28 luglio 2017

Roberto Ploner (#Valfidi): «occorre una vera #semplificazione»

Roberto Ploner
Questa settimana proponiamo l’intervista a Roberto Ploner, direttore di Valfidi.

Diamo un po’ di numeri sull’operatività di Valfidi…
Valfidi per numerosità di soci e per volumi di garanzie è il più grande confidi valdostano. Conta 3253 imprese socie e uno stock di garanzie di oltre 85 milioni di euro delle quali il 90% in bonis a fronte di linee di fido  e residui finanziamenti garantiti per oltre 195 milioni  di euro. Nel 2016 il nostro stock di garanzie è rimasto costante a differenza delle maggior parte dei confidi nazionali e regionali che hanno segnato un calo delle garanzie. Nel 2016 Valfidi ha deliberato nuove garanzie per 22,4 milioni di euro a supporto di 44,6 milioni di euro di nuovi finanziamenti e linee di fido. Il nostro Confidi conta su di un patrimonio di 13,5 milioni di euro e su una disponibilità finanziarie per oltre 17 milioni di euro. Ha un cet1 capital ratio ovvero il principale indicatore di solidità patrimoniale usato dal sistema bancario al 18%, un valore di tutto rispetto se consideriamo che le banche che operano sul nostro territorio questo indice varia da 10 a 14%.

Che cosa deve essere un Confidi oggi?
Non più quello di 10 anni fa o anche solo 5 anni fa.  Il mondo delle imprese è cambiato, il mondo bancario è cambiato e si deve la visione ed il coraggio di cambiare anche nel mondo dei confidi. Chi non ha questa visione è un amministratore miope.  il confidi oggi oltre a  prestare garanzie per l’accesso al credito, deve accompagnare le aziende nelle scelte finanziarie, deve dare loro consulenza finanziaria, supportarle nella predisposizione di piani di sviluppo e ristrutturazioni finanziarie, adeguarsi alle richieste delle imprese come ad esempio il rilascio di fidejussioni, veicolare alle imprese i benefici dei fondi di garanzia, e anche concedere piccolo credito ovvero concedere quei finanziamenti di piccolo importo che le banche soprattutto quelle maggiori non vogliono più erogare in quanto economicamente non più remunerativo.

Cosa fa concretamente Valfidi? Come siete strutturati?
Valfidi ha iniziato ad attivare nuovi servizi quali le fidejussioni per rimborso di imposte. Ha una persona che opera sul territorio a diretto contatto con le imprese. Sta da tempo operando con la controgaranzia del fondo centrale per le Pmi che permette di ottenere un miglioramento del tasso dei finanziamento, miglioramento spesso anche significativo, e maggiori possibilità di accesso al credito grazie ad una percentuale di garanzia rilasciata superiore al 50%. Il consiglio di amministrazione ha poi allo studio un piano strategico proprio per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, per avviare le nuove attività che ci sono richieste dalle imprese e per valutare il perimetro operativo nel quale si dovrà muovere Valfidi in un futuro prossimo.

Quali sono le necessità delle imprese sul fronte del credito?  
Per le nuove imprese in primis le garanzie per l’accesso al credito, ma direi anche per le micro e piccole imprese già costituite.  Poi le fidejussioni commerciali per affitti, per forniture per le quali spesso le banche oggi per concederle chiedono alle imprese o ai soci delle stesse un apporto di collateral di pari importo. Qui abbiamo visto che c’è’ spazio per lavorare. Aggiungerei le fidejussioni per il rimborso di imposte e il piccolo credito, cioè finanziamenti di piccolo importo che le banche soprattutto quelle maggiori fanno difficoltà ad erogare in quanto economicamente non più remunerativo. E siccome sappiamo che il tessuto imprenditoriale valdostano è fatto di tantissime micro imprese che di fatto necessitano spesso di micro finanziamenti anche questa è una esigenza a cui bisogna pensare. Ultima ma non ultima, anzi forse andrebbe ricordata per prima, la consulenza finanziaria e l’accompagnamento delle micro e piccole imprese nell’accesso al credito.

Valfidi svolge un importante lavoro di consulenza, potremmo dire di accompagnamento delle imprese… 
Si Valfidi ha costituito un apposito servizio che opera sul territorio al servizio delle imprese per valutare congiuntamente alle imprese stesse le operazioni di investimento, ma anche più genericamente di finanziamento, e consigliarle nell'utilizzo delle migliori forme di finanziamento e di accesso ad agevolazioni sia in contributo in conto interessi che in forma di garanzie. Presiede questo servizio la Dott.ssa Sacchet. Si tratta di un lavoro ci sta dando ottimi riscontri ed è molto apprezzato. Questo aspetto è uno dei principali canali di sviluppo dell'attività del confidi e andrà senza dubbio ulteriormente implementato.

