del rapporto che riguardano questo tema.
L’occupazione
In base ai dati della Rilevazione sulle forze lavoro dell’Istat, l’occupazione in regione, dopo essere aumentata nel 2010, è tornata a diminuire nello scorso anno (-0,5 per cento); nella media delle regioni sia del Nord Ovest sia dell’Italia è cresciuta dello 0,4 per cento. Il tasso di occupazione in Valle d’Aosta è sceso al 67,0 per cento; esso si mantiene ancora superiore alla media del Nord Ovest e a quella nazionale (64,5 e 56,9 per cento, rispettivamente).
Sul calo
occupazionale dello scorso anno hanno influito principalmente l’ulteriore
flessione nell’industria in senso stretto, che segue quella dei due anni
precedenti (-6,3 per cento nel 2011), e nell’edilizia (-5,0 per cento; -3,6 nel
2010). L’occupazione nei servizi ha rallentato allo 0,3 per cento, dal 3,7 nel
2010, a causa della contrazione nel comparto del commercio, degli alberghi e
della ristorazione (-0,7 per cento); gli addetti ai servizi diversi dal
commercio sono invece aumentati dello 0,8 per cento.
Il numero
di lavoratori dipendenti si è ulteriormente contratto (-0,9 per cento; -1,1 nel
2010); il calo si è concentrato principalmente nelle costruzioni e nell’industria.
Nei servizi e nell’agricoltura ad aumentare è stata solo l’occupazione
autonoma. Gli occupati a tempo indeterminato hanno continuato a ridursi (-1,8
per cento; -2,0 nel 2010), mentre è ulteriormente aumentato il numero di quelli
a tempo determinato (5,4 per cento; 6,0 nel 2010); la loro incidenza sul totale
ha raggiunto il 12,8 per cento
nella media del 2011.
I dati di
fonte INAIL elaborati da Ebitemp mostrano nel 2011 una flessione del numero di
lavoratori che hanno svolto almeno una missione di lavoro interinale (-9,7 per
cento; 14,7 nel 2010).
L’occupazione
femminile è aumentata dello 0,8 per cento, a fronte di una riduzione dell’1,5
per quella maschile. Il tasso di occupazione femminile è moderatamente aumentato,
al 60,8 per cento, 0,5 punti percentuali in più del 2010, mentre quello maschile
ha continuato a ridursi (73,1 per cento nel 2011; era il 75,6 nel 2008). Il
divario tra i due tassi di occupazione è sceso da 15,8 punti nel 2008 a 12,4
nel 2011.
L’incremento
delle donne occupate, che ha interessato solo le persone con almeno 45 anni, è
stato particolarmente forte per la classe dai 45 ai 54 anni, il cui tasso di
occupazione è aumentato tra il 2010 e il 2011 di 5,8 punti percentuali, al 77,7
per cento.
Tra
il 2008, anno in cui è iniziata la crisi globale, e il 2011 l’occupazione tra i
giovani è diminuita
significativamente:
la riduzione è stata del 20,8 per cento per quelli tra i 15 e i 24 anni e dell’11,4
per quelli tra
i 25 e i 34 anni. Il tasso di occupazione relativo alla prima classe d’età è
sceso al 23,9 per cento, 7,0 punti
percentuali in meno rispetto al 2008; quello dei giovani tra i 25 e i 34 anni è
risultato pari all’80,7 per
cento, 1,3 punti più basso rispetto a tre anni prima.
Gli ammortizzatori sociali
In
base ai dati dell’INPS, le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (CIG)
si sono ulteriormente ridotte nel 2011 (-18,8 per cento; -43,6 nel 2010). La contrazione
ha riguardato sia la componente straordinaria e in deroga sia quella ordinaria (rispettivamente,
-28,4 e -13,9 per cento). Nei primi 4 mesi del 2012 la tendenza al calo delle
ore totali di CIG è proseguita (-7,9 per cento), pur in presenza di una
ripresa
della componente straordinaria e in deroga (51,7 per cento).
Nell’industria
in senso stretto, nonostante l’aumento delle ore autorizzate nel settore dell’installazione
degli impianti per l’edilizia, nel 2011 si è ancora ridotto il ricorso agli
ammortizzatori sociali, principalmente per il calo nel settore meccanico.
Nel
commercio e nei servizi le ore di CIG, più che raddoppiate nell’anno
precedente, sono ancora lievemente aumentate. Nell’edilizia la diminuzione
delle ore autorizzate ha interessato tutte le componenti.
Il numero
di occupati equivalenti a tempo pieno in CIG, calcolato sulla base di dati
depurati dei fattori stagionali, nella media del 2011 è stato pari a circa 600
unità, valore inferiore al dato medio del 2010 (pari a circa 870 unità).
L’offerta di lavoro e la disoccupazione
In
base ai dati Istat, lo scorso anno l’offerta di lavoro in regione è cresciuta
ulteriormente (0,4 per cento; 1,2 nel 2010). Il tasso di attività è salito al
70,8 per cento, valore superiore al dato del Nord Ovest e alla media italiana
(68,9 e 62,2 per cento, rispettivamente).
Le
dinamiche opposte dell’offerta e della domanda di lavoro si sono riflesse in un
aumento del numero di persone in cerca di occupazione (19,4 per cento). Il
tasso di disoccupazione ha continuato a salire, raggiungendo nella media del
2011 il 5,3 per cento (era il 3,3 nel 2008), valore comunque inferiore sia al
dato medio del Nord Ovest sia a quello italiano (pari, rispettivamente, al 6,3
e all’8,4 per cento). L’aumento ha interessato sia la componente maschile sia
quella femminile. Il tasso di disoccupazione con
durata superiore ai 12 mesi è salito di 0,6 punti percentuali, al 2,1 per
cento, raddoppiando rispetto ai valori precedenti alla crisi.
Tra il 2008 e il 2011 il tasso di disoccupazione tra i giovani è
aumentato significativamente. Quello relativo ai giovani tra i 15 e i 24 anni è
salito nel periodo di 10,4 punti percentuali, al 22,4 per cento, valore lievemente superiore al dato medio del Nord Ovest (22,2); quello
riferito alla classe tra i 25 e i 34 anni è aumentato di 4,2 punti, al 7,2 per cento (7,5 nella media dell’area
di confronto). Nello stesso periodo il numero di lavoratori inattivi è aumentato
del 29,7 per cento. L’incremento ha riguardato esclusivamente la componente maschile, mentre il numero
di donne inattive è diminuito.
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