Questa
settimana proponiamo l’intervista a Dante
Perino,
dell’azienda
Perino Marmi.
L’anno prossimo festeggerete come azienda
il ventennale. Cosa significa una simile scadenza per voi…
E’ un buon obiettivo. Siamo sul mercato da
vent’anni. E’ un momento per fare un piccolo bilancio di quanto
fatto. E’ stata un’attività soddisfacente anche se la situazione
economica in generale non è fra le più rosee. E’ un punto che per
noi non vuole esse di arrivo ma di partenza in quanto vogliamo
continuare a migliorarci.
Come avete imparato il mestiere?
Abbiamo iniziato da ragazzi. Io e mio fratello
lavoravamo come scalpellini da Franco Martarello di Aymavilles. E’
lui che ci ha insegnato un po’ il mestiere. Tutto nasce dalla
necessità, dalla voglia di due giovani che hanno voglia di creare
una loro attività e imparare un mestiere. Veniamo proprio dalla
lavorazione manuale della pietra, quella di un tempo, che ormai
purtroppo si è quasi persa...
Abbiamo detto artigiani della pietra ma in
cosa in particolare siete specializzati?
Il
nostro settore è in continua evoluzione, in continuo cambiamento.
Ormai l’utilizzo dei materiali lapidei investe un po’ tutta la
costruzione, non soltanto la scala o il davanzale, ma proprio
l’arredamento, dai bagni alle docce, i lavandini, i caminetti e
anche elementi decorativi di vario tipo. Fino all’arte funeraria
che è un settore importante e che non va trascurato. La domanda è
molto vasta. L’utilizzo che si può avere del materiale naturale è
veramente vasto. Il limite è la fantasia.
Siete un’azienda famigliare: la seconda
generazione è già al lavoro…
E’
in atto il cambio generazionale.
Io
e mio fratello con figlie e nipoti i quali stanno prendendo un po’
le redini dell’azienda, crescendo non soltanto dal punto di vista
lavorativo ma anche di responsabilità, di gestione…
C’è la bellezza di aver avviato una
tradizione…
Sì. Ora la stiamo difendendo. L’augurio è
di proseguire e inserire i prossimi nipoti.
C’è un lavoro di cui andate
particolarmente orgogliosi?
Sceglierne uno in particolare è un po’
difficile. Ciò che ci rende realmente orgogliosi è vedere il
cliente contento di ciò che è stato fatto. Al di là
dell’importanza del lavoro di base l’obiettivo è la
soddisfazione del cliente. Poi effettivamente ci sono stati dei
cantieri abbastanza importanti, anche difficili. Ad esempio abbiamo
collaborato alla costruzione della villa di un noto avvocato italiano
e poi in altre zone d’Italia ma pure della Svizzera e della Francia
sono stati fatti deglie ccellenti lavori che ci hanno inorgoglito non
poco.
Quindi
voi operate
anche al di fuori dei confini regionali?
La
Valle d’Aosta è il carrefour d’Europa, e non è soltanto un modo
di dire. Siamo abbastanza centrali ed effettivamente il mercato ormai
si è spostato più al di fuori dei confini regionali. C’è una
domanda estera molto forte. La percentuale di prodotti esportati
ormai supera ampiamente il 50%. Oltre alle zone francofone abbiamo
fatto anche delle forniture di lapidei lavorati in Inghilterra. Ci
stiamo internazionalizzando. Ed è un nostro obiettivo in quanto un
certo tipo di mercato è più presente all’estero che in Valle.
Ma l’interesse nasce dalla qualità
italiana, dalla tipologia di materiali che potete garantire? Qual è
l’appeal?
Il made in Italy ha sempre
affascinato. E’ un grande richiamo. La tradizione lapidea è
italiana non c’è nulla da fare. Tutti gli altri sono arrivati
dopo. Abbiamo ancora un
buon vantaggio sulle altre aziende. Il marmista italiano è sempre
ben visto ed è considerato all’estero un professionista serio.
Qualcuno che ha una buona esperienza. Ed è ovviamente un bel
biglietto da visita. Va cavalcato e difeso.
Questo
è un settore in cui si deve innovare ma senza tradire la tradizione.
E’
vero?:
qual è la vostra ricetta?
L’innovazione
è sempre importante. Oggi ci sono dei macchinari a controllo
numerico che aiutano
tantissimo.
Noi tra l’altro siamo stati tra i primi a poter disporre di
macchine a taglio numerico e a taglio d’acqua che consentono di
fare dei lavori molto particolari, ciononostante l’aspetto
prettamente umano è molto importante perché le finiture, certi tipi
di interventi si possono fare solamente a mano. Ecco che
l’artigianalità viene fuori. E’ un bel connubio. Tecnologia che
non può prescindere dalla mano e dalla fantasia dell’uomo
Iniziative
da segnalare per
il 2019?
Qualche
cosa bolle in pentola ma sarà una sorpresa e non vogliamo ancora
sbilanciarci con annunci. Sarà anche legato al ventennale. Ci stiamo
ancora ragionando. Sicuramente parteciperemo a qualche fiera
internazionale in modo da espandere il nostro raggio d’azione.
Un
sogno imprenditoriale
da
realizzare?
Continuare
a crescere. Questo per noi è molto importante. Cercheremo di essere
sempre sul pezzo e magari fra altre vent’anni avere le nuove
generazioni raccontare un altro importante anniversario aziendale.