IDENTIKIT DELL'ORDINE
DEI VETERINARI
Iscritti totali anno 2018: 109
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Sandra Ganio
Vice Presidente: Maria Claudia Vincenti
Segretario: Alberto Giudice
Tesoriere: Andrea Visentin
Consiglieri: Emilio Bazzocchi, Laurenzia Delpiano, Davide Mila
Revisori dei conti: Barbara Benetti, Federico Molino, Enrica Veysendaz
Revisore dei conti supplente: Alice Centelli
Trend: Si prevedono due nuovi iscritti il prossimo anno
E-Mail: segreteria@veterinari.vda.it
Sito internet: www. veterinari.vda.it
INTERVISTA AL CONSIGLIERE EMILIO BAZZOCCHI
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
La professione si sta evolvendo in maniera notevole. Una volta il veterinario era quello che curava
le mucche in campagna, ora questa immagine è totalmente cambiata e in certi casi addirittura dimenticata. Ora il veterinario è colui che cura cani e gatti e gli animali d’affezione in genere. C’è ancora bisogno di buiatri, cioè quelli che curano le mucche, i cavalli, gli animali da reddito in generale, e in Valle ce ne sono pochi. Inoltre ci sono gli animali esotici o l’aspetto dell’igiene degli alimenti.
Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Il settore si sta saturando ma degli spazi ci possono ancora essere almeno per quanto riguarda le
nicchie che ho appena citato. La consulenza alimentare, l’hccp perquanto riguarda le aziende, e poi c’è tutto il settore della veterinaria pubblica che è misconosciuto, ma avrà presto delle richieste notevoli. È difficile entrare in Asl ma è comunque una branca appetibile.
Esistono nuovi sbocchi professionali?
Oltre a quelli già citati possiamo ricordare la veterinaria forense che sta cominciando ad avere una sua importanza ed una certa richiesta.
Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
La formazione era un’esigenza, ora è diventata una routine. Tutti i veterinari si aggiornano e lo fanno senza stare a contare i punteggi obbligatori. Tutti i veterinari avvertono l’esigenza di formarsi, sia quelli privati che quelli pubblici. Corsi ce ne sono tantissimi e sono frequentati. Inoltre anche l’Ordine promuove iniziative. L’ultima è stata, una ventina di giorni fa, un corso sul lupo con referenti da tutta Italia.
Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Ci vuole passione e si devono avere le idee chiare, altrimenti si rischia di andare incontro a delle delusioni. Diversamente, se si è molto motivati, le soddisfazioni ci possono essere. Dal punto di vista degli animali d’affezione ormai la medicina del cane e del gatto è paragonabile quasi completamente a quella umana. È molto sofisticata. Il mercato è saturo. Non è una professione che assicura grandi guadagni.
Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
La nostra cassa è l’ENPAV (Ente Previdenziale Assistenza Veterinari): siamo obbligati a versare, sia i liberi professionisti, che quelli pubblici, in base al reddito. Ci sono delle agevolazioni per i primi anni. Pur assicurando una continuità contributiva, la pensione non è granché e si va sempre di più verso fondi pensione paralleli per garantire un tenore di vita minimo. Anche le ottime pensioni di un tempo del settore pubblico ormai sono un ricordo e quindi il problema comincia a porsi.
Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
È un’entrata che ha pure un po’ stufato in quanto è stata tumultuosa. Io personalmente devo accedere obbligatoriamente per il normale lavoro quotidiano ad un incredibile numero di portali. C’è la ricetta
elettronica, i prontuari dei farmaci elettronici, le anagrafi della maggior parte degli animali. Ormai è tutto tracciato e gli ambulatori sono obbligati a lavorare con dei gestionali. È una coabitazione ormai assodata.
Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Il valore etico da recuperare. La veterinaria è sempre stata considerata una professione intellettuale dove l’aspetto commerciale non era preponderante e adesso c’è stata un’apertura verso gli aspetti commerciali e in molti tendono a dimenticare che ci sono anche altri aspetti. Una volta si parlava di agire secondo scienza e coscienza, secondo la virtù del buon padre di famiglia. Sono tutti aspetti da tenere presenti tanto che ancora oggi quando uno si iscrive all’Ordine deve giurare sul codice deontologico. E l’Ordine serve anche a vigilare che il Codice sia rispettato. Un aspetto etico da salvaguardare.