31 gennaio 2008

Turisti russi affascinati dalla Valle d'Aosta

Cresce l’interesse dei Tour operator moscoviti per la Valle d’Aosta dove negli ultimi sei anni (con una forte accelerazione nell’ultimo triennio) le presenze di turisti russi sono passate da 14.446 a 35.417 (+145,2%) (dato quest'ultimo aggiornato al mese di novembre). L’assessore al Turismo Ennio Pastoret (Union Valdôtaine), appena rientrato da «Club Tigaciov», una tra le principali mete degli appassionati dello sci della capitale russa, dove si è svolta la seconda edizione dello «Snow Day Valle d’Aosta», manifestazione mirata a promuovere l’offerta turistica della piccola regione autonoma in Russia, conferma il trend positivo. Ancora una volta lo «Snow day», organizzato dalla Regione insieme al «Tour Operator Intourbureau Omega» e cofinanziato dalla Chambre Valdôtaine e dal Ministero del Commercio Internazionale italiano, in collaborazione con gli uffici ICE di Mosca e Torino e il supporto dell’ENIT, si è rivelato una vetrina vincente. «Intrapresa a partire dal 2004 la promozione della Valle d'Aosta in Russia - osserva Pastoret - ha dato immediati riscontri positivi. Arrivi e presenze sono aumentati, rispettivamente del 51,7% e del 49,9% nel 2005 rispetto al 2004 e di un ulteriore 38,99% e 52,03% nel 2006 rispetto al 2005, assestandosi a quota 4.694 gli arrivi e 32.632 le presenze. Ancora in aumento sono poi i dati del 2007 che, già solo senza il mese di dicembre che non è ancora disponibile, fanno rilevare rispetto all'intero anno 2006 un + 1% negli arrivi e un + 7,70% nelle presenze».
E’ soprattutto la Valle d’Aosta dello sci ad attrarre il cliente moscovita. «Il turismo russo in Valle d'Aosta – conclude l’assessore - è prevalentemente orientato, per il momento, sul prodotto neve. Rispetto agli anni 2003 e 2004 in cui l'unica stazione sciistica conosciuta e frequentata era Cervinia l'azione promozionale sin qui condotta ha messo in luce anche le altre località sciistiche valdostane che hanno visto progressivamente crescere nelle ultime stagioni invernali la propria clientela russa». Nel 2007 (tra gennaio e novembre) l'Aiat Monte Cervino ha fatto registrare 16.940 presenze, seguita dalla Monte Bianco con 7108 e da La Thuile Petit Saint-Bernard con 4.153. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 30 gennaio 2008)

Traforo Monte Bianco: diminuiscono i passaggi. Raggiunto il tetto massimo

Rallentano per la prima volta, dal marzo del 2002, giorno della sua riapertura dopo il tragico rogo, i passaggi nel Tunnel del Monte Bianco. Una flessione leggera (-1,75%), quasi impercettibile sul traffico leggero (-1,28%) e leggermente più consistente per quello pesante (- 2,68%), il tutto mentre la Regione Autonoma Valle d’Aosta il 2 gennaio ha approvato una proposta di deliberazione che stabilisce in 1600 la quota fissa di transito giornaliero di Tir, attirandosi le ire delle associazioni ambientaliste. Tuttavia la diminuzione non renderà meno animata la querelle in quanto, a detta dei responsabili del Geie (gruppo sotto il quale si riuniscono le società che gestiscono il traforo sul versante italiano e su quello transalpino), non va assolutamente interpretata come una inversione di tendenza. «Su entrambe le componenti di traffico – commenta Giuseppe Giobellina del Geie - ha influito negativamente il movimento franoso che ha interrotto la circolazione per un'intera settimana all'inizio del mese di marzo 2007. Se non si tiene conto di questo evento contingente infatti i volumi di traffico dell'anno 2007 sono pressoché identici a quelli del 2006». Quello che però si può ipotizzare è che il Traforo del Bianco abbia raggiunto il suo tetto massimo. «Da questi dati in effetti si può dedurre – aggiunge Giobellina - che la direttrice internazionale del Bianco, dopo il riequilibrio avvenuto nel corso del 2005 a seguito della chiusura per due mesi del Traforo del Frejus, si è ormai stabilizzata e consolidata - soprattutto per i mezzi pesanti - ad un livello soggetto a minime variazioni. Per contro, la crescita costante di altre vie di transito internazionale (Brennero, Tarvisio, Ventimiglia ndr) dimostra che i flussi commerciali sono in espansione soprattutto verso l'Est europeo e verso la penisola iberica».
Sul fronte ricavi non si registrano particolari sorprese. «Al momento – ci fa notare il dirigente del Tunnel - esiste solo una bozza del bilancio 2007, un progetto non ancora validato dal Consiglio di Sorveglianza. E' da presumere tuttavia che i ricavi da pedaggi vengano consuntivati circa allo stesso livello monetario del 2006, essendo la contrazione di traffico in parte compensata dall'aggiornamento tariffario dell'1,7% introdotto dal 1° luglio 2007 per adeguamento alla media dei tassi di inflazione maturati in Italia e in Francia nell'anno precedente».
La società non interviene in merito alla soglia ripromettendosi semplicemente di adeguarsi alle nuove indicazioni una volta decise dal Consiglio regionale. Il transito giornaliero di non più di 1.600 Tir nel Traforo del Monte Bianco dovrebbe, come indicato nel documento approvato dalla Giunta, consentire alla Valle d'Aosta di conservare gli standard di qualità ambientale equilibrio ambientale. Secondo infatti gli studi preliminari realizzati dalla società T-Bridge di Genova, confermati anche dalla relazione della Sezione Aria dell'ARPA valdostana, il tetto così determinato consentirà alla Valle d'Aosta di rispettare gli obiettivi qualità previsti dal Piano Aria della Valle d'Aosta per ciò che concerne la concentrazione media annuale di biossido di azoto: 35 microgrammi/m3 nel 2010 e 30 microgrammi/m3 nel 2015 contro un valore limite normativo di 40 microgrammi. Le valutazioni tecniche che hanno preceduto il documento regionale indicavano infatti un «progressivo, continuo e rapido incremento» delle percentuali di veicoli meno inquinanti e stabilivano una soglia ammissibile compresa tra i 1.500 e i 2000 tir al giorno. «E' chiaro – precisa il Presidente della Giunta Luciano Caveri - che i flussi dei tir non piacciono; tanto meno a noi, ma dobbiamo prendere atto che l'evoluzione tecnica dei motori ha favorito una considerevole diminuzione dell'inquinamento». Una decisione fortemente contestata dalle associazioni ambientaliste. In una lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio Valle, a tutti i consiglieri, e al Consiglio comunale di Courmayeur, hanno contestato duramente la proposta della Giunta, che a breve il Consiglio Valle sarà chiamato ad approvare, di adottare un nuovo limite di traffico per il Tunnel del Bianco, passando dai 1.100 Tir al giorno stabiliti dal Consiglio regionale, ad una media giornaliera di 1.600 Tir. Nella lettera aperta a firma di Alex Glarey e Nora Girardi dell'Associazione per la difesa del Monte Bianco, Legambiente e ATTAC, si sottolinea che «i passaggi al Bianco sfiorano i 1.700 Tir al giorno. Ogni limite previsto dal Consiglio regionale o auspicato dallo stesso Presidente Caveri, che da tempo aveva cominciato a parlare di 1.500 Tir al giorno è stato superato. Anziché reagire l'esecutivo ha scelto la via più semplice: quella di adeguarsi all'esistente, perché non si ha la volontà né la capacità di metterlo in discussione e di cambiarlo». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 29 gennaio 2008)

30 gennaio 2008

Anche la Valle d'Aosta avrà la sua legge sul telelavoro nella pubblica amministrazione

Toccherà ad una proposta di legge della maggioranza, (primo firmatario André Lanièce, con i tre capigruppo di Uv, Stella Alpina e Fédération Autonomiste), permettere nella piccola regione autonoma, nell’ambito degli enti del comparto unico del pubblico impiego della Valle d’Aosta, la diffusione del lavoro a distanza, meglio conosciuto come «telelavoro».
L’intenzione dell’amministrazione regionale è quella di avviare una fase sperimentale triennale che, tra il 2008 e il 2010, sarà finanziata con 1,3 milioni. «L’anno europeo delle Pari Opportunità, appena concluso, - commenta André Lanièce della Stella Alpina, il principale promotore della proposta di legge - ha evidenziato la possibilità di rendere operativo a livello regionale questo nuovo modello organizzativo dell’attività lavorativa teso, da una parte, a razionalizzare l’organizzazione del lavoro e a realizzare economie di gestione e, dall’altra, a fronteggiare le esigenze dei lavoratori legate ai disagi imputabili alla distanza tra la propria residenza e la sede lavorativa e alla necessità di conciliare l’attività lavorativa con gli impegni familiari conseguenti alla presenza di figli minori, di familiari portatori di handicap o di particolari condizioni psico-fisiche dello stesso lavoratore».
La promozione del lavoro a distanza mira anche a combattere lo spopolamento delle aree decentrate,a decongestionare i poli urbani (ad Aosta è concentrato un altissimo numero di uffici) e a ridurre i costi, pubblici e privati, di trasporto. In pratica si tratta di applicare a livello regionale quanto già reso possibile dall’articolo 4 della Bassanini ter (legge 16 giugno 1998, n. 191) che prevede, fra l’altro, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono in materia con proprie leggi. «Per attuare tale innovazione, - spiega ancora Lanièce - è previsto che le Pubbliche Amministrazioni possono autorizzare i propri dipendenti ad effettuare, a parità di salario, la prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro, previa determinazione delle modalità per la verifica dell’adempimento della prestazione lavorativa, installando, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio, le necessarie apparecchiature informatiche e gli indispensabili collegamenti telefonici e telematici».
Il telelavoro nel pubblico impiego è poi disciplinato, oltre che dall già citato articolo 4 della l. 191/1998, dal regolamento attuativo della stessa, introdotto con il D.P.R. del 8 marzo 1999, n. 70, e dal Contratto Collettivo Nazionale Quadro valido per tutti i comparti di contrattazione collettiva, sottoscritto in data 23 marzo 2000 dall’ARAN e dalle Confederazioni sindacali rappresentative. La proposta di legge valdostana disciplina l’attuazione del telelavoro sulla base di appositi progetti, elaborati dagli enti del comparto unico, che individuano le specifiche mansioni telelavorabili, verificano la fattibilità logistico-strumentale, individuano il percorso formativo necessario e definiscono i criteri, orientati ai risultati, di verifica della prestazione di telelavoro.
Ai dipendenti interessati sarà garantita dall’amministrazione regionale l’opportuna formazione finalizzata a rendere possibile la prestazione del telelavoro. A tal fine, gli enti interessati, dovranno predisporre un apposito progetto di formazione per permettere al dipendnete l’acquisizione di nozioni relative alle tecnologie dell’informatizzazione, alla comunicazione e in materia di sicurezza sul lavoro. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 30 gennaio 2008)

Industria valdostana, nel primo trimestre 2008 ritorna il pessimismo


Ospito per la prima volta sul mio blog l’indagine previsionale trimestrale che Confindustria Valle d’Aosta realizza da diversi anni grazie all’impegno del Direttore Edda Crosa e del suo staff. A mio avviso si tratta di una delle analisi economiche più utili ed obiettive realizzate nella nostra regione anche perché offre uno storico che altri studi non garantiscono. Senza dimenticare che in Valle avere a che fare con dati numerici in tempo reale è una vera rarità. Chi amministra dovrebbe poter contare continuamente su simili istantanee in modo da programmare le proprie strategie politiche con sempre maggiore efficacia ed efficienza.

