Il mio editoriale sul Corriere della Valle di questa settimana.
«Pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà, che ogni giorno lavorano, con discrezione e
pazienza, in famiglia e nella società per costruire un mondo più umano e più giusto, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace c’è la possibilità di un futuro più prospero per tutti». E' con le parole conclusive del messaggio Urbi et orbi di Papa Francesco che scelgo di congedarmi da voi dopo un 2016 segnato da ferite che soltanto la buona notizia del Natale può davvero risanare. Gli auspici per il 2017 non possono che essere migliori e per chi crede la liturgia con tutta la sua ricchezza, dalla celebrazione della Nascita a quella della Morte e Risurrezione, annualmente ci mostra come le tenebre siamo un passaggio, una situazione di transito, mai uno stato definitivo. Un potere destinato ad essere sconfitto.
Perché? Perché «il potere di questo Bambino, Figlio di Dio e di Maria, - sono ancora parole del Papa - non è il potere di questo mondo, basato sulla forza e sulla ricchezza; è il potere dell’amore. E’ il potere che ha creato il cielo e la terra, che dà vita ad ogni creatura: ai minerali, alle piante, agli animali; è la forza che attrae l’uomo e la donna e fa’ di loro una sola carne, una sola esistenza; è il potere che rigenera la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene. E’ il potere di Dio. Questo potere dell’amore ha portato Gesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. E’ il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace».
Il mio augurio per questo anno nuovo, che faccio a voi, che faccio a me, è di avere davvero uno sguardo di speranza. Il modello, padre della speranza, è Abramo. Dio lo porta fuori «dalla tenda, in realtà dalle sue visioni ristrette, e gli mostra le stelle. Per credere – ha spiegato Papa Francesco nella sua ultima udienza – , è necessario saper vedere con gli occhi della fede; sono solo stelle, che tutti possono vedere, ma per Abramo devono diventare il segno della fedeltà di Dio». «È questa la fede, questo il cammino della speranza che ognuno di noi deve percorrere. Se anche a noi rimane come unica possibilità quella di guardare le stelle, allora è tempo di fidarci di Dio. Non c’è cosa più bella». «La speranza– ha concluso il Papa – non delude».
Fidatevi. Fidiamoci della speranza. Buon 2017!
«Pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà, che ogni giorno lavorano, con discrezione e
pazienza, in famiglia e nella società per costruire un mondo più umano e più giusto, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace c’è la possibilità di un futuro più prospero per tutti». E' con le parole conclusive del messaggio Urbi et orbi di Papa Francesco che scelgo di congedarmi da voi dopo un 2016 segnato da ferite che soltanto la buona notizia del Natale può davvero risanare. Gli auspici per il 2017 non possono che essere migliori e per chi crede la liturgia con tutta la sua ricchezza, dalla celebrazione della Nascita a quella della Morte e Risurrezione, annualmente ci mostra come le tenebre siamo un passaggio, una situazione di transito, mai uno stato definitivo. Un potere destinato ad essere sconfitto.
Perché? Perché «il potere di questo Bambino, Figlio di Dio e di Maria, - sono ancora parole del Papa - non è il potere di questo mondo, basato sulla forza e sulla ricchezza; è il potere dell’amore. E’ il potere che ha creato il cielo e la terra, che dà vita ad ogni creatura: ai minerali, alle piante, agli animali; è la forza che attrae l’uomo e la donna e fa’ di loro una sola carne, una sola esistenza; è il potere che rigenera la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene. E’ il potere di Dio. Questo potere dell’amore ha portato Gesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. E’ il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace».
Il mio augurio per questo anno nuovo, che faccio a voi, che faccio a me, è di avere davvero uno sguardo di speranza. Il modello, padre della speranza, è Abramo. Dio lo porta fuori «dalla tenda, in realtà dalle sue visioni ristrette, e gli mostra le stelle. Per credere – ha spiegato Papa Francesco nella sua ultima udienza – , è necessario saper vedere con gli occhi della fede; sono solo stelle, che tutti possono vedere, ma per Abramo devono diventare il segno della fedeltà di Dio». «È questa la fede, questo il cammino della speranza che ognuno di noi deve percorrere. Se anche a noi rimane come unica possibilità quella di guardare le stelle, allora è tempo di fidarci di Dio. Non c’è cosa più bella». «La speranza– ha concluso il Papa – non delude».
Fidatevi. Fidiamoci della speranza. Buon 2017!