Questa
settimana proponiamo l’intervista a Massimo Ferrero, Presidente
dell’Albo degli Odontoiatri.
IDENTIKIT
Iscritti totali anno 2018: 79
Presidente:Massimo Ferrero
Segretario:
Fabrizio
Perret
Consiglieri:
Walter
Madiai, Franz Stuffer, Carel Kreutzberg
Il
trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede in lieve
aumento
E-Mail:
segreteria@omceo.vda.it
Intervista al Presidente Massimo Ferrero
La
professione negli ultimi 25 anni ha subito moltissimi cambiamenti e
adattamenti in linea con quello che è avvenuto nella nostra società
e quindi un incremento delle problematiche di carattere fiscale,
previdenziale, organizzativo, autorizzativo, inoltre il rapporto con
il cittadino-paziente è diventato sempre più complesso in quanto
non c’è più quel paternalismo che ammantava la professione medica
e odontoiatrica, ma il cittadino è spesso più cosciente e
competente, anche se spesso la competenza deriva da una conoscenza
approssimativa acquisita dai
media o via internet e così si creano delle difficoltà comunicative
cui dobbiamo ovviare grazie alle nuove tecnologie.
Esistono
possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è
saturo?
Una
dei maggiori problemi è stato quello legato alle frammentazioni
delle competenze in seguito alla devoluzione di esse alle regioni. In
effetti le nostre difficoltà derivano dal confrontarci con le
specifiche normative che la Regione emana a volte difformi da quelle
vicine. Da un punto di vista professionale in questi ultimi venti
anni possiamo dire che il numero degli odontoiatri è rimasto
costante. Abbiamo però - proprio a seguito dell’introduzione di
normative nazionali che in qualche modo consentivano anche la
pubblicità dell’attività odontoiatrica – avuto l’accesso e la
creazione di nuovi centri odontoiatrici anche nella nostra regione
che si vanno ad affiancare a quella che è l’offerta tradizionale
dell’odontoiatra come professionista esercente una professione
eminentemente intellettuale. Le nuove normative prevedono infatti che
il Direttore sanitario della struttura in questione deve essere
iscritto all’Ordine regionale. Per le strade si vedono molti
cartelloni pubblicitari che pubblicizzano sorrisi splendenti, visite
gratuite presso centri odontoiatrici aperti ad Aosta ma pure centri
aperti fuori regione che in qualche modo pubblicizzano addirittura
trasporti e rimborsi delle spese di viaggio gratuiti. Non solo nelle
regioni vicine, ma pure in altre nazioni, come la Croazia, con tutte
le problematiche, in questo caso, che possono derivare dal non avere
un dialogo con il proprio curante. La vigilanza su tutto questo mondo
è un nostro cruccio.
Esistono
nuovi sbocchi professionali?
Il
settore è saturo. In 20 anni gli iscritti a livello nazionale sono
passati da 25mila a quasi 60mila. Anche per noi che siamo ai confini
italiani c’è una migrazione costante dalle regioni vicine,
soprattutto dalle città con sedi universitarie. Ma non è questo il
problema visto che si tratta di un numero programmato da 30 anni pari
a 900 nuovi accessi alla facoltà all’anno. Il problema che abbiamo
maggiormente riscontrato in questo ultimo triennio e l’iscrizione
di un numero sempre maggiore di laureati provenienti da università
straniere: Romania e Spagna ad esempio. Un numero che si aggira
intorno alle 500 unità. Di conseguenza la programmazione basata
sulle effettive esigenze e sul trend i anzianità dei nostri iscritti
non ha più un riscontro perché oltre la metà dei nuovi iscritti
provengono da università estere e non rientrano nella programmazione
nazionale.