PREMESSA
I dati dell’indagine previsionale relativa al primo trimestre 2008 si basano sulle risposte pervenute da un campione significativo di aziende del settore manifatturiero e dei servizi (30%).
L’indagine, fatta attraverso un questionario compilato direttamente dalle aziende, si riferisce alle previsioni dell’andamento della produzione, del portafoglio ordini, delle condizioni di mercato e specificatamente all’andamento delle potenzialità export delle aziende, nonché all’andamento dell’occupazione e degli investimenti.
Il campione può considerarsi significativo sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo, poiché rispecchia fedelmente la composizione del tessuto industriale della Valle d’Aosta e dell’assetto associativo.

RISULTATI DELL’INDAGINE
L’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2008 fa segnare una battuta d’arresto nel trend di lento ma graduale miglioramento del clima di aspettative che si era delineato nel corso del 2007 e che aveva visto una flessione generalizzata già nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Le aspettative sulla produzione ritornano pessimistiche scendendo al di sotto dello zero, il quadro occupazionale si allinea all’andamento dello stesso periodo dello scorso anno e registra una flessione portandosi a livelli negativi, aumenta il ricorso alla CIG, si indeboliscono le attese per nuovi ordini, mentre migliorano le attese sui mercati esteri dove l’indicatore si porta nuovamente sopra lo zero. Restano positive le previsioni di nuovi investimenti. La competitività interna ed estera continua ad avere un andamento altalenante e nell’ultimo trimestre 2007 è cresciuta portandosi su valori positivi.
Le indicazioni dell’ultima indagine non definiscono una involuzione del quadro congiunturale, ma confermano piuttosto un protrarsi di una fase di incertezza che aveva già dato qualche segnale nell’ultimo trimestre.
In particolare sono i settori legati al mercato delle costruzioni (impiantisti, lapidei, prodotti per le costruzioni) che risentono maggiormente della situazione di criticità sia per quanto riguarda la produzione, sia per quanto riguarda gli ordini e l’occupazione.
Il clima delle aspettative rilevato dall’indagine riflette il quadro internazionale caratterizzato dall’economia americana che rischia la recessione, da un prezzo del petrolio in crescita e un cambio euro/dollaro penalizzante. A questo si aggiunge lo scenario nazionale dove le stime di crescita sono in ribasso rispetto al 2007.
Non si assiste ad una sostanziale diversificazione di andamento per classe dimensionale delle imprese. Gli investimenti e le prospettive di crescita riguardano prevalentemente le imprese che esportano e quelle di maggiori dimensioni.

Per quanto riguarda la produzione il 57% degli intervistati prevede un andamento costante (81% nel quarto trimestre 2007), il saldo ottimisti-pessimisti (-21,4) peggiora sia rispetto al livello del trimestre precedente (33 punti) sia rispetto ai periodi precedenti. Prevede una riduzione il 32 % degli intervistati. La percentuale degli ottimisti relativa alla produzione scende circa di 4 punti e passa dal 15,3% all’11%.

La media di utilizzo degli impianti scende quasi di un punto rispetto alla rilevazione precedente, riportandosi sugli stessi livelli del primo trimestre 2007.

Le previsioni degli ordini totali peggiorano rispetto al trimestre precedente di 7 punti (da –11,6 a – 18,5). Il 30% prevede una riduzione.
Migliorano invece le attese per gli ordini export dove il saldo registra un + 8 punti rispetto al trimestre precedente, anche se le attese restano inferiori a quelle dei periodi precedenti. Il 19% prevede nuovi ordini export. La riduzione è attesa dal 13% degli intervistati.
Muta la previsione del carnet ordini, dove aumenta la percentuale delle imprese che prevedono ordini inferiori al mese. Gli ordini inferiori ad un mese infatti aumentano rispetto al trimestre precedente di 8 punti (dal 15,3 al 23 %), le previsioni di ordini da uno a tre mesi scendono di 8 punti (dal 42,3 % al 34,6%). Restano sostanzialmente invariate le previsioni per le commesse superiori ai tre mesi. Le previsioni per il quarto trimestre sono in linea con quelle dello stesso periodo del 2007.

Nel periodo ottobre – dicembre sia la competitività interna rispetto ai concorrenti stranieri sia la competitività sui mercati internazionali è migliorata. Il 9% delle imprese segnala un miglioramento per quella estera e l’11,1% per quella interna. I dati sono in miglioramento sia rispetto al trimestre precedente, che avevano fatto registrare un saldo negativo, sia rispetto ai livelli dello stesso periodo dello scorso anno.

La quota di imprese che ha dei programmi di nuovi investimenti sale di oltre 15 punti rispetto al trimestre precedente e il dato è migliore rispetto ai tutti i periodi di rilevazione dell’anno 2007. La percentuale delle imprese che prevedono nuovi investimenti sale al 38,7%, contro il 19,2 dello stesso periodo dell’anno scorso e il 23,3% dell’ultimo trimestre. Di segno contrario le previsioni degli investimenti per sostituzioni che scendono di 15 punti rispetto all’ultimo trimestre e di 17 punti rispetto allo stesso periodo del 2007.

Il costo del credito bancario nell’ultimo trimestre, secondo il campione delle imprese intervistate, è aumentato per il 54,1% delle imprese. Sul versante finanziario si riduce lievemente la percentuale delle imprese che evidenziano ritardi negli incassi dei crediti commerciali entro i termini contrattuali, che passa dal 53,3% al 48,3%. E’ il settore delle imprese legato alle costruzioni che lamenta i maggiori ritardi, ma segnalano difficoltà anche le imprese di pulizia ed i metalmeccanici.
Le prospettive occupazionali risentono delle difficoltà produttive. Scende di 3 punti la percentuale degli intervistati che stima di mantenere l'occupazione agli stessi livelli del trimestre precedente che passa dall’80% al 77%. In aumento le previsioni relative alla riduzione del personale dipendente, il saldo ottimisti-pessimisti registra un –16,1 punti.

In aumento risultano anche le previsioni di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nei prossimi mesi che interessano il 20% delle imprese (6,9% nell’ultimo trimestre 2007), l’80% degli intervistati non ritiene di dover ricorrere ad ammortizzatori sociali.

Il 68,1% degli intervistati prevede un aumento del costo delle materie prime (nel trimestre precedente la percentuale era del 65%).

Si mantiene alta la media delle imprese che ha necessità di manodopera qualificata e specializzata nelle aree amministrazione e finanza (60%), commerciale (70%), nell’area della produzione e della ricerca (92%) e nelle altre aree (83%).

29 gennaio 2008

Albergatori: aliquota al 36% contro una media UE del 24,2%

Propongo ai miei lettori il testo integrale dell’intervento di Silvana Perucca, presidente dell’Associazione degli albergatori valdostani (ADAVA), tenuto ieri pomeriggio al Tavolo tributario di cui mi sono già occupato in questo blog con un post datato 26 gennaio.

Come presidente dell'Associazione degli Albergatori Valle d'Aosta, porto il saluto e l'apprezzamento per questa iniziativa dell'imprenditoria alberghiera valdostana che qui rappresento. Voglio innanzitutto ringraziare l’Associazione Magistrati tributari della Valle d’Aosta e il Suo Presidente Prof. Orlando Formica per averci dato questa occasione di incontro, che offre a tutte le componenti del mondo del turismo e delle Istituzioni la possibilità di confrontarsi su un tema di grande importanza, che risulta ancor più rilevante in considerazione del contesto in cui si viene a collocare.
Banalmente ma obbligatoriamente dobbiamo ricordare come oggi le nostre aziende, purtroppo, avvertano gli effetti di una aliquota fiscale al 36% contro una media UE del 24,2%. Con tale gravosa aliquota il nostro Paese si conferma, così, ai più alti livelli di tassazione d’Europa (cito come fonte il «Rapporto sulle tasse dei redditi d’impresa» di giugno 2007 della KPMG Advisory, una delle principali società di consulenza manageriale nel mondo).
Questo elevato grado di tassazione si aggiunge a un sistema di leggi tributarie dettato dalla necessità e dall’urgenza e non prodotto da una pianificazione di lungo periodo. Tale stato di fatto determina notevoli problemi di competitività per le nostre imprese.

Si pensi solo, all’annosa questione della Tassa sui Rifiuti. Ancora, oggi, non abbiamo una normativa che stabilisca chiaramente la riduzione della tassa rifiuti per le imprese alberghiere che operano su base stagionale. Ciò comporta che le strutture ricettive si trovano a dover far valere quello che è un diritto riconosciuto da Bruxelles (pagare per quanto si inquina) mediante ricorsi alle Commissioni Tributarie o ai Tribunali Amministrativi. Questo determina, a sua volta, costi di gestione e giudiziari non indifferenti soprattutto per le strutture di piccole e medie dimensioni largamente rappresentate proprio nel nostro contesto valdostano. Oneri che le imprese spagnole e francesi non devono sostenere e che si trasformano per noi in gap competitivi, in un mercato oggi largamente concorrenziale ed aggressivo.

Gli stessi competitors, in più, sono già avvantaggiati da una IVA sui servizi di pernottamento ridotta rispetto alla nostra. Al riguardo si pensi che in Spagna l’IVA per le prestazioni alberghiere è al 7% e in Italia è al 10%. E questo già dà la misura degli oneri che gravano nel nostro contesto. Come pretendiamo di attrarre turismo internazionale, anche nel nostro contesto valdostano, quando il tributo IVA appesantisce i costi delle nostre imprese?

