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Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz |
Propongo l'intervista realizzata ai parlamentari valdostani Albert Lanièce e Rudy Marguerettaz pubblicata sul Corriere di alcune settimane fa.
In questo momento come si struttura
il vostro impegno romano?
Lanièce: L’impegno romano è
caratterizzato da una presenza in Senato in funzione dell’attività delle
commissioni permanenti, bicamerali e dell'Aula; di norma è richiesta la
presenza dal martedì al giovedì ma spesso, in questa legislatura, i lavori
iniziano già il lunedì e si protraggono al venerdì o a oltranza durante i
periodi più impegnativi.
Marguerettaz:
Devo dire che il lavoro parlamentare è più impegnativo di quanto pensassi,
soprattutto per la responsabilità che comporta. Personalmente ho avvertito
questo carico di responsabilità che i valdostani hanno voluto affidarmi fin
dall’inizio della legislatura. I primi mesi li ho dedicati, forzatamente, allo
studio dei meccanismi e delle procedure parlamentari, cercando di mettere a
frutto la mia passata esperienza politica e amministrativa. Mi sono quindi
dedicato allo studio degli atti, cercando, in modo particolare, di focalizzare
la mia attenzione su iniziative e proposte che potessero avere ripercussioni
dirette per la Valle
e, specificatamente, per la nostra autonomia. Sono momenti, quelli dello studio
degli atti, evidentemente molto importanti, ma che bisogna spesso esercitare
ricavando il tempo al di fuori degli impegni d’aula e di commissione. Le
riunioni dell’assemblea e delle commissioni, infatti, sono convocate tutte le
settimane, mediamente per quattro giorni. E’ poi importante, direi molto
importante, il tempo dedicato ai rapporti politici, a quegli incontri, cioè,
con Ministri, Vice-ministri, Sottosegretari, Capi di gabinetto, per cercare di
dare risposte alle aspettative della Regione, dei Comuni, dei cittadini.
Il provvedimento più importante di
cui vi siete occupati riguardante la Valle d’Aosta
Lanièce: Su molti provvedimenti
legislativi il nostro impegno è spesso riferito a tutelare ciò che la nostra
Regione, e le Provincie Autonome, prevedono già nei vari argomenti che si
stanno esaminando: si tratta di predisporre e inserire "norme di
salvaguardia" che hanno lo scopo di tutelare le nostre normative
"speciali" e lo Statuto Speciale. Un provvedimento, in particolare,
che mi ha visto impegnato nel corso dell’ultimo mese è stato l emendamento che
ha evitato alla nostra Regione di pagare Trenitalia per l’anno 2013, accollando
questo onere, che ammonta a 23 milioni di euro ,allo Stato (rimangono tuttora
degli aspetti di criticità per noi da
definire meglio con l’applicazione delle norme di attuazione sul trasporto
ferroviario ).
Marguerettaz:
Sia per i contenuti, sia per l’impegno che ha richiesto, è stata la recente
legge di stabilità: quella che, una volta, si definiva “la finanziaria”. Sono
stati quindici giorni molto intensi, con sedute-fiume della commissione, che si
protraevano, sovente, fino a notte inoltrata. Abbiamo cercato, col Senatore
Lanièce, di porre rimedio alle tante penalizzazioni nei confronti della Valle d’Aosta,
con risultati, devo ammetterlo, inferiori alle aspettative. Se è vero che siamo
riusciti, con i nostri emendamenti, ad evitare che fossero addebitati alla
Regione ulteriori 23 mln di spesa per i servizi di Trenitalia e a definire che,
entro il mese di giugno 2014, si giunga ad un trasferimento delle competenze
sulla ferrovia, è altrettanto vero che, come abbiamo fortemente denunciato, i
tagli al Bilancio regionale che derivano da questa legge di stabilità,
rimangono esagerati e decisamente iniqui. Non è pensabile, ad esempio, che la Valle d’Aosta debba
accollarsi circa il 10% del contributo a carico delle Regioni a Statuto
speciale per il risanamento delle finanze dello Stato, così come grida vendetta
l’obbligo, per la Valle,
di partecipare alla riduzione del fondo del Sistema Sanitario Nazionale, dal
momento che non ne usufruisce. L’impegno che siamo riusciti a fare assumere al
Governo è di organizzare un tavolo istituzionale con la nostra Regione, per
affrontare le varie problematiche finanziarie, a partire dalla ricerca di un
accordo sul Patto di stabilità.
E quello di tipo nazionale?
