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Daniela Dellio ed Eleonora Charrère |
Questa settimana
ti propongo l'intervista a Eleonora Charrère (Les Crêtes) e Daniela Delio (Maison agricole
D&D) entrambe componenti della sezione valdostana delle donne del vino.
Chi sono le donne del vino in Italia e in
Valle d’Aosta?
Charrère: L'Associazione
Nazionale Le Donne del Vino nasce nel 1988 ed è costituita da
Produttrici, Ristoratrici, Enotecarie, Enologhe, Sommelier e Giornaliste, che
in tutta Italia con la loro attività operano per promuovere la cultura del vino
nel senso più ampio. Le Donne del Vino sono tutte donne responsabili in prima
persona delle componenti della filiera vitivinicola, dal vigneto alla
comunicazione. L'Associazione conta oggi circa settecento iscritte. L'associazione
è nata nel 1988 per merito dell'intuito sottile e brillante di una produttrice
toscana, Elisabetta Tognana, l'Associazione attualmente è uno dei sodalizi più
attivi e conosciuti nel vasto panorama di interessi che ruota intorno
all'enologia. E quest'anno ci prepariamo a festeggiare i 25 anni di attività
associativa. In Valle proporremmo un evento costituito dalla presentazione di
un libro fotografico dal titolo «Les femmes à Vin» con l'obiettivo di
valorizzare i volti e le attività di tutte le donne del vino valdostane.
Quali sono gli
obiettivi di questa associazione?
Charrère: Diffondere la conoscenza e la
cultura del vino di qualità attraverso tutti i canali possibili, organizzando
incontri, degustazioni, dibattiti, tavole rotonde, viaggi studio, corsi di
aggiornamento, con particolare attenzione al mondo femminile.
In Valle che
attività svolgete?
Dellio: La
delegazione valdostana è nata nel 2007 e
conta 6 produttrici e un’enotecaria. Siamo sicuramente poche e colgo l'occasione per
lanciare un appello ad altre donne interessate al mondo del vino di aiutraci,
di venire con noi, di darci nuove idee per creare qualcosa di bello, di
importante, in quanto l'unione fa la forza. Cerchiamo di organizzare almeno
ogni anno un evento per promuovere sia la cultura che il territorio
vitivinicolo valdostano. Siamo inoltre disponibili a collaborare con enti e
associazioni che richiedano la nostra presenza a dibattiti, degustazioni,
aperitivi. Cito alcuni eventi: nel 2009 Artesapori a Challand St. Victor, con
una degustazione guidata al pubblico e Punta Helbronner sempre con una degustazione
“ in rosa” in collaborazione con le Funivie del Monte Bianco. In entrambi i
casi molti turisti. Nel 2010 ricordo il concorso letterario "Vigneti, vini
e vignaioli da leggere..." in collaborazione con il Corriere della Valle.
Nel 2011 abbiamo partecipato a «Folklore Verres», una mostra mercato
enogastronomico di prodotti tipici e ogni anno siamo alla Fiera di S. Orso con
l’associazione dei Viticulteurs nel padiglione enogastronomico, sempre per la
promozione del prodotto vino valdostano.
Ha davvero senso
parlare di imprenditoria femminile? Esiste uno stile diverso di fare impresa?
Charrère: Esiste e ha
senso. Premesso che da sempre le donne hanno operato nei vigneti, nelle
cantine, però in sordina senza mai emergere, adesso è venuto il momento in cui
le donne guidano le proprie aziende. mettendoci la propria faccia, in prima
persona e sono diventate molto abili nell'aspetto della comunicazione, in
quello organizzativo. Portano avanti delle grandi aziende e nonostante tutto riescono
a gestire una famiglia, ad occuparsi dei figli. Cosa che richiede più energia
rispetto agli uomini. In questo sicuramente si differenziano.
Presentateci le
vostre aziende…
Dellio: Sono titolare di una
piccola aziende che ha la sua sede ad Aosta, nata nel 2002. Già i i miei nonni e i miei genitori si erano sempre occupati
della lavorazione dei vigneti, soprattutto per autoconsumo. Nel 2002 ho deciso con l amia famiglia, con
mio marito soprattutto di provare a coltivare la vigna in modo più professionale.