Vi è poi un ulteriore problema di non secondaria importanza: gli studi di settore. Nell'analizzare questa problematica, mi faccio portatore, in questa autorevole assise di studiosi, giudici e rappresentanti delle istituzioni, delle analisi e delle proposte di cui oggi è interprete la nostra Federazione nazionale. Proprio in questi giorni, la Federalberghi e l’Amministrazione finanziaria stanno lavorando per definire un nuovo modello della funzione di ricavo dei redditi delle strutture ricettive. Dobbiamo al riguardo rilevare che c’è molta attenzione e sensibilità da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, dobbiamo evidenziare come non si possa accettare che le presenze gratuite nelle nostre strutture (bambini, accompagnatori di gruppi) determinino ricavi per i citati studi di settore, quando, invece e giustamente, per il bilancio dell’azienda questi si configurano come costi. In tale contesto, va precisato che, contro ogni logica economica, sono considerati ricavi anche le provvigioni che gli albergatori devono versare alle agenzie di viaggio per la loro opera di intermediazione.
Ci chiediamo se questa incongruenza sia equità o iniquità fiscale? C'è poi da aggiungere che gli stessi studi di settore applicano, in genere, lo stesso coefficiente di territorialità agli alberghi senza tenere conto della loro allocazione e quindi alla vocazione turistica e dotazione di servizi.
In questi giorni, su questa materia, abbiamo visto con piacere la nascita degli "osservatori regionali" per l’adeguamento degli studi di settore alla realtà economica locale. La volontà del legislatore, in riferimento a questo nuovo strumento, è quella di assicurare la presenza "del mondo del turismo". Quanto sopra va però opportunamente istituzionalizzato per assicurare efficacia ed operatività.

Una ulteriore problematica da porre all'attenzione di questo uditorio è quella che concerne la Tassa di Soggiorno. La nostra Federazione, costantemente, deve manifestare il proprio dissenso avverso gli emendamenti presentati in riferimento al DDL finanziaria e che attengono alla introduzione della tassa di soggiorno. Un tributo questo che in Europa è pressoché sconosciuto e che in Italia è stata abrogato nel 1989, perché ritenuto un inutile costo amministrativo e un introito assolutamente irrilevante per l’Erario. L’introduzione del citato tributo comporterebbe ulteriori gap competitivi alla concorrenza delle nostre imprese.
Anche se il buon senso è prevalso a livello nazionale, purtroppo a livello territoriale, da quest'anno, la Regione Sardegna ha ripristinato questo inutile balzello.

L’attuale struttura del nostro sistema tributario è, inoltre, caratterizzata da un sistema di controlli ancora rigidi e formali, anche se dobbiamo evidenziare che all'interno degli uffici finanziari c'è una maggiore attenzione e disponibilità.
E' sotto i nostri occhi di operatori economici, l'attuale situazione di stallo. Avvertiamo l'esigenza di una snellezza e maggiore efficacia delle procedure che riducano e razionalizzino il sistema fiscale del nostro Paese.
Questo tavolo permanente, che noi siamo lieti di inaugurare come primo momento di confronto, è per noi una sede preziosa per esprimere e manifestare proposizioni e collaborazione per una fiscalità equa e solidale.

Riteniamo che sia necessario cambiare passo. Dobbiamo muoverci in maniera più dinamica sia noi come operatori economici e i contribuenti in genere, così come l'Amministrazione finanziaria che deve dotarsi di una struttura più efficiente ed adeguata ad un sistema ormai globalizzato.
I soggetti economici devono essere in regola e l'amministrazione finanziaria deve farci rapportare con un sistema di norme più semplici, più chiare e, soprattutto, certe e stabili.
L'imprenditore alberghiero che assolve all'obbligazione tributaria ha il diritto ad usufruire di rimborsi fiscali più veloci. Le disposizioni comunitarie devono, nel futuro, trovare attenzione nel nostro sistema fiscale. Un adeguamento del nostro sistema tributario interno avvantaggerebbe il contribuente e darebbe maggiori introiti allo stesso Erario. Lo statuto del contribuente è un pilastro che attualmente è disatteso. Siamo lieti, oggi, come albergatori della Valle d'Aosta, di fare da battipista per un confronto tra operatori economici, giudici e uffici finanziari.

Grazie dell'attenzione e buon lavoro.

28 gennaio 2008

Giunta Caveri: ok agricoltura e energia - ko industria e artigianato

Si è appena concluso il mio secondo sondaggio dove ho chiesto ai lettori del blog di segnalare il settore dove la giunta Caveri ha lavorato meglio e quello in cui non ha raggiunto risultati sufficienti. Purtroppo chi ha votato non mi ha fatto pervenire enssuna motivazione il che rende il sondaggio un po’ monco. Mi limito ai numeri nudi e crudi nella speranza che chi ha espresso il suo voto voglia provare ad offrire una chiave di lettura. Partiamo dalle segnalazioni in positivo. I 92 votanti si sono così espressi. La giunta Caveri ha lavorato meglio per il 21% nel settore energetico, per il 17% nell’agricoltura, per il 14% nel commercio e nel credito, 11% turismo e commercio, 7% industria, 5% artigianato, 4% grandi opere e 2% edilizia. 93 i votanti del sondaggio sui risultati insufficienti, una classifica che in massima parte capovolge la precedente. Il 17% non è soddisfatto di quanto fatto nell’industria, il 16% nell’artigianato, l’11% nell’edilizia e nei trasporti, il 9% nelle grandi opere, l’8% nel commercio e nel turismo, il 6% nel credito, il 5% nell’energia e il 4% nell’agricoltura. Purtroppo, questi voti - lo confesso - senza un minimo di spiegazione da parte di chi ha espresso le sue preferenze non sono di grande aiuto. Ricordo a tutti che è ancora in corso il sondaggio sulla presenza della Regione nel mondo dell'economia attraverso le partecipate regionali.

Fiera di Sant'Orso: 200 mila visitatori e qualche polemica

L’obiettivo è bissare i 200mila visitatori dello scorso anno. L’edizione numero 1008 della Fiera di Sant’Orso, il 30 e il 31 gennaio, fra le più importanti kermesse italiane dedicate all’artigianato tipico invaderà Aosta ancora una volta. Ad animare l’evento valdostano, noto in tutto l’arco alpino e apprezzato anche sul versante francese e svizzero, 1.085 espositori, in massima parte hobbisti, che daranno vita ad un giro di affari (stimato molto probabilmente per difetto) di circa due milioni: 906 nel settore tradizionale (attrezzi agricoli, ferro battuto, mobili, intaglio, oggetti torniti e in vannerie, sculture, tessuti, abbigliamento, oggetti per la casa); 26 equiparati al non tradizionale (ceramica, rame, vetro, oro e argento); 115 nel non tradizionale; e 38 scuole di artigianato. Tra le novità dell'edizione 2008, l'ampliamento dell'Atelier. Lo spazio riservato agli artigiani professionisti (complessivamente 85 espositori), già visitabile a partire dal 26 gennaio, sarà collegato da piazza Chanoux a piazza San Francesco attraverso i portici del municipio. Sarà poi potenziato anche il settore enogastronomico con un padiglione in piazza Plouves più grande (58 espositori). I preparativi per l’edizione 2008 sono stati caratterizzati da qualche polemica legata al nuovo disciplinare che entrerà in vigore l’anno prossimo, con l’edizione 2009 e che stabilisce ciò che può essere considerato artigianato tipici e ciò che non lo è (ad esempio è vietato l'utilizzo del colore in quanto si tratta di una tecnica tipica del Trentino Alto Adige).
Polemiche che non sono rientrate neppure di fronte alla decisione dell’Assessorato di approvare il rinvio dei termini di entrata in vigore delle norme relative alle lavorazioni ammissibili in tema di artigianato di tradizione al 1° luglio 2008.
Nella nota che accompagnava la notizia l’Assessore Leonardo La Torre ribadiva la propria convinzione circa la correttezza del percorso intrapreso a tutela del patrimonio storico e culturale valdostano, ma nel contempo invita, come già fatto a gennaio del 2007, tutti coloro che ritengono necessarie delle integrazioni a quanto già approvato dalla Giunta regionale nello scorso ottobre a far pervenire le proprie segnalazioni, ribadendo la propria disponibilità al dialogo per ristabilire un clima più sereno. Chi volesse contribuire, in forma scritta e con riferimenti puntuali, potrà farlo entro il mese di febbraio.
Personalmente ritengo che i nuovi paletti abbiano un loro senso. Il concetto di tipicità dovrebbe guidare molte strategie regionali e non solo nel settore dell’artigianato. Tuttavia ci fosse qualche artigiano che volesse convincermi del contrario può scrivermi sul blog.

Nel frattempo buon Sant’Orso a tutti!

Info turistiche: http://www.regione.vda.it/artigianato/saintours_1007/default_i.asp

Per chi vuole approfondire

La delibera in questione è la 2807 del 12 ottobre 2007 e doveva entrare in vigore il 1° febbraio. 28 pagine dove ogni lavorazione è riportata in maniera dettagliata. A titolo esemplificativo per i miei visitatori riporto la scheda riguardante le sculture.
SCULTURE
Contenuti
Realizzazione di figure, paesaggi e/o elementi astratti mediante l'uso di scalpelli,
mazzuoli, sgorbie, con le tecniche del tuttotondo, del bassorilievo e dell’altorilievo.
Sono comprese le maschere.

Materiali
Legno massiccio, pietra locale.

Lavorazioni
La lavorazione consiste nella realizzazione manuale di pezzi unici.
E’ consentita la realizzazione di opere derivanti da assemblaggio di sculture anche su
basi non scolpite purché in materiali ammissibili.
E’ consentito l’uso di macchinari purchè non atti alla riproduzione seriale e la cui
funzione non sia prevalente rispetto al lavoro manuale di esecuzione dell’opera.
Non è ammessa la lavorazione ad intarsio e a mosaico.
Non è ammesso l’assemblaggio di pezzi piani (puzzle).
Per ottenere una materia prima di grandi dimensioni o per motivi strutturali, è ammesso
l’assemblaggio o l’inserimento di legni della stessa essenza, prima dell’inizio della
lavorazione.

La riproduzione in serie di sculture rientra nella categoria “Altri oggetti per la casa –
Riproduzione seriale di sculture”.

Finiture
E’ ammessa la ceratura e, ove necessario per condizioni ambientali o relative alla
materia prima, trattamenti insetticidi o fungicidi o l’uso di olio e vernici che non alterino
l’aspetto del materiale lavorato.
Nel caso di utilizzo di macchinari, la finitura deve eliminare il segno della macchina
(fori di mecchia, segni lasciati dalla sega a nastro o altro) ove questo non sia
strettamente funzionale al risultato espressivo.
E’ ammessa la colorazione solo in sculture a tuttotondo, rappresentanti elementi di arte
sacra o riproduzioni di soggetti tradizionalmente (*) colorati (galletti, uccelli,…) purchè
non scolpiti in composizione. Non è ammesso l’inserimento di elementi di provenienza industriale (orologi,
termometri, barometri…). Non è ammesso l’uso del pirografo né della punzonatura.

