Dario Ceccarelli, responsabile dell'Osservatorio Economico regionale, ha presentato la scorsa settimana la quarta edizione dell'Annuario sttaistico regionale, la seconda con la veste grafica e l'impostazione attuale.
Qui trovate il link che vi dà accesso ad una mole di dati davvero impressionante. Lo trovate anche nella sezione «
strumenti» di questo blog.
In questo post trovate un anota che illustra la struttura del rapporto e, soprattutto, offre un commento dei dati raccolti.
3 i volumi che compongono la pubblicazione: Annuario, Promenade parmi les chiffres, Relazione socio-economica
23 i capitoli di cui si compone, che spaziano dal territorio all'economia; dal commercio agli enti locali; dalla sanità alle famiglie ed agli aspetti sociali
Oltre 500 le tavole della pubblicazione; i capitoli con una maggiore numerosità di tavole sono quello della Popolazione, della Cultura e sport, della Sanità e dell'Agricoltura, con circa 40 tavole ciascuno
Elementi di rilievo
L'edizione 2010 dell'Annuario statistico si inserisce nel solco tracciato dall'edizione precedente, costituendo così un elemento di continuità sotto diversi profili:
• contenutistico, garantendo da un lato la continuità all'informazione statistica, quindi la possibilità di confronti temporali, dall'altro confermando l'ampia ed eterogenea gamma di informazioni, promuovendo la fruizione dei dati statistici presso i diversi livelli della società locale;
• organizzativo, anche per l'edizione 2010 si è potuto beneficiare della proficua collaborazione con l'Istat, in particolare l'Ufficio regionale per il Piemonte e la Valle d'Aosta;
• impostazione grafica, in questo senso si è mantenuto inalterato il tratto grafico "inaugurato" con la scorsa edizione, pur aggiornando alcune componenti.
Pur perseguendo l'obiettivo della continuità, sono state in ogni caso introdotte alcune novità. Certamente va evidenziato lo sforzo di ampliare il contenuto informativo dell'annuario che ogni anno cresce, grazie anche ai dati di fonte regionale. Tuttavia, l'edizione 2010 dell'Annuario si caratterizza soprattutto per "l'esordio" del capitolo relativo all'Euroregione Alpi-Mediterraneo.
Note a margine
Poiché il principale intento della pubblicazione è quello di promuovere l'informazione e la fruizione dei dati statistici presso la più ampia platea possibile, si può dire che l'Annuario si configura come uno strumento di servizio.
La statistica pubblica svolge, infatti, una funzione primaria di conoscenza grazie a diverse e qualificate fonti. D'altra parte, a fronte di fabbisogni informativi crescenti, deve necessariamente corrispondere una crescita anche dell'offerta di dati statistici, oltre che delle modalità di fruibilità dell'informazione statistica. Infatti, l'elaborazione di politiche, così come le decisioni che devono assumere i singoli cittadini, in merito a scelte professionali piuttosto che di studio, oppure più semplicemente per affinare analisi e studi della società, richiedono necessariamente molte e diversificate informazioni. Inoltre, vengono richiesti dati adeguati e tempestivi.
In questo quadro, non va tuttavia dimenticato che la statistica pubblica ha però il compito di garantire dati affidabili, accurati, comparabili e coerenti nel tempo. Ai dati di fonte Istat, principale produttore di statistiche ufficiali nel Paese, si affiancano dati forniti da altri enti, ivi compresa la stessa Amministrazione regionale, che nel complesso tracciano un ritratto a tutto tondo della Valle d'Aosta e della sua evoluzione economica e sociale più recente.
E' quindi in questo quadro che va collocata la pubblicazione dell'Annuario statistico. Appare peraltro utile ricordare che all'Annuario si affiancano altre modalità di diffusione di informazioni statistiche aggiornate, fra tutte va segnalato in particolare il sito web
www.regione.vda.it/statistica.
Nel merito va poi rimarcato che le peculiarità della situazione congiunturale internazionale e nazionale, che come ha chiaramente evidenziato l'Istat nell'ultimo Rapporto annuale (maggio 2010) possono essere indicate come l'espressione della crisi più profonda della storia economica recente, costituiscono anche per questa pubblicazione una cornice di riferimento obbligata.
La relativa straordinarietà delle dinamiche economiche e occupazionali ha infatti prodotto effetti critici anche sul piano regionale e, d'altro canto, anche se la crisi si è manifestata nella nostra regione con ritardo rispetto alle altre aree del Paese, in ragione soprattutto della particolare struttura produttiva regionale, non per questo essa è stata meno rilevante.
Sono soprattutto i dati di natura congiunturale che danno chiaramente conto dell'impatto prodotto dalla crisi nel corso del 2009. Ci riferiamo, in particolare al mercato del lavoro, dove si osserva un contestuale aumento della disoccupazione ed una riduzione dell'occupazione, oltre che un consistente ricorso agli ammortizzatori sociali. Inoltre, anche i dati di fonte amministrativa testimoniano delle criticità occupazionali. Le assunzioni del 2009 risultano, infatti, in contrazione del -5,5% rispetto all'anno precedente.
Segnali di maggiore difficoltà si registrano, in particolare, per il settore secondario e segnatamente per le attività manifatturiere, le quali evidenziano un sensibile rallentamento della produzione, un'importante contrazione dell'export ed un elevato ricorso alla Cassa integrazione guadagni.
A questo proposito si deve notare che i primi mesi del 2010 evidenziano in ogni caso segnali di miglioramento del quadro congiunturale e previsionale, anche se si tratta per il momento di elementi da interpretare con grande cautela, soprattutto perché ancora molto parziali per il mercato del lavoro.
Tuttavia, si deve sottolineare che, nel ricco ed articolato panorama delle informazioni dell'Annuario, sono numerose le informazioni che mettono in luce aspetti positivi della società locale. Ci riferiamo ad esempio ad aspetti relativi alla sanità, piuttosto che all'offerta culturale, ma anche alle produzioni della filiera agroalimentare.
In sintesi, si può osservare che il rilevante intervento regionale da un lato, i buoni livelli di partenza di molti indicatori dall'altro, oltre che i segnali, seppure ancora piuttosto modesti, di rallentamento delle tensioni, lasciano quindi sperare che il picco delle difficoltà sia stato superato e che la fase acuta della crisi sia stata affrontata efficacemente, anche se la trasmissione degli effetti positivi al mercato del lavoro richiederà ancora del tempo.