Siamo partiti con 2000 bottiglie e ci sembrava un'avventura, qualcosa di bello,
qualcosa di nostro. Perché coltivare la vigna è una passione che si fa perché
si vuole fare, perché comunque è un lavoro difficile e la resa non è così
eccezionale. Il bello però era voler assaggiare il vino che si faceva e volere
che questo vino fosse assaggiato da tante persone diverse, soprattutto che
venisse apprezzato quel bicchiere di vino che era costato tanta fatica. Partiti
nel 2002 con 2000 bottiglie oggi siamo arrivati a circa 20mila. Il salto è
avvenuto passando dai vigneti di famiglia ad altri vigneti. Persone vicine alla
nostra zona che visto che avevamo voglia di lavorare la terra ci hanno detto di
prendere il loro vigneto che loro, per svariati motivi, non erano più in grado
di lavorare. E così siamo cresciuti, scegliendo soprattutto i vini autoctoni,
rendendoci conto che soprattutto il turista richiede questo tipo di prodotto.
Charrère: L'azienda Les
Crêtes è l'azienda privata valdostana più grande. E' nata nel 1989 per una
visione di mio padre Costantino e di alcuni amici che all'epoca hanno deciso di
investire in viticoltura. Io sono cresciuta in mezzo al vino e ho ereditato
questa passione da mio padre che a sua volta l'aveva ereditata dal suo. C'è una
tradizione di diverse generazione. Da Aymavilles gestiamo una ventina di ettari
in diverse località della Valle d'Aosta. Siamo notevolmente cresciuti
dall'inizio in cui si producevano poche migliaia di bottiglie siamo arrivati
quasi a 200mila.
Il binomio vino-turismo in Valle d’Aosta sta crescendo?
Dellio: Sì sta crescendo. Negli ultimi anni,
soprattutto nei mesi estivi, abbiamo
notato che in cantina arrivano tante persone interessate a vedere il
territorio, cioè a camminare tra i vigneti,
a vedere la cantina, cioè le botti, il legno e ad ascoltare la storia dell'azienda.
C'è proprio il piacere di parlare con la persona che coltiva, che segue tutto
il lavoro che porta alla bottiglia di vino. Non soltanto l'appassionato con la guida
ma pure la persona comune che ha voglia di sapere e di conoscere.
Italiani o
stranieri?
Dellio: Nel mio
caso per la maggioranza italiani. Ma negli ultimi anni stanno aumentando gli stranieri.
Charrère: Soprattutto
stranieri in quanto stiamo consolidando i mercati esteri e gli stranieri che
vivono il nostro vino nel loro paese quando arrivano in Italia vengono a
trovarci perché sono curiosi di camminare sul nostro territorio e vedere le nostre
cantine.
Come è andata l’ultima vendemmia?
Charrère: In generale i vigneti Valdostani non hanno sofferto eccessivamente
il caldo torrido del bimestre Luglio-Agosto, anche grazie al microclima di
montagna che ha attenuato notevolmente gli effetti della calura. Qualche
problema legato ad un attacco di peronospora sul grappolo, manifestatosi in
allegagione sulle varietà a bacca rossa autoctone, peraltro prontamente
bloccato, su Torrette. Bene tutte le varietà a bacca bianca. In generale
possiamo affermare che in termini qualitativi, la vendemmia 2012 si prospetta
di buona qualità, e in termini quantitativi, si prospetta in crescita rispetto
a quella del 2011.
Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Charrère: Quest’anno si
festeggiano i 25 anni dell’associazione nazionale DDV. In tale occasione si
svolgeranno numerosi eventi in tutte le regioni italiane. La nostra delegazione
sarà ad esempio presente, come ospite della delegazione della Regione Piemonte
ad un evento/degustazione presso la Mole Antonelliana per un binomio cultura
del cinema/cultura del vino. 19 aprile
Il vostro sogno associativo-imprenditoriale?
Charrère: Sicuramente consolidare l’attività della nostra
delegazione, continuando a lavorare con energia per realizzare i nostri
obiettivi, accogliendo le numerose donne valdostane che operano nel mondo del
vino. Nuove idee e nuova energia sono
indispensabili per creare, differenziarsi ed innovarsi!