Paolo Giachino |
Succedo a Monica Pirovano che ha guidato per sei anni Confindustria Valle d’Aosta in un periodo di crisi senza precedenti con grande equilibrio.
Ora tocca a me mettere a disposizione di Confindustria il mio impegno e le mie competenze per fare crescere la nostra associazione. Rispetto a sei anni fa la situazione è più favorevole al cambiamento, è forse ancora presto parlare di solidi segnali di ripresa dell’economia, ma vi sono di certo segnali di rallentamento della caduta.
A margine del G7 finanziario di Dresda il Ministro Padoan ha parlato di “una crescita acquisita per l’anno che comincia ad essere incoraggiante”, sottolineando, tra l’altro, che “la fiducia nel lungo periodo migliora”. Anche se non è molto, è comunque positivo. L’auspicio è che la svolta che si
Il passaggio di consegne tra Pirovano e Giachino |
Gli indirizzi generali e il programma di attività per il prossimo sono il frutto sia degli incontri che ho avuto con alcuni componenti della nostra Associazione, sia dei suggerimenti e degli spunti che mi sono stati trasmessi dalla relazione e dai colloqui avuti con i componenti della Commissione di Designazione. La quadra che mi sosterrà nella sua realizzazione di queste linee programmatiche, di cui ho sottolineato la dinamicità, ho ritenuto di farmi assistere da due Vice Presidenti. Il Vice Presidente Vicario sarà Alfredo Lingeri. Ed a lui si affiancherà come secondo Vice Presidente Giancarlo Giachino.
Il mio mandato come Presidente di Confindustria Valle d’Aosta avrà come principi fondanti il dialogo e la condivisione. Dialogo sempre, con tutti, in modo trasparente. Il primo tema che voglio portare alla vostra attenzione deve essere quello del ruolo della nostra Associazione.
L’articolo 1 del nuovo Statuto di Confindustria, in cui si ribadisce che il nostro compito è “partecipare al processo di sviluppo della società italiana, contribuendo all’affermazione di un sistema imprenditoriale innovativo, internazionalizzato, sostenibile, capace di promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del paese”. Come Associati di Confindustria Valle d’Aosta noi questo impegno lo sentiamo e vogliamo portarlo avanti in modo particolare verso il territorio della nostra regione.
Siamo tutti consapevoli che la situazione, anche in Valle d’Aosta, non tornerà come quella precedente alla crisi. Questo non è possibile, certamente non nel breve e medio periodo.
Le risorse pubbliche, per una serie di ragioni concomitanti (crisi, spending review, patti di stabilità, ecc.), si sono fortemente contratte in questi ultimi quattro anni e sono prevalentemente destinate alla copertura di spese incomprimibili.
Per questo è necessario un’ impegno corale e condiviso con tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio per indirizzare le poche risorse riservate agli investimenti in modo mirato, efficiente ed efficace. Ritengo che sia molto importante che, in una regione così piccola come la Valle d’Aosta, i rappresentanti delle varie categorie economiche facciano insieme delle proposte concrete e condivise, superando gli elementi di frizione, per non disperdere energie e risorse.
Dobbiamo guardare al futuro con un progetto che veda tutte le realtà Associative parlare con una voce comune sui grandi temi che interessano l’economia valdostana, per una più forte e unitaria rappresentanza del mondo imprenditoriale e per la realizzazione di iniziative di interesse comune.
Per portare avanti questo proposito dobbiamo guardare l’organizzazione della nostra Associazione.
E’ necessario incentivare dei positivi momenti di confronto e di aggregazione, quali opportunità per conoscersi, socializzare e discutere, in modo da creare delle relazioni operative. I Delegati di Categoria che devono diventare la fondamentale cinghia di trasmissione con la base Associativa.
Sviluppare la reciproca conoscenza tra gli Associati
E’ importante coltivare i contatti con e tra gli imprenditori Associati. Sarebbe importante che ciascuno sapesse con esattezza chi è e cosa fa ogni Collega associato, perché nell’ambito delle proprie autonome scelte, nel complesso contesto internazionale che viviamo, dove la concorrenza è sempre più agguerrita, non sarebbe di poco conto creare una forte filiera fornitore/cliente, nell’ambito della nostra “comunità territoriale” che possa contribuire alla crescita dell’economia locale.
Un’attenzione particolare verso la Piccola Industria. La Piccola Industria deve essere più forte e coesa nella sua rappresentanza delle imprese di minori dimensioni ed auspico che coinvolga gli Associati per esaminare i loro problemi, delinei una posizione condivisa e proponga agli organi direttivi dell’Associazione delle idonee e concrete soluzioni.