Lanièce:
A livello
nazionale il nostro appoggio all'attuale governo Letta ha il senso, da una
parte, di assunzione di responsabilità nel garantire una amministrazione (nonostante
molte criticità) al nostro Paese in questo momento storico molto difficile
(sopratutto nei confronti dell’Unione Europea), dall'altra nel cercare di
mantenere buoni rapporti di collaborazione con le strutture dei vari ministeri
con l’unico scopo di ottenere la massima collaborazione nei vari provvedimenti
che interessano la nostra Valle, evitando un possibile isolamento che sarebbe
veramente deleterio per noi.
Marguerettaz:
Credo che il cosiddetto “Decreto Fare” sia l’atto più significativo assunto da
questo Governo negli otto mesi di attività. Un decreto con cui, una volta
tanto, si è cercato di affiancare ad un’esasperata politica del rigore un’iniziativa tendente
alla semplificazione burocratica e, seppur molto timidamente, alla ripresa
economica. Tra l’altro è proprio grazie a questo decreto che si sono destinati
circa 27 mln alla nostra Regione, che permetteranno l’acquisto di treni
bimodali per il miglioramento del collegamento ferroviario col Piemonte.
Sottolineo anche l’obbligo, per le Pubbliche amministrazioni, di dare risposte
ai cittadini e alle imprese in tempi certi. Tempi che, qualora non fossero
rispettati, comporterebbero un obbligo di indennizzo ai richiedenti da parte
delle amministrazioni inadempienti.
Un contributo personale che avete
offerto all’aula?
Marguerettaz: Oltre ai già
accennati interventi sulla legge di stabilità, ho avuto modo di prendere la
parola nei dibattiti sulle varie mozioni di fiducia al Governo, in difesa del
bilinguismo, in varie dichiarazioni di voto su questo o quel provvedimento. Se
ne devo sceglierne uno, ricorderei il contributo nel dibattito sulla legge
contro l’omofobia. Ho cercato di illustrare all’aula, con toni pacati, la mia
contrarietà a questa proposta, portando delle ragioni che sono state condivise
da colleghi di diversi partiti. Ho definito questa legge inutile e subdola:
inutile perché gli atti di violenza nei confronti delle persone omosessuali
potevano già essere considerati nell’attuale codice penale, all’interno dei
cosiddetti “motivi abbietti”, senza dover necessariamente ricorrere ad una
normativa ad hoc; subdola perché il vero obiettivo che si voleva raggiungere
con l’approvazione di questa legge era, da un lato, il riconoscimento da parte
dello Stato di una categoria di persone sulla base del loro orientamento
sessuale (?!), dall’altro, come dichiarato dagli stessi promotori
dell’iniziativa, si voleva una legge “propedeutica” al raggiungimento del
matrimonio fra persone dello stesso sesso e, successivamente, alla possibilità
di adozione di figli. E’ inoltre una legge pericolosa perché lascerà alla
decisione del giudice di turno tracciare il limite tra la discriminazione e la
libertà di pensiero. Credo non sia superfluo aggiungere che non sono queste le
priorità che il Paese attende.
Il vostro giudizio sul Governo mi
sembra si sia modificato in questi mesi. Che cosa pensate del governo Letta? E
sulla legislatura?
Lanièce:
Il governo Letta
ha fatto ciò che ha potuto, in questi mesi, tenendo conto del fatto che non ci
sono risorse finanziarie per poter portare avanti una reale politica di ripresa
nei vari settori , soprattutto in quello del lavoro. Dal punto di vista delle
riforme costituzionale, che erano state annunciate (e che ci hanno visti e ci
vedranno molto vigili sulla tutela della nostra Autonomia) all’inizio della
legislatura, si registra un grave ritardo dovuto alle grandi novità politiche
degli ultimo mesi (spaccatura del Pdl , di Scelta civica, nuovo segretario Pd)
che hanno influito in modo negativo sul crono-programma previsto dal Governo.
Per quanto riguarda l’azione del
Governo verso la nostra Regione, rimangono ancora delle criticità importanti
soprattutto nei rapporti con il ministero delle Finanze per ciò che riguarda il
patto di stabilità, l 'argomento delle "accise" , la quota di
compartecipazione della nostra Regione al risanamento dello Stato. Tutti
argomenti che per noi, con l’attuale interpretazione della Ragioneria dello
Stato, rappresentano un aspetto decisamente negativo per ciò che riguarda il
trasferimento delle risorse da parte dell’Amministrazione centrale alla Valle. Stiamo poi aspettando la nomina –
finalmente - della commissione Paritetica per poter portare a compimento l’iter
delle norme di attuazione che da anni stanno aspettando il loro completamento (argomento
che a più riprese abbiamo sollecitato ai Ministri competenti e al Presidente
Letta), come il completamento dell’accordo sul federalismo fiscale, i trasporti
ferroviari, catasto, sanità penitenziaria, ordinamento linguistico.