Livelli
I livello (artisanat d’antan): Produzione creativa di opere in unico esemplare,
riproducenti forme e modelli che costituiscono elementi caratteristici documentati nel
patrimonio storico e culturale valdostano.
II livello(artisanat évolué): È ammessa una naturale evoluzione stilistica legata al gusto
artistico personale. Comprende la realizzazione di opere astratte.
Nella finitura può essere impiegata la mordenzatura per scurire il legno in modo
uniforme, mantenendo evidente la venatura.

(*) l’eventuale esibizione delle fonti è a carico del produttore

26 gennaio 2008

Volumi in crescita e nuove affermazioni per Valfidi nel 2007

Come avevo annunciato quando questo blog è apparso su internet ogni tanto mi piace ospitare interventi di protagonisti dell'economia valdostana. Questa volta tocca ad Andrea Leonardi, presidente di Valfidi che offre ai miei lettori un quadro di come si è concluso il 2007 del Consorzio. Una sintesi dell'intervento sarà pubblicata la prossima settimana anche sul Corriere dela Valle d'Aosta, il settimanale da me diretto.

Ci siamo chiesti, in seno al Consiglio di amministrazione di Valfidi, quale impatto avrà avuto sull’economia valdostana la attività di garanzia fidi svolta nella nostra Regione.
Non è stato però difficile trarre buone conclusioni. I dati riferiti al 31 dicembre 2007 confermano soddisfacenti risultati e sana gestione del Consorzio, in stretta connessione con il tessuto imprenditoriale valdostano.
Occorrerà consolidare tale epilogo, per poter affrontare, con una rinnovata strategia di crescita, le nuove sfide del 2008, che vedranno Valfidi – dopo le appena emanate disposizioni del Ministero dell’Economia – approdare, con molta probabilità, alla normativa degli intermediari finanziari (ex art. 107 del Testo Unico Bancario).
Bisognerà attendere le disposizioni della Banca d’Italia. Intanto, se si guarda ai volumi realizzati da Valfidi – per garanzie concesse e per finanziamenti in essere al 31 dicembre u.s. – , non vi è dubbio che, alla luce del Decreto 9 novembre 2007 (Ministero dell’Economia - Criteri di iscrizione dei Confidi nell’elenco speciale previsto dall’art. 107, comma 1, del D.Lgs. 1.9.1993, n.386) gli ammontari concretizzati nell’esercizio 2007 pongono il nostro Consorzio nelle condizioni di guardare al futuro con fiducia, (ma anche con serietà, per gli impegni di rinnovata organizzazione che dovranno essere assunti).
Finanziamenti garantiti in essere al 31 dicembre 2007
€ 157.305.170

Impegni per garanzie concesse al 31 dicembre 2007
€ 74.431.703

Aperture di credito € 48.141.000
Smobilizzo di crediti € 24.710.000
Finanziamenti chirografari € 46.319.000
Finanziamenti ipotecari € 28.676.000
Leasing € 9.457.000
Il Consiglio di amministrazione non può che essere soddisfatto di aver ulteriormente incrementato il numero dei soci: se ne contano – alla data di riferimento – tremiladuecento circa, limitando l’attenzione a quelli cosiddetti ”attivi”, - cioè con finanziamenti in essere -.

Compagine sociale di Valfidi

Numero soci ammessi nel 2007 270

Soci receduti nel 2007 112

Soci al 30/11/2007 3.442 (di cui attivi 3.191)
Per restare, comunque, ad una impressione generale sulla attività sociale, non si può non avvertire una soddisfazione di fondo, stante che ben si appalesa – dalle evidenze dei dati – la vera e propria azione svolta dal Consorzio a sostegno delle aziende, piccole e medie, oltre che delle attività professionali della Valle d’Aosta.
Da sempre le preoccupazioni degli operatori economici sono state, anche, connesse con il costo del danaro e con le garanzie da riservare agli Istituti di credito: Valfidi, nel dare sostegno alle operazioni finanziarie, è riuscita ad attenuare gli oneri bancari dei propri consorziati.
Le imprese hanno avuto necessità di consulenza: in questa ottica, deve essere considerata positivamente la funzione degli Uffici di Valfidi nel prodigarsi per condurre le imprese stesse verso più concreti traguardi, con un abbattimento dei costi, sia amministrativi che finanziari.
Rileva evidenziare, poi, come l’azione di Valfidi sia stata svolta, in modo esclusivo, sul territorio della Regione Valle d’Aosta, permettendo una distribuzione di ben € 884.286,95 a favore dei consorziati, quali contributi regionali in conto interessi (contributi del 2006 distribuiti nel 2007); e tenendo presente che nel corso del prossimo anno – si ha ragione di ritenere – l’importo dei contributi distribuito sarà più consistente.

Valfidi s.c.c.
Presidente: Andrea Leonardi
Vicepresidenti:Sedda Fabrizio e Toscano Stefano
Consiglieri di Amministrazione:
Amadini Bruno
Belfiore Antonio
Berra Antonella
Censi Giuseppe
Galvani Giacomo
Montrosset Roberto
Obino Fulvio
Sapia Roberto
Vicentini Marino
Collegio Sindacale: Mazzocchi Stefano, Presidente, Berti Fabrizio e Fracasso Stefano
Direttore: Roberto Ploner
Da una nota della Banca d’Italia, sempre riferita al novembre 2007, si legge come nell’anno appena spirato, sia aumentato il ricorso ai prezzi al consumo e si siano, invece, ridotti i prestiti alle imprese. Si è mantenuta costante, presso le Banche, la raccolta. Un momento di congiuntura (caratterizzato anche da un conclamato rallentamento dei flussi turistici, dalla riduzione della attività di investimento delle imprese, anche se non nel settore industriale) che ha visto rallentare le nuove iniziative e la propensione al rinnovamento aziendale: gli operatori valdostani che si sono rivolti a Valfidi hanno superato momenti di difficoltà anche con l’aiuto della nostra Attività consortile. Sono i totali dei finanziamenti concessi nell’anno 2007, che parlano.
Sono i progetti portati a compimento dagli imprenditori e dai professionisti e le operazioni di start up dei giovani che rendono soddisfazione all’impegno profuso.

Quali auspici per il nuovo anno 2008?
Valfidi auspica per gli artigiani, per i professionisti, per tutte le medie e piccole imprese della nostra Regione, il concretizzarsi degli utili di gestione sperati, la costanza dell’autofinanziamento delle gestioni imprenditoriali, la conferma della capacità di credito presso gli Istituti bancari. Insomma, da parte di Valfidi, la speranza di un sano e proficuo lavoro.

Andrea Leonardi (Presidente Valfidi)

Energia: tecnologia valdostana alla conquista di Albania e Romania


«Le Pmi valdostane si possono proporre all’estero soltanto se si consorziano». Per Pietro Giorgio, ad della Sea Energia di Pollein, il fare rete è molto più di uno slogan, soprattutto quando la pillola di saggezza in materia di management è dispensata a pochi giorni dall’aggiudicazione di ben cinque gare bandite dal Ministero dell'Ambiente, Foreste e Gestione idrica dell'Albania, in collaborazione con quello italiano, riguardanti lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica con investimenti previsti di circa tredici milioni, cifra calcolata per difetto in quanto si tratta ancora di stime preliminari. La Sea operante nel settore dei servizi energetici e delle reti, e la Fratelli Ronc, specializzata nella costruzione e gestione di centrali idroelettriche, hanno infatti guidato ben sette differenti raggruppamenti (di alcuni faceva anche parte la valdostana Lachesi Impianti, operante nel settore degli impianti tecnologici e delle energie rinnovabili) – differenziati in base alle competenze necessarie alla realizzazione del progetto – sui nove complessivi banditi dal Governo albanese avendo la meglio per cinque volte su altre sei cordate italiane. «La collaborazione tra i due governi – spiega Pietro Giorgio – ha come obiettivo principale quello di introdurre i requisiti necessari per lo sviluppo dei progetti per la riduzione delle emissioni nel sistema istituzionale e nel sistema giuridico albanese, tramite la costituzione di una unità locale permanente in grado di attuare le disposizioni della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ratificata dall’Albania nell’ottobre 1994 e in vigore dal 1° gennaio 2005». In questa logica Sea e Fratelli Ronc costruiranno la mini-centrale idroelettrica di Zalli (investimento stimato 5,5 milioni), l’impianto di cogenerazione del Centro ospedaliero universitario Madre Teresa di Calcutta (5,7 milioni), realizzeranno l’efficienza energetica nella casa dello studente a Tirana (stima preliminare attualmente non disponibile) e le discariche di Elbasan (600mila) e Vlore (600mila). «Gli interventi – osserva l’ad – sono in parte finanziati dallo Stato italiano e in parte dalle aziende che ottengono il diritto alla commercializzazione attraverso i crediti di carbonio generati appunto da progetti per la riduzione delle emissioni, come previsto dal Protocollo di Kyoto. Il potenziale dell’Albania si aggira tra i 14,5 e i 22 milioni all’anno».

Un’analisi del ministero dell’Ambiente italiano sottolinea come l’Albania abbia «un enorme potenziale elettrico, ma solo il 35% è stato sinora utilizzato». Le riserve di energia idroelettrica sono stimate in circa 3000 MW con una generazione potenziale annua che potrebbe raggiungere i 10 TWh. E c’è ampio spazio anche per le altre energie rinnovabili: dal geotermico (numerose sono le sorgenti terminali lungo il confine greco-albanese) al solare. Ecco perché, allo scopo di operare con continuità sul territorio di Tirana, Sea e Fratelli Ronc, con una quota del 25%, in partnership hanno dato vita con il gruppo italo albanese «Curraj Hydropower station» alla società di diritto albanese Hidropower Nord Albania e stanno valutando la realizzazioni di altri due nuovi impianti. Ma l’azione delle aziende valdostane intende svilupparsi con forza anche nell’area dell’est-europeo, in particolare in Romania. «Abbiamo fatto un partenariato – conclude l’imprenditore valdostano - con la municipalità di Râmnicu-Sărat per uno studio di un campo eolico e realizzeremo un impianto a biomassa in joint-venture con l’amministrazione comunale di Miercurea Ciuc». In entrambi i casi si tratta di cittadine di circa 40.000 abitanti, gli stessi abitanti di Aosta. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Mord Ovest del 23 gennaio)

Tavolo tributario e Crisi di impresa

Mi piace segnalare due appuntamenti aostani che ritengo meritevoli e importanti e che malauguratamente si svolgono entrambi lo stesso giorno, il 28 gennaio, e quasi alla stessa ora.. Un peccato dover scegliere.