Le ultime novità a livello normativo? 
La principale novità a livello normativo, che dovrebbe attuarsi entro l'anno, è senza dubbio l'adozione dei decreti legislativi di attuazione della legge delega approvata nell'agosto 2016 dal parlamento per la riforma del Sistema Confidi che dovrà definire un perimetro preciso di attività dei Confidi,  le linee guida per patrimonializzare  i confidi, disciplinare la contribuzione pubblica, efficientare i rapporti tra pubblico e privato nella filiera della garanzia, sviluppare  servizi finanziari innovativi, agevolare l’accesso al credito di PMI e professionisti, razionalizzare gli adempimenti dei confidi eliminando ogni tipo di duplicazione. Entro fine anno il sistema confidi potrà beneficiare del Fondo Rischi istituito con la finanziaria 2014 per complessivi 225 milioni di Euro da utilizzare per dare maggiori garanzie alle imprese. Ed infine la riforma del Fondo centrale di garanzia.

Riforma del fondo centrale di garanzia: di cosa si tratta e cosa vuol dire per le imprese?
Innanzitutto dovrebbe riequilibrare un po' le posizioni delle banche e dei confidi rispetto al fondo, oggi eccessivamente sbilanciate verso le banche che  hanno utilizzato il fondo spesso  e volentieri più che per dare credito alle imprese con qualche difficolta di accesso al credito,  per sostenere il credito alle imprese che non avevano la necessita di essere supportate dal fondo, ma solo per migliorare gli accantonamenti che le stesse banche dovevano fare. Ci auspichiamo che la riforma - che prevede la concessione di una minore percentuale di garanzia alle imprese “buone” ed una percentuale di garanzia maggiore per le imprese con qualche difficoltà in più e per gli investimenti - possa riequilibrare il sistema a vantaggio delle imprese soprattutto micro e piccole che ne hanno maggiore necessità.

Il Sistema Confidi Valle d’Aosta rispetto alla realtà nazionale: ci sono delle differenze?
Differenze sostanziali sia positive che negative. L’aspetto negativo è che oggi in Valle d’Aosta hanno sede quattro confidi, di cui due che operano esclusivamente in Valle d’Aosta e sono intermediari vigilati, un numero sproporzionato se si considera che i confidi intermediari vigilati in tutta italia sono meno di 40 e questa frammentazione non è certo positiva in quanto non permette di costituire una struttura organizzata ed efficiente come sarebbe necessario per tutto quello che ho detto in precedenza , come invece è stato fatto in molte altre regioni italiane e dalle quali secondo me i confidi e l’amministrazione pubblica dovrebbe prendere spunto. Di positivo abbiamo che i confidi valdostani sono solidi, con una buona patrimonializzazione ed una incidenza di garanzie e crediti deteriorati bassa (sotto il 10%)  rispetto a percentuali a volte doppie del resto d’Italia, quindi confidi sani. Secondo aspetto da evidenziare  è il costo della garanzia che si applica nella nostra regione ovvero  commissioni di garanzia allo 0,60 -0,75% annui  rispetto ai 2-3% di altri confidi. In un momento in cui il costo del credito si è ridotto anche in maniera sostanziale il costo della garanzia ha una incidenza sul taeg spesso determinante.

Un sogno legato al mondo del credito?
In una parola direi semplificazione di cui si parla tanto ma che in realtà non si vede… anzi…. Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito da micro e piccole imprese e nella nostra regione questa caratterizzazione è ancora più marcata. E’ necessario ritornare a rivitalizzare queste piccole imprese, supportare le nuove iniziative imprenditoriali anche piccole, dando il necessario credito alle micro imprese. Parlo di artigiani, piccoli commercianti, professionisti cioè quelle categorie che oggi hanno maggiori difficoltà ad accedere al credito. Per fare questo è anche necessario che venga ridefinita tutta la filiera del credito e soprattutto della garanzia, evitando le duplicazioni e le sovrapposizioni attuali tra Fondi di garanzia nazionali, fondi di garanzia regionali, Confidi, semplificando i processi ed eliminando le duplicazioni di incombenze oggi esistenti. Se si giungesse a questa semplificazione sono convinto che ci potrebbe essere maggiore disponibilità di credito anche per le micro e piccole imprese e a minor costo. Ricordo infatti che oggi vi è ancora una forte disparità di costo del credito tra le imprese medio grandi che ottengono finanziamenti di importo elevato e le micro imprese che invece richiedono piccoli finanziamenti, differenza data non tanto dal rischio impresa, ma piuttosto dalla antieconomicità delle piccole operazioni.

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