Marguerettaz:
E’ vero: come ho avuto modo di dire intervenendo in aula, la nostra fiducia sta
vacillando. Il Governo Letta, nato come “larghe intese” per le riforme
istituzionali, per rifare la legge elettorale e per favorire una ripresa
economica, non ha finora dato risultati soddisfacenti. Mi si dirà che otto mesi
di attività non sono molti per poter realizzare gli obiettivi, tuttavia la
nostra preoccupazione rimane, soprattutto se guardiamo al mancato seguito che
hanno avuto le parole di Letta nel momento del suo insediamento, quando
prometteva di “valorizzare le autonomie speciali”. Su questo punto, in
particolare, noi auspichiamo un’inversione di tendenza rispetto al passato
Governo, a partire da una maggiore equità nei sacrifici richiesti alla Valle
d’Aosta e da un rilancio della sua specialità all’interno di quelle che saranno
le future riforme costituzionali. L’anno appena iniziato sarà decisivo sotto
vari aspetti, a partire dai rapporti con l’Unione europea. Nel 2014, infatti,
si rinnoverà il Parlamento europeo e, nel secondo semestre, l’Italia avrà la Presidenza della
Commissione: un’occasione importante per poter rinegoziare gli impegni assunti
dal nostro Paese, che si stanno rivelando troppo rigidi e fortemente limitativi
per favorire la tanto auspicata ripresa economica. In merito poi alla
legislatura va detto che questa nasce tra mille difficoltà. Il risultato
elettorale ha, di fatto, creato per un lungo periodo una situazione di stallo,
protrattosi per i tentativi iniziali del Centro-sinistra di giungere ad un
accordo col Movimento 5 stelle, portando poi alla soluzione del Governo delle
larghe intese. Ricordo anche il momento di grave sbandamento istituzionale,
quando si è dovuto procedere all’elezione del Presidente della Repubblica, che
ha portato gli esponenti di numerosi Partiti (anche di quelli che oggi lo
denigrano) a chiedere la disponibilità di ricandidarsi a Giorgio Napolitano.
Una legislatura che non ha mai interrotto la campagna elettorale: col fatto che
nuove elezioni sono sempre dietro l’angolo, i Partiti non hanno mai abbassato
la guardia, mantenendo, appunto, un’impostazione da campagna elettorale. A
parte l’atteggiamento del Movimento 5 stelle che, volendo distruggere il
sistema, vuole raggiungere il 51% dei consensi e quindi, finchè non raggiungerà
quest’obiettivo, manterrà perennemente i toni alti tipici delle elezioni, anche
Forza Italia prima, e, dopo il recente Congresso, anche il PD, sembrano
contribuire a creare un clima di scarsa serenità. Una legislatura che, dato lo
stato delle cose, dovrebbe impegnare le forze politiche a darsi un serio
sistema elettorale, che garantisca la governabilità, a fare le riforme più
urgenti, come quelle costituzionali, per poi chiudersi rapidamente.
In materia di riforme quali hanno
il vostro appoggio e quali no?
Lanièce: Preferirei aspettare ad
esprimermi quando ci saranno delle proposte concrete sul tappeto.
Marguerettaz:
Tutte le riforme tendenti a semplificare, a ridurre i costi, ad abbattere
l’eccessiva burocrazia avranno il nostro appoggio. Nella fattispecie, sarà indispensabile
giungere al superamento del bicameralismo perfetto che, se aveva un senso
all’alba della repubblica, oggi appare come un meccanismo farraginoso e
inutile. Questo significa, come proponiamo da anni, che si dovrebbe ripensare
al ruolo del Senato, trasformandolo in un organismo rappresentativo delle
Regioni, ed affidare alla sola Camera il potere legislativo e di fiducia al
Governo. Questa riforma porterebbe, da un lato, ad una velocizzazione dei tempi
di risposta della politica e, dall’altro, ad un superamento dei diversi
organismi pensati oggi per garantire un collegamento tra lo Stato e le Regioni.
Accanto a questa riforma ritengo importante che si giunga ad una significativa
riduzione del numero di Parlamentari, oggi davvero troppo numeroso (e oneroso).
Nella riforma del titolo V della Costituzione e, in particolare, dell’art. 116,
dove si fa riferimento alle Regioni a Statuto speciale, dovremo, come
Parlamentari valdostani, mantenere alta la guardia. L’obiettivo minimo,
logicamente, sarà quello di conservare la nostra specialità (cosa non così
scontata viste le riflessioni fatte da alcuni saggi nominati nella commissione
per le proposte di riforma), ma, se riusciremo, cercheremo di far inserire
nella nuova Carta il principio dell’intesa, in modo da dare, finalmente, una
tutela costituzionale al nostro Statuto
speciale.