Il tavolo permanente tributario
Il primo appuntamento è il tavolo permanente tributario. Lodevole iniziativa avviata dal Professore Orlando Formica che si riunirà alle 15, nel Salone Comunale per le conferenze dell’Hôtel des Etats di Aosta, in Piazza Chanoux. Per chi ancora non lo sapesse il tavolo è composto da settanta esperti - dai giudici tributari ai dipendenti di uffici finanziari, fino ai rappresentanti delle associazioni economiche, professionali e sindacali, oltre all'assessorato regionale alle Finanze, ad amministratori di enti locali e a un gruppo scientifico – ed é l'emanazione della sezione valdostana dell'Associazione magistrati tributari. Il tavolo, secondo le intenzione del prof. Formica è nato per «porre al centro la certezza fiscale, l'interpretazione delle norme». «Un punto di incontro tra espressioni che non possono ignorarsi ma che devono dibattere gli effetti del fisco nelle singole realtà che costituiscono il paese reale». Per Formica, «la struttura fiscale esige un rinnovato disegno di imposizione tributaria, tastando il polso della gente per salvaguardare la vitalità dell'economia e del lavoro degli operatori sociali». Ogni volta sarà approfondito un settore specifico. Propongo ai lettori del mio blog, come già fatto sul Corriere della Valle (ricordo che l’abbonamento annuale costa soltanto 35 euro) il programma annuale delle audizioni:

28 gennaio: TURISMO (Aosta)
28 febbraio: EDILIZIA PRIVATA, PUBBLICA E CASA (Aosta)
27 marzo: LA FAMIGLIA COME SOGGETTO ECONOMICO – IL CONSUMATORE (Aosta)
24 aprile: AGRICOLTURA – ZOOTECNIA – VITICOLTURA (Aosta)
29 maggio: COMMERCIO E SERVIZI (Aosta)
26 giugno: INDUSTRIA (Roma)
31 luglio: ARTIGIANATO (Aosta)
agosto: SOSPENSIONE LAVORI
25 settembre: BANCHE E ASSICURAZIONI (Aosta)
30 ottobre: LAVORO AUTONOMO (Aosta)
27 novembre.: LAVORO SUBORDINATO (Aosta)
18 dicembre: PENSIONATI (Aosta)

Convegno sulla crisi di impresa
Il secondo è il convegno «Crisi di impresa: responsabilità di amministratori e sindaci e risanamento dell’impresa alla luce della riforma del diritto fallimentare». Iniziativa organizzata dalla Chambre valdôtaine, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili e la Commissione regionale ABI per la Valle d’Aosta, in programma a partire dalle 15.30 di lunedì prossimo, 28 gennaio, presso la sala Cogne della Pépinière d’entreprises di Aosta. Dopo gli interventi introduttivi dei presidenti Pierantonio Genestrone, Piero Marchiando e Martino Cossard, interverranno il commercialista Maurizio Gili che parlerà di soggetti fallibili ed il docente universitario Oreste Cagnasso che affronterà il tema della responsabilità di amministratori e sindaci. Il giudice presso il Tribunale di Como Giovanbattista Nardecchia presenterà quindi i nuovi strumenti di risoluzione della crisi di impresa e le attestazioni del professionista, mentre la rappresentante dell’Associazione bancaria Federica Allegretti illustrerà la disciplina del risanamento nella nuova legge fallimentare dal punto di vista del ceto creditorio.

25 gennaio 2008

Spunti di riflessione 9 - Agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni?


Venerdì scorso l’Osservatorio sul sistema montagna «Laurent Ferretti», della Fondazione Courmayeur ha organizzato in collaborazione con l’Institut agricole régional, presso il Mont Blanc Hotel Village di La Salle, l’Incontro dibattito su "Agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni?". Complesso e delicato il tema. L’agricoltura di montagna, più onerosa rispetto all’agricoltura di pianura, permette di mantenere un ambiente di alto valore paesaggistico e la creazione di prodotti di qualità del terroir che rappresentano degli atout importanti per la promozione territoriale. Attualmente l’agricoltura montana si trova in una fase problematica a causa della stagnazione dei prezzi di mercato e dell’aumento dei costi di produzione. Questa situazione potrebbe provocare la contrazione del comparto agricolo ed il conseguente impoverimento paesaggistico del territorio, l’incremento dei rischi idrogeologici e la riduzione delle produzioni tipiche. Dall’altro lato i turisti, sempre più attenti al territorio ed alle produzioni locali, richiedono questi prodotti. Una risorsa non ancora sfruttata appieno è la creazione di sinergie tra l’agricoltura ed il turismo, grazie alla diversificazione delle produzioni agricole, l’adeguata valorizzazione dei prodotti ed un efficiente distribuzione sul territorio. L’Incontro si proponeva di discutere questo tema, partendo dalla presentazione della ricerca “L’integrazione tra l’agricoltura e gli altri settori dell’economia di montagna nella Comunità montana Valdigne Mont Blanc”, promossa dallo stesso Osservatorio, in collaborazione con l’Institut, e realizzata dal dottor Hervé Lale Murix. Purtroppo non ho potuto partecipare all’incontro ma, con la consueta cortesia, la Fondazione mi ha fatto pervenire il testo dell’intervento di Lale Murix che avevo chiesto. L’ho trovato, come immaginavo, particolarmente interessante e perciò vorrei proporre ai lettori di questo blog le sue conclusioni nella speranza di avviare un dibattito sull’argomento. Ecco dunque la parte finale dell’intervento del ricercatore, borsista della Fondazione Courmayeur, Hervé Lale Murix.

Le problematiche evidenziate e le ipotesi operative
Da quanto sin qui esposto sono emerse alcune criticità settoriali per risolvere le quali possono essere sviluppate alcune ipotesi operative. Per il settore agricolo al fine di rendere più competitivo il comparto sarebbe auspicabile, tra l’altro:

- diversificare le produzioni attraverso l’introduzione di colture ad elevato valore aggiunto: piccoli frutti, erbe officinali, prodotti ortofrutticoli, allevamento di selvaggina;

- integrare verticalmente la filiera produttiva offrendo al mercato prodotti trasformati con maggior valore aggiunto;

- diversificare l’azienda agricola verso i settori secondari e terziari attraverso la creazione di offerta turistica (agriturismo) o prestazione di servizi (maestro di sci, appalti per manutenzione stradale, valorizzazione dell’artigianato tipico);

- favorire la cooperazione tra aziende al fine di ridurre i costi di gestione, di ottimizzare gli investimenti e di valorizzare le produzioni;

- rafforzare la presenza commerciale delle aziende agricole attraverso:
1. la sperimentazione di contratti preventivi di fornitura con aziende turistiche per programmare le produzioni specialmente se ortofrutticole;
2. la creazione di soggetti in grado di offrire i prodotti locali in modo organico;

- orientare i consorzi di miglioramento fondiari al coordinamento delle attività produttive finalizzate alle esigenze della clientela turistica.

Per il settore turistico le criticità sono legate soprattutto al fatto che la maggior parte delle maestranze e degli operatori non sono locali e quindi presentano conoscenza limitata dei prodotti del territorio. Risulta pertanto importante un’azione di aggiornamento degli addetti al settore, in coordinamento con le iniziative già in atto ad opera dell’Assessorato regionale al turismo.
Si può quindi puntare sulla formazione continua attraverso l’organizzazione di corsi di aggiornamento, visite in aziende, organizzazione di eventi, quali fiere ed esposizioni in cui presentare anche opere di artigianato.
Si dovrebbe inoltre prediligere l’inserimento di figure professionali locali adeguatamente preparate. Sarebbe utile anche creare maggiori connessioni tra istituti di istruzione professionale nei rispettivi settori al fine di sensibilizzare i futuri agrotecnici sulle tematiche legate al turismo e i giovani operatori turistici sulla valorizzazione dei prodotti locali, sulle aziende produttrici e sulle problematiche legate alla gestione del paesaggio e dell’agricoltura.
Soggiorni tematici con visite in aziende agricole, stages di cucina, riscoperta del patrimonio rurale tipico come antichi borghi, sentieri, rus e aree protette potrebbero essere alcune ipotesi operative per valorizzare il Terroir e fidelizzare il turista.
Concludendo, queste iniziative dovrebbero permettere di creare sinergie positive fra i differenti settori offrendo un prodotto agricolo di qualità, caratterizzato territorialmente, capace a sua volta di generare una domanda costante e crescente di prodotti del territorio.
Gli enti locali dovrebbero individuare, in accordo con le aziende agricole, le aree maggiormente vocate all’agricoltura e salvaguardarle tramite le scelte dei propri Piani regolatori generali.
Importante sarebbe inoltre un’azione di sensibilizzazione presso la popolazione più giovane cui possano derivare, dall’integrazione tra agricoltura e turismo, nuove opportunità di lavoro e di impresa.

24 gennaio 2008

In Valle d'Aosta e Sardegna è possibile la detrazione fiscale se si è acquistato un televisore dotato di decoder digitale


Eccezionalmente vi propongo una notizia di servizio che potrebbe interessare molti internauti e che gli abbonati troveranno oggi sulle pagine del Corriere della Valle.

«Abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate di correggere quanto scritto sulla guida on line per la redazione del 730». La richiesta ufficiale arriva dal Ministero delle Telecomunicazioni su segnalazione della Regione (a sua volta allertata dal Caf della Cisl). Oggetto del contendere la detrazione fiscale per la dichiarazione dei redditi IRPEF «Anno 2007» che verrà presentata nel 2008, pari al 20 per cento delle spese sostenute entro il 31 dicembre 2007 ed effettivamente rimaste a carico (fino ad un importo massimo delle stesse di 1.000 euro), per l’acquisto di un «apparecchio televisivo» dotato anche di sintonizzatore digitale integrato. Per l’Agenzia da questa detrazione erano esclusi proprio i contribuenti di Valle d’Aosta e Sardegna avendo già usufruito del contributo diretto di 70 € per l’acquisto di un decoder interattivo. Una vera beffa che avrebbe di certo fatto pensare alla maassima evangelica «beati gli ultimi», visto che le due regioni erano state celebrate come le pioniere del digitale sul territorio nazionale. Tuttavia, come fatto notare dai responsabili regionali della tv digitale, sul sito del ministero «http://decoder.
comunicazioni.it/faqddt.shtml» si legge che «i due contributi non sono cumulabili sullo stesso apparecchio, ma il medesimo abbonato può usufruire delle due forme di contributo su due apparecchi differenti». Di conseguenza chi nel 2007 avesse comprato, oltre al decoder, un televisore digitale potrà usufruire della detrazione.
La conferma è arrivata al nostro settimanale direttamente dal portavoce del ministro Gentiloni che ha invitato l’Agenzia a fare l’errata corrige che dovrebbe essere diffuso nelle prossime 24 ore. Un equivoco in cui erano incorsi in molti. La stessa rivista dedicata ai consumatori «Salvagente» nel mese di ottobre scriveva senza la minima ombra di dubbio: «Al bonus fiscale non possono accedere gli abitanti della Sardegna e della Valle d’Aosta in quanto hanno già usufruito del contributo nel 2007». Appurato che si può però come si fa ad accedere all’agevolazione? Bisogna aver pagato il canone di abbonamento alla RAI per il 2007; - accertarsi che «l’apparecchio televisivo» che si intende acquistare sia presente nell’elenco pubblicato sul presente sito, essere in possesso di fattura recante i dati identificativi dell’acquirente o scontrino fiscale, con la marca ed il modello “dell’apparecchio televisivo” acquistato e portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi IRPEF «Anno 2007» che dovrà essere presentata nel 2008 il 20% della spesa sostenuta, fino ad una detrazione massima di euro 200. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 24 gennaio 2008)

Minini: Mdm compete sul vantaggio tecnologico

«Noi non facciamo mai la corsa sui prezzi. Ma sulla qualità e sull’affidabilità. Ogni anno investiamo fra il 15 e il 25% del nostro fatturato nella ricerca e sviluppo. Soltanto così possiamo continuare a mantenere il nostro vantaggio tecnologico nei confronti della concorrenza. Un vantaggio quantificabile in quattro- cinque anni».
Luca Minini, 35 anni anni il 1° dicembre, amministratore unico della Mdm e presidente dei giovani imprenditori valdostani, può finalmente festeggiare i primi 25 anni di vita dell’azienda, fondata nel 1982 dal papà Giorgio, imprenditore di origini lombarde, trapiantato in Valle d’Aosta, e attualmente gestita con la sorella Ambra, e la madre Enza De Mauro, con un fatturato in forte espansione (dai 3,25 milioni del 2005 ai 4,9 del 2007) e con l’acquisto sia dei terreni (oltre 5.500 metri quadri) sui quali quattro anni fa aveva costruito il nuovo stabilimento, sia dell’immobile oggi adibito a uffici amministrativi della società, entrambi sino ad oggi di proprietà dell’amministrazione regionale. Un’operazione da 512 mila euro ufficializzata nei giorni scorsi con la firma dell’atto di cessione dei beni da parte del Presidente della Regione Luciano Caveri e dallo stesso Minini. In questo quarto di secolo a cavallo fra i due millenni, la Mdm si è trasformata da impresa artigianale (tutto iniziò in un garage di Saint- Vincent) in realtà industriale che opera quotidianamente da leader nazionale nella produzione di attrezzature speciali per la deformazione a freddo dei metalli, destinate allo stampaggio di viti e bulloni. Un’azienda che sta conoscendo un trend di crescita particolarmente elevato dovuto ad uno staff giovane e reattivo composto da 44 dipendenti con un’età media di 32 anni. Uno staff che studia con attenzione le richieste della clientela per assicurare le risposte migliori. L’azienda di Châtillon si confronta con un mercato fortemente globalizzato e nonostante tutto nel suo settore, con i suoi oltre 38.000 articoli, è fra le prime quattro in Europa e nelle prime dodici a livello mondiale. «L’elemento vitale in questo mercato – spiega Minini – sono i tempi di risposta: il cliente ha la necessità di sostituire le attrezzature per lo stampaggio in tempi, spesso, imprevedibilmente brevi e di conseguenza, è importante per il fornitore recepire i requisiti tecnici per produrle e realizzarle nell’assoluto rispetto dei tempi fissati. Il commerciale deve comprendere in fretta le esigenze del cliente, l’ufficio tecnico deve trasformare il tutto in disegno e ciclo produttivo e il team produttivo deve essere all’avanguardia cioè fortemente disponibile a formarsi su macchinari sempre più tecnologicamente avanzati». Una sfida che va vissuta nella piena consapevolezza dei propri mezzi senza cadere nella trappola della conquista del cliente a tutti i costi. «Puntiamo a conquistare commesse grazie alla qualità dei nostri prodotti e non giocando esclusivamente sulla variabile prezzo – sottolinea Minini –. Mi spiego meglio. La concorrenza consegna entro otto-nove settimane. Noi lo facciamo in quattro, massimo cinque. Sono però risultati che si ottengono investendo in macchinari e in formazione del personale. Le risorse umane sono un tassello fondamentale. Chi viene a lavorare da noi o si ferma pochi mesi o tutta la vita perché comprende da subito che qui tutti bisogna concorrere al risultato finale. Indipendentemente dal ruolo che si ricopre in azienda. Tutti si può esprimere la propria opinione su come far crescere l’azienda». «In questo senso – prosegue l’amministratore – l’acquisto del terreno e dello stabilimento molto probabilmente ci rallenterà in termini di crescita tecnologica, ma era necessario sia dal punto di vista dell’orgoglio aziendale che in un’ottica di rapporto più consolidato con gli istituti di credito».
Ora lo sguardo si sposta inevitabilmente al futuro e, in particolare, alla conquista di nuovi mercati internazionali. Nel corso del 2007 Mdm è riuscita infatti a far breccia nel mercato tedesco. «In Germania le aziende italiane specializzate nella realizzazione di prodotti di alta tecnologia – commenta Minini – non sono viste di buon occhio. Noi siamo tuttavia riusciti a dimostrare la nostra affidabilità sul campo e ora possiamo contare su alcuni clienti importanti nell’automotive, nell’immobiliare e perfino nell’aerospaziale». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 22 novembre)

23 gennaio 2008

A proposito del fallimento della Quality Building

Il Consiglio regionale, nella sua seduta di oggi, è tornato ad occuparsi della Quality Building. Siccome sappiamo che l'argomento è spesso ricercato anche su questo blog offriamo queste nuove informazioni ai navigatori. Si tratta di un comunicato dell'Ufficio stampa del Consiglio regionale.

Il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha chiesto, con un'interrogazione, notizie circa le conseguenze del fallimento della Quality Building S.p.A. di Hône. «Appreso del fallimento della Qualità Building spa, vorremmo sapere se l'Amministrazione regionale fosse al corrente della gravità della situazione aziendale;se la Regione o Finaosta o comunque aziende a prevalente capitale regionale vantino crediti nei confronti della Quality Building spa e - in caso affermativo - quale sia l'entità degli stessi e le eventuali garanzie; quali prospettive occupazionali vi siano per i lavoratori dell'azienda; l'importo complessivo delle risorse finanziarie concesse - direttamente o indirettamente - a vario titolo dalla Regione alla Quality Building spa». Nella risposta, l'Assessore alle Attività produttive, Leonardo La Torre, ha detto che «La relazione della Finaosta evidenziava già nel maggio 2007 una situazione di difficoltà dell'azienda e una tensione finanziaria. La Finaosta e la CVA S.p.A. e le sue commerciali, allo stato attuale non vantano crediti nei confronti della Quality Building. Il credito maturato per i canoni di locazione dovrebbe essere compensato dal debito per i lavori di messa a norma e adeguamento». «Il curatore fallimentare - ha proseguito l'assessore - chiederà la Cassa integrazione per i lavoratori dell'impresa per 12 mesi a partire dal 31 dicembre 2007. Seguirà la procedura di mobilità. Infine, il Consiglio di amministrazione della Finaosta aveva deliberato la concessione di un prestito partecipativo di euro 300.000,00. Il contratto però non è mai stato perfezionato e quindi non ci sono state erogazioni. La stessa Giunta regionale aveva deliberato la concessione di un contributo al quale però non è stato dato seguito».
Nella replica, Frassy ha detto di ritenersi «Insoddisfatto sul fatto che non si sappia a quanto ammontano i canoni di locazione. Ancora una volta non vengono forniti dei dati ed è grave, in questo caso, perché vuol dire che non si ha il controllo della situazione. Ci rammarichiamo ancora una volta del ruolo svolto dalla Finaosta perché fa le istruttorie e poi le sbaglia. È l'ennesimo fallimento non solo della Quality Building, ma anche delle politiche regionali in questa materia».