La Sezione Edile
Un’attenzione specifica dovrebbe essere indirizzata al settore dell’edilizia, che sta affrontando una crisi senza precedenti, sia sul fronte dei lavori pubblici, penalizzati dalla forte riduzione delle risorse, sia sul fronte dell’edilizia privata.
Far evolvere la nostra Associazione
Lo scorso anno è stato avviato un processo di ammodernamento del sistema Associativo confederale che ridisegna il profilo del sistema nelle sue componenti, nella sua governance e nelle sue attività e porterà nel 2016 ad una riscrittura del nostro Statuto per adeguarlo ai principi stabiliti nel nuovo Regolamento unico per il sistema.
I tre tavoli aperti con le altre associazioni: credito, semplificazione e occupazione
Si tratta di un’esperienza positiva che va rivitalizzata e rivista alla luce di quello che è stato fatto e di quello che si potrebbe fare, sempre nella logica di elaborare proposte concrete e condivise, superando gli elementi di frizione, per non disperdere energie e risorse.
Scommettere sui giovani – Investire sul capitale umano
Particolare cura dovrebbe essere rivolta ai giovani, che già collaborano con i Gruppi di altre Associazioni, e alle start up per far crescere il numero delle imprese valdostane. I giovani sono i protagonisti del futuro. Ma affinché si trasformino negli imprenditori o nei nostri collaboratori di domani se non di oggi, occorrono sostegni adeguati, opportunità di occupazione e di crescita. L’emergenza disoccupazione, e in modo particolare quella giovanile, è sotto gli occhi di tutti ed è necessario uno sforzo collettivo per dare un lavoro a chi non ce l’ha. Investire sul capitale umano significa investire sulla conoscenza, fattore decisivo per mantenere la capacità di competere e buoni livelli di reddito. O riusciamo a ripensare alla collaborazione tra scuola e mondo produttivo, orientando i ragazzi nelle scelte del lavoro di domani, o le imprese non potranno crescere e svilupparsi e nel futuro, molto prossimo, alcune saranno costrette a delocalizzare la loro produzione perché manca personale qualificato e farlo venire da altre regioni sarebbe antieconomico.
Dobbiamo incoraggiare percorsi di avvicinamento degli studenti al mondo delle imprese e del lavoro in generale, a fini di orientamento e di inserimento nel mercato occupazionale; sostenere iniziative che prevedano la possibilità per gli studenti di fare esperienze concrete all'interno di aziende del territorio e promuovere percorsi didattici che sviluppino competenze in ambito imprenditoriale e consapevolezza delle conoscenze e abilità richieste per inserirsi con successo nel mondo del lavoro. Dobbiamo mettere in relazione le esigenze espresse dalle scuole con le opportunità offerte dal territorio, razionalizzando l'offerta formativa e valorizzando le iniziative più significative per la formazione degli studenti.
Auspico, in modo particolare, una forte collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta la cui presenza sul nostro territorio è certamente un fattore di competitività che le imprese devono cercare di mettere a frutto.
Far crescere l’impresa per mantenersi competitivi ed aprirsi al mondo
Il resto del mondo è “dietro l’angolo”, sia che si tratti di acquistare materie prime, che di vendere i propri prodotti e servizi o di realizzare nuovi investimenti. Le imprese devono imparare a dialogare con il mondo, perché il nostro mercato è il mondo. La popolazione italiana rappresenta lo 0,83% di quella mondiale, vuole dire che nel mondo c’è un 99,17% di consumatori ai quali deve rivolgersi l’imprenditore (parole di Oscar Farinetti, inventore di Eataly).
Anche il presidente Squinzi, nella sua ultima relazione all’Assemblea nazionale ci ha ricordato che le nazioni chiuse al mercato sono praticamente scomparse, che nuovi grandi paesi si sono affacciati sul panorama dell’economia globale e sono ormai vere potenze industriali, che altri mercati si aprono con centinaia di milioni di nuovi consumatori e ci esorta a “guardare lontano, al mondo, all’economia, alla tecnologia che cambiano velocemente”.
L’internazionalizzazione e l’aggregazione non sono quindi un’opzione, ma una necessità, anche perché il mercato domestico è fermo e nel breve periodo le imprese possono salvarsi solo andando all’estero e, superando gli egoismi corporativi, mettendosi insieme.
Ma diventare globali non significa rinunciare alle proprie radici.
L’impresa, soprattutto la micro e la piccola, ha bisogno di altre imprese vicine con cui collaborare, dividere il lavoro e scambiarsi le conoscenze. Tutto questo richiede la condivisione di una cultura imprenditoriale e di uno stretto legame fra imprese che non si crea per incanto.
