Voglio proporre ai visitatori del mio blog un sondaggio un po’ particolare che ci accompagnerà fino alla fine dell’anno. Provare insieme ad individuare l’imprenditore valdostano del 2008. Nello spirito del blog sono compresi tutti i settori di impresa: dal turismo all’industria, fino all’agricoltura. L’idea è dare vita ad un piccolo riconoscimento, assolutamente simbolico, a favore di chi secondo i visitatori di questo blog è un buon esempio di imprenditore. Non si tratta soltanto di valutare i risultati raggiunti, ma anche la capacità di saper illustrare, comunicare, trasmettere il proprio savoir faire imprenditoriale.
Ho individuato una serie di nominativi (il ventaglio è ampio) che vi propongo come se fossero le «nominations» della serata degli Oscar. Voi siete la giuria dell’Academy che deve emettere il suo insindacabile giudizio. C’è tempo per votare fino all’8 dicembre. Ecco i nominativi con la motivazione che mi ha spinto ad inserirli tra i votabili. Scrivetemi per farmi sapere che cosa ne pensate. I nomi individuati sono ovviamente scelte personali. E aggiungo che ho dovuto operare qualche taglio a malincuore, altrimenti la lista sarebbe sembrata più un elenco telefonico. Anche le eventuali contestazioni sono ben accette. Se l'iniziativa prendesse piede, magari il prossimo anno potremmo trovare insieme anche un modo più democratico per definire le «nominations». Ad ogni nome sono linkati gli articoli dedicati ai candidati, così potete esprimere il vostro voto con sufficiente cognizione di causa.Pietro Capula (Gps)
Il G8 in Germania, l’area all’interno della famosa zona rossa di cui hanno parlato tutti i media internazionali, è stato protetto grazie a tecnologia valdostana. La stessa tecnologia di cui si serve da circa due anni anche il ministero della difesa cinese. Tanto che la “Gps standard” di Arnad ha recentemente aperto un proprio ufficio commerciale in Cina e nel 2008 punta ad aprirne altri due in Germania e Turchia.
Alberto Celesia (Gros Cidac) L’ipermercato non frena la sua corsa in un periodo particolarmente difficile per i consumi. Tipicità e tecnologia per vendere qualità. E’ questo il segreto dell’ipermercato Gros Cidac. Alberto Celesia, 60 anni, amministratore delegato della società, con un azionariato completamente valdostano che da 35 anni guida la società , da tempo con i suoi soci mette in stretto legame questi due elementi. E così Gros Cidac e sempre più l’ipermercato dei valdostani.
Costantino Charrère (Les Crêtes)
Il suo Chardonnay Cuvée Bois era, per il Gambero Rosso, tra i primi 50 vini che hanno cambiato l’Italia, per la precisione al trentottesimo posto definito come «uno dei bianchi più affascinanti dell’intero panorama nazionale». L’elenco di premi e segnalazioni sarebbe interminabile, ma Charrère è anche la punta di diamante di un movimento, quello dei piccoli produttori di vino, che sta qualitativamente e quantitativamente crescendo. Inoltre Costantino ragiona già sul futuro e ritiene necessario che le aziende vitivinicole diventino sempre più sinergiche con il turismo favorendo la vendita diretta, l’offerta di degustazione e, in un futuro prossimo, la ricettività. Ma non solo. Saggiamente sta già curando il passaggio alla seconda generazione aiutato dall’impegno e dalla competenza delle figlie Eleonora e Elena, già da tempo protagoniste sulla plancia di comando.
Paolo Conta (Laser)
Con la sua Laser vanta un partner internazionale come Vodafone con il quale realizza spesso eventi di rilevanza nazionale. E’ fra i promotori del Consorzio VNTech essendo un convinto assertore del fatto che in Valle d’Aosta si debba fare di più nel settore della ricerca e sviluppo e siede al tavolo dell’Innovazione con i rappresentanti di Politecnico e Regione con la speranza che un simile consesso diventi in fretta un volàno importante del fare impresa della piccola regione autonoma.
Piero Enrietti (Thermoplay)Quarta azienda a livello mondiale nei sistemi di iniezione a canale caldo per stampi di materie plastiche con una fetta di mercato che, per ora, vale il 6% di tutta la torta, dietro a due colossi canadesi (ma da loro la ricerca viene finanziata al 100%) e ad un’azienda coreana che – ci hanno spiegato - fa più quantità che qualità. Sono queste le dimensioni planetarie della Thermoplay di Pont- Saint-Martin che ora si prepara al grande balzo con l’ampliamento della superficie. Credo che a parte la simpatia umana del suo patron non ci sia proprio altro da aggiungere.
Pietro Giorgio (Sea)Un vero globe-trotter dell’imprenditoria regionale. Per lui la Valle ha cominciato ad essere troppo stretta molto presto. Prima ha iniziato a muoversi sul mercato nazionale (vedi Picenambiente ma non solo) e ora affronta l’Europa con progetti in Albania e Romania. E’ un convinto sostenitore del fare sinergia nella certezza che i valdostani sanno lavorare bene e che, se c’è voglia di fare, ci possano essere occasioni di business per tutti.