Chenevier: il mercato delle costruzioni in legno non sente la crisi


Che cosa unisce la struttura polivalente di Antey- St-André, l’edificio degli sport popolari di Brissogne, la struttura fotovoltaica presso l’Environment Park di Torino e la sede della Comunità
del Grand Combin? Il marchio Chenevier. Sono infatti tutte strutture realizzate dall’azienda di Charvensod oggi di proprietà della famiglia Frutaz (con una partecipazione del Gruppo altoatesino Rubner e una più piccola di Edy Cuaz, da sempre a fianco dei proprietari). La Chenevier, con una storia trentennale alle spalle, si occupa della realizzazione e messa in opera di strutture in legno massiccio e lamellare e del commercio al dettaglio di legname. Sul mercato
valdostano per il legno lamellare, materiale molto resistente ma allo stesso tempo particolarmente elastico e leggero e quindi utilizzabile con sicurezza nel settore delle costruzioni, l’azienda occupa una posizione di leader, essendo stata 20 anni fa la prima a portare questo tipo di produzione in Valle. La Chenevier vende gran parte della propria produzione in Valle d’Aosta.
In Valle infatti il legno lamellare e massiccio sono molto utilizzati sia nell’edilizia pubblica che in quella privata perché ben si sposa con il territorio montano ed è un’ottima alternativa,
anche per il suo basso impatto ambientale, al cemento armato e all’acciaio. Oltre che nelle tradizionali abitazioni private troviamo strutture con questo materiale in municipi, piscine,
edifici polifunzionali di piccoli comuni di montagna.
«Attualmente uno dei nostri lavori più importanti – spiega Luca Frutaz con il padre Amato alla guida della società – è l’ampliamento del rifugio Città di Mantova di Gressoney-La Trinité a
3500 metri di quota. E la domanda di legno in Valle d’Aosta è in continua crescita in quanto si tratta di un materiale, naturale, riciclabile, eco-compatibile che favorisce il risparmio energetico. Ultimamente i volumi dei lavori realizzati per la committenza privata sono pari a quelli di quella pubblica
». La crescita di interesse è testimoniata anche sul fronte dei fatturati. Nell’ultimo triennio la Chenevier è passata dai 3,5 milioni di euro del 2005 agli ormai certi 5 del 2007». «A partire dal 2006 – prosegue Frutaz – ci siamo impegnati in investimenti particolarmente consistenti mirati a far crescere i nostri livelli di produzione. Nel 2006 abbiamo acquistato un centro di taglio a controllo numerico che ci permette di uscire con il cosiddetto tetto pre-tagliato. Significa che sul cantiere i travi arrivano tagliati su misura e il montaggio è più veloce, più preciso e di migliore qualità. Così abbiamo potuto sviluppare più commesse mantenendo quasi inalterati i nostri livelli occupazionali pari a circa 25 persone. E’
l’unico impianto automatico per il settore legno-costruzioni presente in Valle d’Aosta e ha richiesto un investimento di 300 mila euro oltre alla formazione di personale tecnico e operatori
». «Da sempre - prosegue Frutaz - , oltre a offrire ai nostri clienti i migliori materiali e le lavorazioni più accurate, il nostro punto di forza è l’assistenza tecnica che siamo in grado di offrire nello sviluppo delle strutture che realizziamo. Oggi questo è più che mai fondamentale,
poiché siamo alla vigilia dell’entrata in vigore nel 2008 delle norme tecniche per le costruzioni in legno, recepimento dei codici di calcolo europei, che renderanno obbligatorie la progettazione accurata e il collaudo del legno per uso strutturale
».
Ma la crescita dei volumi non sembra destinata ad interrompersi. «In effetti nel 2008 intendiamo acquisire un impianto a controllo numerico per la produzione di profili in legno. La spesa sarà di circa 150 mila euro». Ma in realtà l’investimento più grosso deve ancora arrivare
ed è un sogno nel cassetto rinviato da tempo. «Siamo fortemente interessati – conclude - ad acquistare l’area industriale oggi di proprietà regionale dove attualmente si trova l’azienda.
Da un lato in quanto è chiaramente motivo di orgoglio per un imprenditore essere proprietario delle mura della propria azienda e dall’altro poiché si tratta di un investimento che ci dà più
credibilità a nei confronti degli istituti di credito. E’ un obiettivo che vogliamo assolutamente raggiungere nel breve termine
». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 15 novembre 2007)

22 gennaio 2008

Sanguinetti: 25 anni nel mondo della comunicazione


Una Regione affascinante e un imprenditore della comunicazione con carisma e voglia di fare (leggasi Sergio Musumeci) e così Enzio Sanguinetti, originario della Val Susa, comincia
nel novembre del 1970 la sua avventura in Valle d’Aosta presso la tipografia Musumeci. Nel 1980 si mette in proprio e inizia la sua carriera da imprenditore con la moglie Daniela Toledo
con uno studio grafico e di fotografia pubblicitaria. E ora all’età di 59 anni si ritrova a festeggiare i 25 anni della «Sanguinetti comunicazione»: 1,2 milioni di fatturato nel 2006 con una
previsione di crescita per il 2007 di circa il 20% e uno staff di sette persone (tutte a libro paga) oltre naturalmente alla famiglia Sanguinetti. Il segreto dell’azienda sembra essere quello di
aver sempre saputo mutare pelle al momento giusto o meglio di saper evolvere seguendo le esigenze del mercato come spiega anche la figlia Elena Sanguinetti, 31 anni, consigliere delegato della Sanguinetti che negli ultimi anni ha esteso il proprio raggio d’azione anche al di fuori dei confini regionali occupandosi di clienti prestigiosi come Napapijri, Diageo (produttore della crema di whisky Baileys), Gruppo Astaldi di Roma e Gruppo Eiffage di Parigi.
«L’agenzia – spiega Sanguinetti - non può più limitarsi solo alla ideazione e alla realizzazione delle campagne stampa. Il cliente deve ormai essere seguito a 360°. Noi in questi anni siamo cresciuti, cercando di allargare il più possibile il nostro raggio d’azione, fornendo consulenze in materia di comunicazione, gestendo uffici stampa, organizzando eventi, presentando nuovi sistemi per comunicare». Il cliente chiede sempre di più. «Stiamo sviluppando – aggiunge la giovane manager - anche il settore del direct marketing, seguendo le esigenze del cliente che sempre di più vuole mirare le azioni pubblicitarie alla ricerca del massimo risultato possibile. Sono finiti i tempi delle grandi campagne generaliste».
In questa logica in quest’ultimo anno la Sanguinetti ha sviluppato, insieme all’agenzia viaggio Nuovo Mondo, una struttura in Valle d’Aosta che si occupa esclusivamente della gestione
di eventi - settore in forte crescita negli ultimi anni - denominata Enjoy Events. «Gli investimenti in eventi – precisa Elena Sanguinetti - negli ultimi dodici mesi hanno avuto un incremento nominale del 14.5%, addirittura superiore a quello previsto un anno prima. Si può parlare d’un vero e proprio boom, più che quadruplo di quello dell’intero mercato della comunicazione e inferiore solo a quello di Internet. Gli eventi piacciono perché sono mirati e si capisce subito se hanno raggiunto l’obiettivo oppure no». La Enjoy organizza eventi così distribuiti: 60%
per clienti fuori Valle, 20% aziende private valdostane, 20% aziende pubbliche valdostane. «Il nostro punto di forza – commenta Enzio Sanguinetti – è la bellezza delle località delle nostre
location. Ci rivolgiamo a un mercato nazionale e internazionale con l’obiettivo però di vendere il prodotto Valle d’Aosta. Ma non è facile. Tra gli operatori del settore bisognerebbe fare
più rete
». «Mancano le strutture – prosegue - e incontriamo difficoltà nell’offrire la giusta ricettività alberghiera. Mi spiego meglio. Per eventi da 50 a 100 persone o gruppi ridotti interessati, ad esempio, al team-building - particolarmente apprezzato da molte
aziende per favorire il consolidamento dei rapporti tra i dipendenti di una stessa impresa - riusciamo a fare proposte apprezzate e giustamente concorrenziali, ma sugli eventi di dimensioni più sostenute siamo in difficoltà. Ci è già capitato di dover rinunciare a grossi appuntamenti che avrebbero sicuramente avuto importanti ricadute sul territorio regionale, anche perché riguardano stagioni caratterizzate da una bassa presenza di turisti. Siamo convinti che la Valle d’Aosta dovrebbe fare un’attenta riflessione sul potenziale ancora non sfruttato del turismo congressuale
». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta dell'8 novembre)

21 gennaio 2008

Siglata convenzione tra CPEL e Federazione Italiana di Matematica applicata per indirizzare le politiche di sviluppo degli enti locali

È stata siglata la scorsa settimana una convenzione tra il Consiglio Permanente degli Enti Locali e la Federazione Italiana di Matematica Applicata. L’accordo, di durata triennale, è finalizzato alla creazione di una collaborazione sinergica tra le due enti. Favorendo l’attività di ricerca scientifica, in particolar modo su temi connessi alla realtà valdostana, la convenzione - si legge in una nota - «ha lo scopo di indirizzare le politiche di sviluppo degli enti locali, nonché attrarre sul territorio iniziative scientifiche e tecnologiche di particolare rilievo. La promozione di tali progetti avrà anche una finalità turistico-promozionale». In questo contesto, la collaborazione reciproca tra il Cpel e la Fima ha già trovato una sua concretizzazione nell’organizzazione di un Convegno Internazionale a Champoluc, che ha preso il via proprio oggi, presso l’hotel Relais des Glaciers, e terminerà il 24 gennaio.
La conferenza, dal tema «Energy and Environment: new challenges to mathematical modelling and applications», è fortemente interdisciplinare e vede la presenza di importanti relatori a livello mondiale. L’intento è di offrire a studiosi italiani e stranieri, a rappresentanti di istituzioni pubbliche e di aziende private, l’opportunità di fare il punto sui diversi aspetti delle problematiche energetiche ed ambientali, con particolare riguardo alla loro modellizzazione matematica ed all’applicazione di strumenti analitico quantitativi.
Il Presidente del Cpel Diego Empereur esprime la sua soddisfazione in merito all'iniziativa: «La sottoscrizione dell’accordo con la Fima è il frutto di una volontà di realizzazione di sinergie a vari livelli, sia locale sia nazionale. Il Cpel opera attivamente in questo senso, nella convinzione che dando continuità a tali collaborazioni si possa generare valore per il territorio, e in particolare per gli Enti locali. Il tema del convegno di quest’anno, in particolare, riveste un particolare interesse anche per la realtà valdostana».
Se volete conoscere il programma del convegno di Champoluc cliccate su: http://www.fimaonline.it/conference/program.php

Professionisti valdostani: energia, inquinamento acustico e rifiuti le nuove frontiere dei futuri ingegneri

Giovedì scorso sul Corriere e da oggi anche sul blog vi propongo uno spazio a cadenza settimanale dedicato alle professioni valdostane organizzate attraverso un ordine o un collegio. Trovate qui una specie di identikit seguita da alcune domande. La struttura sarà identica per tutte le professioni.

Identikit

Iscritti dell’ultimo triennio:
2 Albi Sez. A (Laurea Magistrale) e Sez. B (Laurea Triennale)
fine 2005: 366
fine. 2006: 396
fine 2007: 416

Suddivisione maschi e femmine:
Maschi n. 373 - Femmine n. 43 tutte con Laurea magistrale

Composizione direttivo:
Presidente Michel Grosjacques, segretario Chantal Cretier, tesoriere Edgardo Campane Consiglieri Corrado Cometto, Massimo Gaudio, Jean Paul Grange, Sergio Grange, Monica Merlo e Vincenzo Ubertalle

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti:
Incremento previsto di circa 30 Persone/anno

Mail e sito internet:
www.ordineingegneriaosta.it/ Mail: segreteria@ordineingegneriaosta.it


Le nostre domande

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
• Problema tariffario: riuscire a mantenere un livello minimo di qualità a tutela dell’interesse
generale di sicurezza del cittadino nella dinamica di affidamenti legati alla concorrenza su base
economica;
• Problema inerente il disegno di Legge parlamentare di ridefinizione delle professioni in merito agli impatti diretti per lo sviluppo delle attività dei componenti delle attività professionali e per gli impatti indiretti sulla tutela dei diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini (sicurezza, salute, tutela legale, tutela dei beni pubblici, ambientali e storici, etcc…)
• Certificazione energetica: necessità di definire delle regole certe e chiare e delle dinamiche capaci di instaurare un circolo virtuoso di incentivazione del risparmio energetico e della qualità
delle costruzioni;

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Attualmente siamo in una fase di rallentamento del mercato anche per effetto del cambiamento
delle procedure di affidamento degli incarichi. Per una valutazione prospettica e di evoluzione
bisognerà aspettare un assestamento della situazione che richiederà inevitabilmente tempi medio-lunghi (1-2 anni)

Può indicarci alcuni nuovi sbocchi professionali?
Il mondo delle professioni ed in particolare quello dell’ingegneria offre una continua evoluzione
con aperture in nuovi settori dei quali di volta in volta si sente la necessità. Le ultime aperture
concernono:
• Problema dell’indagine energetica degli edifici, loro trasformazione nell’ottica di una migliore
sostenibilità e gestione in generale del problema energetico per gli edifici – Energy Manager
• Problema di valutazione dell’impatto acustico del costruito nell’ottica di un abbattimento dell’inquinamento acustico e di miglioramento del confort abitativo.
• Problema di gestione del ciclo dei rifiuti con loro ricupero nelle varie forme possibili (compostaggio, riutilizzo, trasformazione energetica etcc..)