Iniziative
di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
E’
uno dei compiti previsti istituzionalmente dalla nostra legge
istitutiva che ormai ha oltre 70 anni e che prevede che gli Ordini si
facciano promotori della formazione e la garantiscano. Più
recentemente è nato il programma di educazione continua in medicina
(ECM) che prevede l’acquisizione di 150 crediti formativi, pari a
150 ore nell’arco di tre anniv e l’Ordine è garante del fatto
che i propri iscritti abbiano seguito questa formazione come previsto
dalla Commissione nazionale. Noi a livello locale abbiamo degli
eventi per i nostri iscritti. Delle conferenze dedicate a vari temi
ad esempio questa settimana ne abbiamo organizzato uno sulla
fotografia in quanto la documentazione fotografica sta diventando
sempre più importante: da un lato nel rapporto con il paziente che
deve vedere e rendersi conto delle problematiche del suo cavo orale,
dall’altro dal punto di vista storico perché ci consente di
registrare delle situazioni che in un futuro ci potrebbero essere
contestate. A maggio abbiamo in programma un evento sull’endodonzia
cioè sulla devitalizzazione dei denti con il professor Berutti
dell’Università di Torino. In autunno altri eventi
sull’odontoiatria legale e anche sui problemi previdenziali.
Consigli
per chi si vuole avvicinare alla professione?
E’
una professione molto complessa con un’alta valenza dal punto di
vista tecnologico oltre che sanitario. Bisogna avere una certa
predisposizione manuale. La giornata non finisce mai. C’è sempre
da fare, da studiare e continuare per tutta la vita ad attivarsi per
essere sempre più efficienti. Ma soprattutto i giovani che si
approcciano alla professione esclusivamente per motivazioni
economiche ci devono un po’ ripensare in quanto non è più una
professione così attrattiva, probabilmente potrebbero trovare altri
sbocchi.
Ci
sono problemi sul fronte pensionistico?
L’ente
di previdenza e assistenza della Fondazione odontoiatri è attiva da
oltre 70 anni. Ed è l’ente di previdenza privatizzato con le
maggiori disponibilità economiche. Abbiamo un capitale che supera i
22 miliardi di euro. E grazie ad una gestione oculata e attenta
possiamo dire di avere raggiunto un equilibrio fra contributi e
pensioni erogate a 50 anni. Noi a seguito delle normative emanate da
Monti e Fornero abbiamo dovuto procedere ad alcune modifiche del
nostro sistema, ma riusciamo comunque a essere perfettamente pronti a
garantire queste pensioni per un periodo di tempo così lungo. I
nostri iscritti devono però rendersi conto che la pensione sarà
proporzionale al contributo versato, cosa che non sempre si
ricordano.
Il
mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
E’
entrato anche in una professione che è molto a contatto con l’uomo,
con la persona. Una professione che cura e provvede anche alla
riabilitazione che passa storicamente attraverso i momenti in cui si
prende l’impronta della dentatura, del cavo orale. Adesso con la
digitalizzazione riusciamo ad utilizzare delle telecamere che ci
consentono la ripresa dell’impronta e la trasmissione del file al
laboratorio che può essere anche distante 4000 chilometri, negli
Stati Uniti, per cui un file di rilievo di una cavità a livello
dentale può essere trasmesso così distante e l’azienda negli USA
può mandarci il manufatto finito. Poi abbiamo le stampanti 3D,
attualmente ancora con costi elevati, ma in un futuro si potrà
pensare di realizzare delle protesi, delle dentiere, realizzate con
la stampante 3D. E poi c’è tutta la documentazione che ci aiuta
nella acquisizione e conservazione dei dati.
Un
valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Come
cultore della deontologia professionale da molti anni – la prima
volta che sono stato presidente è stato nel 1990 – posso dire che
rispetto a quegli anni si è perso molto del senso del decoro della
professione, un termine forse desueto, ma per me ha ancora un
significato. Per me decoro significa non eccedere in quello che è il
messaggio pubblicitario. Il professionista poi non deve seguire il
codice soltanto nell’attività professionale, ma deve trattarsi di
uno stile di vita e quindi io richiamerei tutti quanti a riflettere
su questo. Non dimentichiamoci che noi non vendiamo un prodotto ma
curiamo le persone.
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