Gioacchino Gobbi (Grivel)Esporta il 92% dei suoi prodotti con un fatturato di 5 milioni di euro in 25 paesi, cioè il 60% del mercato mondiale nel suo comparto. E’ un’azienda valdostana con una storia plurisecolare (dal 1818) anche se il vero salto di qualità l’ha fatto soprattutto negli ultimi vent’anni. E’ la Grivel di Courmayeur leader mondiale nel settore dei prodotti per l’alpinismo (piccozze, ramponi, caschi, chiodi da ghiaccio e da roccia, ma anche zaini e guanti da alpinismo) anche se oggi, in Valle d’Aosta (nemo propheta in patria…) è più nota per l’operazione di salvataggio dello stabilimento di Verrayes della Rossignol.
Roberto Marzorati (Cogne)E’ a capo dell’azienda più importante della nostra regione con fatturati e occupati importanti e in crescita grazie al buon momento del mercato dell’acciaio. Ma il suo impegno si sta segnalando anche per l’attaccamento al territorio regionale (gli investimenti nella sicurezza sul lavoro e sulla qualità ambientale) e per la vivacità sui mercati internazionali che molto probabilmente porteranno a nuovi acquisti. Il tutto mantenendo con impegno il cuore ad Aosta come dimostra la partecipazione al Telcha che si occuperà della costruzione della rete di teleriscaldamento del capoluogo regionale.
Luca Minini (Mdm)Una fortissima attività di «ricerca & sviluppo» in modo da garantire sempre la miglior qualità e affidabilità è la ricetta del successo di questa azienda (25 anni nel 2007) che ogni anno investe in «R&S» fra il 15 e il 25% del suo fatturato in modo da mantenere inalterato il suo vantaggio tecnologico nei confronti della concorrenza e consolidare la sua posizione di da leader nazionale nella produzione di attrezzature speciali per la deformazione a freddo dei metalli, destinate allo stampaggio di viti e bulloni.
Paolo Musumeci (Musumeci)
L’entrata nell’holding svizzera Pcl ha consolidato il futuro dell’azienda di Quart che pur con trascorsi storici brillanti (tutti conosciamo Sergio Musumeci) necessitava di abbandonare il capitalismo di tipo famigliare per posizionarsi in maniera nuova sul mercato. Se poi si aggiunge la nomina di Musumeci ad amministratore delegato dell’intero gruppo è molto di più della classica ciliegina sulla torta.
Corrado Neyroz (Hermitage)Titolare dell’Hotel Hermitage di Cervinia, ma soprattutto Presidente della associazione «Relais & Château», marchio che dovunque nel mondo garantisce un’offerta di qualità davvero esclusiva. Albergo e ristorante sono fra gli alfieri della ricettività e del savoir faire enogastronomico della Valle d’Aosta nel mondo. E’ sufficiente una rapida occhiata al suo sito internet per trovare citazioni entusiaste su riviste francesi, inglesi e tedesche. Da «Vogue France» per la quale l’hotel «décoré de meubles anciens, est une adresse privilégiée» a «Paris Match» che inserisce la struttura tra i suoi hotel mitici.
Pierre Noussan Intraprendente ed entusiasta. Il business dell’auto oggi richiede una capacità di adattarsi al mercato continua sapendo con tempismo rispondere alle esigenze del cliente doti che per Pierre, figlio dello scomparso Efisio, fanno parte da tempo del Dna di famiglia.
Marilena Péaquin (Maison Bertolin)Prosegue l’avventura di famiglia per un’azienda che sia sul territorio nazionale che su quello internazionale sta diventando il vero ambasciatore del prodotto tipico valdostano con il suo lardo dop. La Bertolin ha rivitalizzato il tessuto imprenditoriale di tutta Arnad e con il suo show room aziendale offre ai fortunati turisti la possibilità di una fooll immersion nell’enogastronomia valdostana a vantaggio di tutto il comparto agroalimentare.
Mario Ronc (Fratelli Ronc)So che non apprezzerà il suo inserimento in quanto ama il low profile e, soprattutto, non gli piace il più famoso sport valdostano dopo tsan, fiolet e rebatta…la jalousie (traducasi l’invidia atavica che il valdostano in generale ha spesso per gli affari del suo vicino quando vanno troppo bene). In parte per questo motivo e in parte per la sua indole schiva non trovate, purtroppo, nel blog traccia evidente del buon lavoro svolto da questa impresa nel settore delle energie alternative, in particolare delle piccole centrali idroelettriche di montagna. Mi auguro prima o poi di riuscire nell’impresa di dedicargli il bell’articolo che davvero merita. A mal parata lo minaccerò di reinserirlo tra le nomination dell’anno prossimo.
Nicola Rosset (Saint-Roch)Un’azienda storica (pensate ai Distillati Levi) che sa stare nella modernità senza rinunciare ai benefici di una lunga tradizione imprenditoriale. Rosset rappresenta una famiglia con una cultura del fare impresa che pochi hanno in Valle d’Aosta. Un background che lo ha portato a sviluppare l’intuizione che il fascino della valle d’Aosta dovrebbe essere proprio quello di proporre prodotti in piccoli numeri per un pubblico selezionato. Di qui la scelta di costitire una fitta rete commerciale sul territorio nazionale.
Piero Roullet (Hotel Bellevue)
Confesso di aver trovato sempre stimolante la sua idea di creare con il Bellevue di Cogne una sorta di villaggio turistico dove si trovano ben tre ristoranti, una cantina, una grotta per la stagionatura dei formaggi, una spa, perfino un negozio per lo shopping dove è possibile acquistare oggetti di antiquariato e prodotti che fanno bella mostra di sé in albergo. Ma Roullet va apprezzato anche per il suo sguardo di insieme sul turismo regionale, nazionale e internazionale e per la sua profonda convinzione che il fare rete non debba mai essere semplicemente uno slogan.