Quali iniziative di formazione avete realizzato nel 2007 e quali sono in programma nel 2008?
Corsi di aggiornamento in tema strutturale
Corsi di gestione energetica negli edifici
Corso di acustica

Quali consigli si possono dare a chi si vuole avvicinare alla professione?
Puntare sulla qualità delle prestazioni professionali prevedendo un sistematico ciclo periodico di
formazione ed aggiornamento sui vari settori di interesse

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
Abbiamo alcune iniziative in comune con confindustria di analisi del mercato e dell’andamento dei prezzi. In generale ritengo che si sia instaurato un dialogo costruttivo di confronto nel rispetto dei rispettivi ruoli all’interno del ciclo produttivo.
(Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 17 gennaio 2008)

20 gennaio 2008

Vacanze sotto le Alpi: per Leo Garin a Courmayeur oltre alla neve ci vogliono grandi eventi


La neve è sicuramente la miglior ambasciatrice della Valle d’Aosta e l’ultima nevicata, appena prima dell’epifania, ha ridato ulteriore slancio ad una stagione invernale che ai piedi del Monte Bianco, tra Natale e Capodanno, sembrava essere partita con il piede giusto. Ciò non toglie che, secondo alcuni operatori storici della località, per fare impresa turistica a Courmayeur siano ancora necessari alcuni ritocchi alla strategia. «Con un compasso puntato sulla Valle d’Aosta bisognerebbe tracciare un cerchio con un raggio di trecento chilometri e all’interno di questa area concentrare i nostri sforzi promozionali». Leo Garin, presidente dell’Aiat Monte Bianco e titolare dal 1996 dell’«Auberge de la Maison» e della notissima «Maison de Filippo», uno dei luoghi dove è nata la ristorazione tipica valdostana, è convinto che non si debba andare molto lontano per assicurare a Courmayeur, e alla Valle d’Aosta, un buon tasso di copertura dei posti letto anche al di fuori della stagione invernale, che rimane uno dei punti di forza della località. Garin arriva addirittura a sostenere (idea lanciata alcune mesi fa dall’Assessore al Turismo Ennio Pastoret) la necessità di un’Aiat unica, in modo da impostare un’azione promozionale perfettamente coordinata sotto un unico cappello a livello regionale che però per avere effetto deve basarsi sulla creazione di eventi di forte appeal. «E’ una lezione che hanno ben imparato le città d’arte. – sottolinea Garin – Il patrimonio architettonico, che possiamo paragonare alle nostre montagne, non basta più».
Roberto Rota, presidente del Consorzio Valle del Monte Bianco, ci fa capire come non si tratti di una mission così semplice. «In effetti – precisa Rota – il problema principale è proprio fare sistema. Ma perfino a Courmayeur incontriamo grosse difficoltà. Non riusciamo a promuovere la località nel suo insieme in quanto non riusciamo a far dialogare gli operatori tra di loro in modo da meglio coordinare le politiche tariffarie tra i vari operatori».
Per Rota in particolare sono sempre più necessari importanti investimenti negli impianti a fune. «Alcuni – aggiunge – si stanno concretizzando proprio in questi ultimi quindici mesi e sono particolarmente necessari in quanto arrivano dopo un lungo periodo di non evoluzione del comprensorio». Fra le novità annunciate per la stagione invernale 2007/2008 una serie di lavori di completamento della telecabina “Dolonne-Plan Checrouit” realizzati dalla società Courmayeur Mont Blanc Funivie Spa con l’obiettivo di garantire alla stazione di monte a Planc Checrouit una disposizione più funzionale con un migliore inserimento ambientale per gli accessi e lo sbarco degli sciatori. Per le piste di sci la società in particolare ha potenziato l’impianto di innevamento nella zona di Plan Checrouit con quattro nuove postazioni di produzione neve mentre sulla pista di rientro «Plan Checrouit-Dolonne» è stato integrato l’innevamento programmato con otto nuove postazioni di produzione neve. Fortunatamente quest’anno il famoso «oro bianco» non si è fatto attendere.

Vacanze sotto le Alpi: a la Thuile il 2008 porterà 700 nuovi posti letto

A la Thuile l’imperativo è uno solo. Far crescere la ricettività. Basta mettere a confronto i 2060 posti letto con le 144.246 presenze dell’ultima stagione per comprendere quale sia il nodo cruciale per la stazione turistica. Un’intuizione perfettamente confermata da Stefano Jacquemod, proprietario del Chalet Eden, rappresentante degli albergatori nel locale consorzio turistico e consigliere dell’Associazione regionale di categoria. «La domanda è elevata – osserva Jacquemod – proprio per questo abbiamo previsto un ampliamento della nostra struttura alberghiera che ci permetterà di raddoppiare l’attuale numero di posti letto».
Corrado Giordano, direttore della Società Funivie Piccolo San Bernardo con un comprensorio che ingloba anche la stazione transalpina La Rosière, conferma come già nel 2008 la località potrebbe contare su 600-700 posti in più grazie a cinque nuove strutture ricettive, di cui 200-250 assicurati dal definitivo recupero dell’area denominata «Ecoles de neiges», in passato di proprietà dell’amministrazione regionale. «La forza della nostra località – commenta Giordano – è il fatto di poter contare su un parco impianti di primordine con una portata di 31.744 persone l’ora». Un potenziale destinato a crescere grazie a nuovi investimenti che verranno garantiti sul versante francese. «Gli impianti – precisa – erano gestiti da una municipalizzata. Ora invece la società è stata acquisita da privati già operanti nella Val d’Isère e ci è stata annunciata la loro intenzione di dare un forte impulso alla stazione con investimenti particolarmente importanti». Ma oltre agli impianti il principale nodo da sciogliere rimane sempre il problema dell’innevamento e La Thuile è riuscita a risolverlo attraverso la creazione di un bacino artificiale di accumulamento in quota con una capacità di 120.000 metri cubi di acqua. «Il bacino - spiega Giordano – si trova a 2300 metri e si riempie con la neve di scioglimento tra maggio e giugno e poi è mantenuto costantemente pieno nel corso dei mesi successivi. L’importanza di questa struttura consiste nel permetterci, non appena si verificano le condizioni climatiche idonee, di trasformare grandi quantitativi di acqua in neve in un tempo estremamente breve rendendo possibili anche significativi risparmi energetici».
Alla Funivie Piccolo San Bernardo si sta anche lavorando per la creazione di piste che scendano fino in paese. «Il nostro comprensorio – conclude Giordano – si sviluppa ad alta quota. Noi vorremmo cercare di migliorare l’accessibilità al domaine skiable».

19 gennaio 2008

Vacanze sotto le Alpi: a Pila clientela sempre più esigente

«Il principale problema di Pila? I diciotto chilometri che la separano da Gressan». Susy Cunéaz, presidente del Consorzio turistico Espace di Pila e titolare dell’agenzia immobiliare Lo Sabot, non ha dubbi. Il fatto che Pila non sia un comune vero e proprio (è una frazione di Gressan) e la sua distanza dal capoluogo fa sì che anche per i servizi più banali i tempi d’intervento diventino problematici. «Per qualunque tipo di manutenzione – spiega – ci vuole almeno un’ora prima che si riesca dare una prima risposta. Qualunque lavoro da farsi in giornata si scontra con lo scoglio di questi 18 chilometri di strada di montagna. A Pila inoltre sono pochissimi i residenti e di conseguenza molti operatori vivono a Gressan. Giorno dopo giorno non è un ostacolo da sottovalutare». Chilometri che di certo non preoccupano i turisti se nella stagione invernale la copertura dei posti letto si attesta tra il 60 e il 70%. Dati che però non impediscono il calo cronico di presenze dopo l’Epifania. Per una quindicina di giorni, concluse le festività, le settimane bianche stentano a decollare, nonostante offerte davvero aggressive sia in termini di prezzi che di offerta di servizi tutto-compreso, dallo ski pass alle scuole di sci. Cristina Galassi, presidente dell’Aiat di Aosta, sottolinea come paradossalmente una delle maggiori difficoltà sia far sapere che c’è la neve. «L’anno scorso – commenta – è circolata la notizia che ci fossero problemi di innevamento in tutta la Valle, mentre a Pila si poteva sciare benissimo. La comunicazione va monitorata con attenzione». Per Galassi, proprietaria dell’Hôtel Milleluci, situato sulla collina di Aosta, gestire un’attività alberghiera durante la stagione invernale è comunque una sfida sempre più complessa. «Lo sci – osserva - è uno sport costoso, che seleziona moltissimo la sua clientela e così chi si dedica alla vacanza sulla neve, è diventato sempre più esigente». Bilancio invece positivo per la Pila spa. La società che si occupa degli impianti di risalita (al 98% di Finaosta) non presenta particolari criticità. «La Pila spa – dice il presidente della partecipata Roberto Francesconi –, in particolare nell’ultimo biennio ha raggiunto un suo equilibrio reddituale e finanziario. Come dimostrano i 650.000 euro di utile post imposte nel 2005 e i 95.000 nel 2006». Un’operazione non facile visto che Finaosta aveva rilevato la società otto anni fa’ dopo un fallimento. Una circostanza che ha costretto sin da subito l’azionista di maggioranza (il restante 2% è suddiviso tra il Comune di Gressan e altri 500 piccoli azionisti) a rendere disponibili ingenti risorse finanziarie per recuperare il tempo perduto in termini di competitività. Investimenti che si sono concentrati principalmente in due direzioni: condizionamento delle piste, cioè la quotidiana azione di manutenzione in modo da garantire l’agibilità della pista anche in condizioni di innevamento non ottimale e, ovviamente, le strutture per far crescere e migliorare innevamento artificiale.
 

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