Condividere visioni, temi, principi ed obiettivi di carattere generale e particolare in momenti di dialogo e incontri Associativi, costituisce una preziosa opportunità per gli Associati di dialogare e di conoscersi e di costituire, magari, un contratto di rete che rappresenta un ottimo strumento per rafforzare la collaborazione tra imprese e lo sviluppo di filiere e iniziative comuni.
In generale i finanziamenti e gli incentivi pubblici alle imprese, siano essi rivolti agli investimenti, piuttosto che alla ricerca o all’innovazione, saranno sempre di più erogati con procedure a bando e con risorse europee. La nuova programmazione europea 2014/20 introduce importanti cambiamenti
e una stretta coerenza rispetto ai traguardi della strategia Europa 2020 per la crescita intelligente, inclusiva e sostenibile dell’UE.
Le innovazioni di metodo avranno ricadute sulle modalità che dovranno essere adottate quando si presentano progetti con particolare attenzione a: risultati attesi, azioni, tempi vincolanti e valutazione degli effetti prodotti dagli interventi di sviluppo cofinanziati e del modo in cui tale effetto ha luogo.
Saranno quindi necessarie iniziative di formazione e informazione, progetti Associativi e un’intensa attività di supporto e assistenza tecnica agli Associati per favorire lo sviluppo delle reti, l’internazionalizzazione, per l’avvio di progetti di ricerca e innovazione, e non solo.
E’ evidente che dovremo pensare a risposte flessibili e modulari ai bisogni ed alle aspettative delle imprese associate che sono in continua evoluzione.
Altro elemento chiave per lo sviluppo delle imprese è considerata l’energia.
Il quadro del settore è oggi caratterizzato da situazioni contradittorie. Siamo in una situazione molto particolare che richiede un ridisegno delle regole del sistema sulla base di tre fondamentali pilastri: sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, sicurezza del sistema. Confindustria ha avviato un profondo ed articolato processo di analisi dello stato attuale del settore finalizzato ad elaborare una proposta di ridisegno delle regole del mercato dell’energia elettrica. Sarà questo un tema su cui cercheremo di essere presenti per tutelare sia le imprese che consumano sia le imprese che producono energia da fonti rinnovabili sul nostro territorio.
Altro tema importante su cui vogliamo essere propositivi è quello dell’efficienza energetica, supportando le aziende nell'attuare politiche di riduzione dei consumi energetici – e dunque dei costi – e nel tenere conto in modo efficiente dell'energia in tutte le fasi della produzione o della gestione degli edifici.
Ma non solo questo.
I due pilastri fondamentali delle politiche di decarbonizzazione attuate a livello Comunitario e Nazionale sono lo sviluppo delle fonti rinnovabili e quello dell'efficienza energetica. In tale contesto le politiche di green economy possono assumere nel Paese, che è il secondo produttore manifatturiero europeo, un ruolo strategico per incrementare la tutela delle risorse ambientali, la competitività delle imprese e i livelli occupazionali.
CONFINDUSTRIA ha sempre supportato a livello Nazionale con numerose iniziative i differenti piani di efficienza energetica. In tale contesto Confindustria Valle d'Aosta può essere soggetto promotore, dello sviluppo di tali tematiche sul Territorio della VDA anche mediante il trasferimento a livello locale delle metodologie, esperienze e iniziative realizzate da Confindustria a livello Nazionale. Ciò potrebbe favorire la nascita a livello regionale di un polo di innovazione in tale settore in collaborazione con le altri Istituzioni regionali quali l’Università e la Camera di Commercio.
I 70 anni di Confindustria Valle d’Aosta
Confindustria Valle d’Aosta compie 70 anni. Mi piacerebbe celebrare la ricorrenza dei 70 anni di vita della nostra Associazione riconoscendo con gratitudine il contributo dei tanti imprenditori che si sono dedicati alla vita associativa nel corso di sette decenni e facendo conoscere meglio al grande pubblico la storia di Confindustria VdA, che è anche la storia delle imprese che la compongono. Il tempo a disposizione non è molto, ma con l’impegno di tutti potremo onorare al meglio questo avvenimento.
Un breve richiamo, infine, ad un tema a me caro e che spero possiate condividere.
La SICUREZZA sui luoghi di lavoro; credo che il nostro impegno affinché nelle aziende del nostro territorio l’attenzione alla sicurezza, la formazione, la certificazione dei sistemi di sicurezza, insomma tutto quanto possa realmente e concretamente evitare o almeno ridurre gli incidenti sul lavoro debba essere una nostra priorità.